I colloqui sul limite del debito si sono interrotti bruscamente oggi pomeriggio dopo che lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, ha deciso di “mettere in pausa” i negoziati con i democratici. Un funzionario della Casa Bianca ha riconosciuto che ci sono “differenze reali” che rendono difficili ulteriori discussioni. Non si sa quando i colloqui riprenderanno
McCarthy ha affermato che lo stallo sarebbe facilmente risolvibile se solo i delegati del presidente Biden acconsentissero ad alcuni tagli alla spesa richiesti dai repubblicani. I democratici si oppongono alle forti riduzioni che i repubblicani hanno posto affermando che sono dannose per il Paese.
L’amministrazione di Biden vuole concludere un accordo con i repubblicani per evitare il default del debito se il governo non riesce ad aumentare il limite di prestito, ora a $ 31 trilioni, per continuare a pagare i conti della nazione.
I negoziatori si sono incontrati questa mattina per un terzo giorno a porte chiuse al Campidoglio con la speranza di raggiungere un accordo questo fine settimana. Il Dipartimento del Tesoro ha annunciato che il 1 giugno non avrà più soldi per pagare i debiti contratti dal governo, se non si dovesse alzare il tetto del debito il Paese andrà in default.
I repubblicani vogliono ottenere forti tagli alla spesa sostenendo che il deficit deve essere messo sotto controllo, ma il team di Biden ribatte che i limiti proposti dai repubblicani nel loro disegno di legge approvato dalla Camera ammonterebbero a riduzioni del 30% in alcuni programmi, soprattutto quelli sociali. I senatori democratici hanno già detto che il piano della Camera sarà respinto al Senato.
Qualsiasi accordo avrebbe bisogno del sostegno sia dei repubblicani che dei democratici per essere approvato.
Sia il presidente Biden che lo speaker della Camera Kevin McCarthy sono sotto pressione dalle ali massimaliste dei due partiti.
Biden ha sostenuto che l’aumento del limite del debito e la riduzione del deficit di bilancio dovrebbero essere due questioni separate, ma secondo un nuovo sondaggio dell’Associated Press-NORC circa sei americani su 10 non sono d’accordo.