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March 30, 2023
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Il gran giurì di New York prende altro tempo: sospiro di sollievo per Trump

La corte non sarebbe riuscita a convincere i giurati ad incriminare l'ex presidente

Marco GiustinianibyMarco Giustiniani
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New York County District Attorney Alvin Bragg (C) arrives at New York Criminal Court in advance of a potential Indictment of Former President Donald Trump in New York, New York, USA, 22 March 2023 ANSA/EPA/Peter Foley

Time: 3 mins read

Non si capisce se si si tratta di un rinvio o di una resa. Il gran giurì di New York utilizzato per un’indagine penale sull’ex presidente Donald Trump non dovrebbe riunirsi fino alla fine del prossimo mese.

Secondo Fox News e il New York Post il rinvio sarebbe dovuto perché il District Attorney di Manhattan, Alvin Bragg, non sarebbe riuscito a convincerei giurati della colpevolezza dell’ex presidente e quindi cerca di prendere tempo. Secondo il Washington Post la pausa è stata dettata dalla Pasqua cristiana, da quella ebraica, che inizia il prossimo mercoledì, e dal Ramadan. Secondo Politico la sosta era stata ampiamente annunciata sin dall’inizio dell’anno.

L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan non commenta e ha fatto sapere che Alvin Bragg può convocare il gran giurì in qualsiasi momento.

Trump è accusato di aver fatto consegnare, nel 2016, 130 mila dollari a un’attrice porno, Stormy Daniels, che aveva minacciato di rivelare di aver avuto una relazione con lui nel 2006, nel resort in Nevada che ospitava un torneo di golf per vip. La donna voleva raccontare la storia a un mese dalle elezioni presidenziali del 2016.

Secondo l’accusa, Trump aveva comprato il suo silenzio, dandole i soldi attraverso il suo avvocato e tuttofare, Michael Cohen. L’indagine si concentra sui documenti aziendali della Trump Organization che riflettono il rimborso a Cohen per il compenso a Stormy Daniels. La Trump Organization ha elencato tale rimborso come “spese legali”.

Secondo la legge di New York, la falsificazione dei documenti aziendali è un reato “commerciale”. Ma questo può diventare un reato criminale se la falsificazione viene fatta per nascondere un altro crimine. Cohen si è dichiarato colpevole nel 2018 per crimini finanziari della campagna federale, uno dei quali era legato al pagamento della Daniels.

Former U.S. President Donald Trump dances while exiting after speaking during a rally at the Waco Regional Airport on March 25, 2023 in Waco, Texas. /AFP (Photo by Brandon Bell /Ansa)

L’ex presidente ha sempre respinto questa ricostruzione. Lunedì sera, in un’intervista su Fox News, Trump ha ribadito: “Non ho mai avuto una relazione con lei. Non ho mai avuto una storia. È tutto inventato”.

Trump, che ha sempre sostenuto come il pagamento a Daniels non fosse stato fatto con i soldi destinati alla campagna elettorale, ha accusato il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, di voler “interferire nelle elezioni”.

I repubblicani della Camera hanno criticato Bragg e hanno detto che potrebbero chiamarlo al Congresso. La parlamentare Elise Stefanik, presidente della Conferenza Repubblicana, ha dichiarato che mettere Bragg sul banco dei testimoni è la loro “massima priorità”. Il Majority Leader alla Camera Steve Scalise ha detto che la Camera è pronta a usare citazioni in giudizio per indagare sull’uso improprio del sistema giudiziario. “Purtroppo ci sono state così tante agenzie, sia federali che locali, che si sono comportate in questo modo”, ha detto Scalise.

Secondo un sondaggio condotto dalla Quinnipiac il 57% dei democratici e il 38% dei repubblicani pensano che se le accuse penali verranno formalizzate Donald Trump dovrebbe essere squalificato per candidarsi di nuovo alla presidenza.

Alle persone intervistate per il sondaggio demoscopico è stato chiesto cosa pensino dell’indagine del procuratore distrettuale di Manhattan su Trump.

Il 55% pensa che le accuse siano molto gravi (32%) o abbastanza gravi (23%), mentre il 42% pensa che le accuse non siano troppo gravi (16%) o per niente gravi (26%).

Più di 6 americani su 10 (62%) pensano che il caso sia principalmente motivato dalla politica, mentre il 32% pensa che il caso sia principalmente motivato dalla legge.

Quasi 7 americani su 10 (69%) pensano che Trump abbia agito principalmente preoccupato per se stesso quando ha annunciato sui social che sarebbe stato arrestato a New York e ha esortato le persone a protestare e “riprendersi la nostra nazione”, mentre quasi un quarto (24%) pensa che abbia agito principalmente per preservare la democrazia.

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Marco Giustiniani

Marco Giustiniani

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