Quarta incriminazione per l’ex presidente Donald Trump. Il gran giurì della contea di Fulton in Georgia ha formalmente rinviato a giudizio l’ex presidente e 18 dei suoi più stretti collaboratori per i tentativi di ribaltare l’esito delle elezioni presidenziali nello Stato della Georgia nel 2020. Incriminati insieme all’ex presidente anche il suo ex capo di gabinetto Mark Meadows, i suoi avvocati Rudy Giuliani e Sidney Powel, gli “architetti” del complotto John Eastman, Jeffrey Clark e Kenneth Chesebro, l’ex chairman del GOP della Georgia David Shafer, e Shawn Still, ex responsabile delle finanze del GOP dello Stato. Tre persone imputate per le intimidazioni alle scrutatrici elettorali, Ruby Freeman e Wandrea “Shaye” Moss da parte di Stephen Cliffgard Lee, Harrison Floyd e Trevian Kutti, quest’ultima è una associata di Kanye West e R. Kelly. “Tutte le persone incriminate dovranno comparire entro venerdì 25 Agosto alla procura distrettuale, altrimenti scatterà il mandato di cattura” ha detto Fani Williams nella conferenza stampa dopo aver annunciato i rinvii a giudizio.
Tra i 41 reati di cui sono stati accusati emergono l’associazione a delinquere, falso, cospirazione e violazione del giuramento d’ufficio.
Di prima mattina si era nuovamente riunito in grand giurì istituito da Fani Willis, il procuratore Distrettuale della contea di Fulton, che comprende gran parte della città di Atlanta. Davanti al gran giurì si erano presentate due parlamentari locali, Jen Jordan e Bee Nguyen, entrambe democratiche, che presero parte alla seduta del parlamento statale in cui l’ex avvocato di Trump, Rudy Giuliani, chiedeva aiuto ai politici locali per bloccare la certificazione della vittoria di Biden.
Fani Willis ha aperto l’inchiesta dopo che è stata rilasciata una registrazione telefonica tra Trump e Brad Raffensperger, il segretario di Stato della Georgia, lo scorso 2 gennaio 2021. Nel corso della telefonata, Trump insisteva sul fatto di aver vinto le elezioni nello Stato e lanciava accuse infondate di frode, anche se più riconteggi avevano stabilito che avesse perso. Ciononostante Trump chiedeva a Raffensperger di “trovargli” 11.780 voti, uno in più di quelli di cui aveva bisogno per aggiudicarsi la vittoria nello Stato.
Una volta avviate le indagini, secondo gli atti giudiziari depositati in tribunale, Fani Willis, una democratica, ha scoperto le false dichiarazioni rilasciate dagli avvocati di Trump, Rudy Giuliani e Sidney Powel, ai legislatori statali durante una riunione straordinaria del parlamento locale con cui veniva in parte discusso il complotto preparato da un altro consigliere legale di Trump, John Eastman, per annullare il risultato elettorale falsificando i risultati di un collegio elettorale. Un modo questo per dare il pretesto al vicepresidente Mike Pence di bloccare al Congresso la certificazione elettorale della vittoria di Biden in modo da dare a Trump la possibilità di invocare l’Electoral Count Act che avrebbe dato alla Camera, e poi ai governatori, la decisione di scegliere il presidente. Un complotto al quale Mike Pence non volle prendere parte.
Indagini che misero in evidenza anche le intimidazioni contro due scrutatrici elettorali, madre e figlia, accusate ingiustamente da Giuliani di frode. Nell’investigazione poi sono state scoperte le email scambiate tra i più stretti collaboratori dell’ex presidente e un gruppo di alcuni “devoti” di Trump per manomettere le macchine elettorali in una sede del voto nella contea rurale di Coffee, in Georgia. Già l’anno scorso, un ex funzionario statale alleato con Trump aveva testimoniato sotto giuramento alla Commissione d’Inchiesta della Camera che i piani per accedere ai sistemi di voto in Georgia erano stati discussi nelle riunioni alla Casa Bianca, anche durante una riunione dello Studio Ovale il 18 dicembre 2020, alla quale aveva preso parte anche Trump. Ma ora sono saltate fuori le compromettenti email.
Una serie di attività criminali programmate da uno stesso gruppo che, secondo la legge della Georgia, possono essere perseguite con la RICO, Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act, le disposizioni contro la criminalità organizzata. Tanto che nel febbraio 2021, il District Attorney, in una lettera ai funzionari statali, ha scritto che le violazioni includono “la sollecitazione alla frode elettorale, il rilascio di false dichiarazioni agli organi governativi statali e locali, cospirazione, racket, violazione del giuramento e minacce ai dipendenti degli uffici elettorali. L’indagine sulla Georgia ha molti punti in comune con quella federale condotta dallo Special Counselor Jack Smith che ha già rinviato a giudizio l’ex presidente per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio.
Da capire ora come i due casi verranno separati. Si sa che in Georgia quasi una ventina di persone sarebbero coinvolte, incluso Rudolph Giuliani, David Shafer, l’ex presidente del Partito Repubblicano dello stato che ha organizzato la riunione dei finti elettori nel dicembre 2020, e poi John Eastman, Sidney Powell, Jenna Ellis e Kenneth Chesebro, ma anche i finti grandi elettori che avrebbero preso parte al complotto per bloccare la certificazione della vittoria di Biden.
C’è anche la questione di quando il processo potrebbe svolgersi – visti i problemi legali di Trump in molte altre sedi.
Comunque ci sono due fondamentali differenze tra il caso in Georgia e le altre vicende giudiziarie in cui l’ex presidente è coinvolto. Lo stato della Georgia ha l’intera amministrazione locale in mano ai repubblicani. Brian Kemp è il governatore, le leadership sia al Senato che alla Camera statale sono del GOP. Gran parte dei testimoni ascoltati dal District Attorney sono repubblicani. Un fatto questo che rende difficile all’ex presidente accusare di essere al centro di una persecuzione politica. Poi, se Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali, potrebbe anche concedersi la grazia per i reati federali, ma non potrà estendere la stessa concessione per i reati statali.
L’ex presidente durante il finesettimana ha attaccato il giudice federale che sovrintende al caso per l’assalto al Congresso, giorni dopo che il magistrato lo aveva avvertito di non fare dichiarazioni infiammatorie sulla vicenda giudiziaria.
Trump ha pubblicato un post questa mattina sul suo sito Truth definendo il giudice distrettuale Tanya Chutkan “altamente partigiana” e in caratteri maiuscoli “MOLTO PARZIALE E INGIUSTA!” a causa dei precedenti commenti in un caso in cui condannava uno degli imputati accusati nella rivolta del 6 gennaio 2021. Il magistrato venerdì aveva imposto un ordine di protezione limitando ciò che l’imputato e i suoi avvocati possono divulgare pubblicamente aggiungendo che la sua difesa dovrebbe essere montata in aula e “non su Internet”.
Per ora Tanya Chutkan non si è pronunciata.