“È una questione di spazi e di organizzazione” ha detto il magistrato della Corte superiore della contea di Fulton, Scott McAfee che questa mattina ha deciso che il processo di Atlanta, in Georgia, in cui è stato rinviato a giudizio l’ex presidente Donald Trump e altre 18 persone per aver architettato un complotto per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020, deve essere diviso in più tronconi dopo che due degli imputati, Sidney Powell e Kenneth Chesebro, hanno chiesto il rito veloce, e compariranno davanti a lui il 23 ottobre.
Per tutti gli altri imputati la data del processo non è stata fissata, ma il magistrato ha detto che vuole iniziare a risolvere le controversie preliminari entro l’inizio di dicembre, ordinando ai pubblici ministeri di depositare il materiale istruttorio entro il 6 ottobre. E il giudice McAfee non ha escluso che ci possano essere anche altre divisioni per i restanti imputati.
“Il tribunale della contea di Fulton semplicemente non ha un’aula sufficientemente grande per avere tutti i 19 imputati, i loro numerosi avvocati e personale di supporto, i delegati dello sceriffo, il personale del tribunale, la squadra di pubblici ministeri dello stato, gli agenti addetti alla sicurezza dell’ex presidente”, ha scritto McAfee. “Il trasferimento in un’altra sede più grande solleva problemi di sicurezza che non possono essere risolti rapidamente”.
Sidney Powell e Kenneth Chesebro avevano chiesto il “processo rapido”, una prerogativa degli imputati per un rito veloce. Per questo procedimento l’accusa è obbligata a presentare documenti e informazioni usati per il rinvio a giudizio, e il giudice Scott McAfee, li ha accontentati. Chesebro e Powell, a loro volta, avevano cercato di essere processati separatamente l’uno dall’altro, ma il giudice ha negato la loro richiesta. L’avvocato Chesebro è accusato di aver ideato e poi preso parte al piano per far firmare a 16 repubblicani della Georgia un certificato elettorale che affermava falsamente che Trump aveva vinto le elezioni e che loro erano i Grandi Elettori “debitamente qualificati” da parte dello stato. Una falsa ricostruzione per dare adito al vicepresidente Mike Pence, nella sua qualità di presidente del Senato, di non certificare la vittoria di Joe Biden e bloccare così il passaggio dei poteri alla nuova amministrazione.

Sidney Powell, anche lei avvocato, è accusata di aver manomesso le attrezzature elettorali in un seggio della contea di Coffee.
Il caso giudiziario è molto complicato perché le incriminazioni sono state fatte applicando le disposizioni RICO, Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, le norme comunemente usate per combattere la criminalità organizzata. Secondo l’accusa, Trump era il capo di una “impresa criminale” che aveva progettato un’ampia cospirazione per ribaltare la sua sconfitta elettorale. Per questo motivo Fani Willis aveva insistito per processare insieme tutti i 19 imputati, sostenendo che sarebbe stato più efficiente e più giusto. I pubblici ministeri avevano anche sostenuto che, poiché ogni imputato è accusato ai sensi del Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, o RICO Act, verranno chiamati gli stessi testimoni e presentare le stesse prove. Dividendo il processo testimoni ed esperti dovranno tornare in aula
Chesebro è accusato di aver lavorato al coordinamento e all’esecuzione di un piano per far firmare a 16 repubblicani della Georgia una falsa certificazione elettorale in cui si affermava che Trump aveva vinto le elezioni nello Stato e che loro erano “debitamente eletti e qualificati” per rappresentare lo Stato.
Sidney Powell è accusata di aver organizzato la manipolazione delle attrezzature elettorali nelle zone rurali della contea di Coffee.
Il giudice Scott McAfee ha inoltre osservato che per soddisfare le richieste di Powell e Chesebro per il processo rapido, cercherà di riunire una giuria entro il 3 novembre. McAfee ha inoltre sottolineato il fatto che cinque imputati stanno attualmente cercando di portare i loro casi davanti a un tribunale federale e che il contenzioso su tale questione è in corso. “Se gli imputati dovessero avere successo mentre è in corso il processo presso un tribunale statale, non è chiaro quale sarebbe l’impatto”, ha scritto McAfee.
Il giudice federale Steve Jones che ha esaminato la richiesta di Mark Meadows, l’ha respinta la scorsa settimana. Meadows ha presentato appello. Gli altri quattro imputati che hanno fatto la richiesta di avere anche loro il processo spostato alla corte federale, ognuno con una motivazione diversa, avranno l’udienza davanti al giudice Jones la prossima settimana.
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