Dietro le spalle li schernivano, ma davanti le telecamere di Fox News facevano finta di prenderli sul serio. Rudy Giuliani, Sidney Powel, Mike Lindell si alternavano ai programmi di Tucker Carlson, Maria Bartiromo, Lou Dobbs, Sean Hannity, Laura Ingraham e Jeanine Pirro parlando degli assurdi complotti orditi da potenze straniere per contraffare i risultati delle macchine per il voto Smartmatic e Dominion in modo da rubare le elezioni a Trump. Ma prima e dopo queste conversazioni dirigenti e giornalisti della stazione televisiva si scambiavano commenti beffardi.
Lo ha ammesso lo stesso Rupert Murdoch, proprietario di Fox News, che sotto giuramento ha affermato che diversi conduttori dell’emittente hanno avallato le bugie di Donald Trump anche se non ci credevaano. Falsità che sarebbero state sostenute per mantenere l’audience televisiva dopo che la notte delle elezioni Fox News aveva assegnato a Biden la vittoria dello Stato dell’Arizona suscitando la reazione dei sostenitori di Trump che arrabbiati avevano cambiato canale televisivo.
L’ammissione dell’editore australiano-americano, proprietario delle influenti testate come il Wall Street Journal, il Times e il Sunday Times di Londra, oltre a NY Post, oltre che di Fox è arrivata durante una deposizione nel quadro della causa per diffamazione da 1,6 miliardi di dollari intentata contro Fox News dalla Dominion Voting Systems, che produce e vende hardware e software per il voto elettronico. La società ha accusato il network di aver diffamato la sua reputazione. Il processo comincerà il 17 Aprile nella corte statale del Delaware. Il 21 marzo però è stata fissata una udienza preliminare con la richiesta di “giudizio sommario” da parte della Dominion in cui il giudice potrebbe emettere una decisione senza svolgere il processo dibattimentale ma solo con le prove e testimonianze sottopostegli.

In preparazione di questa udienza, il giudice ha reso pubbliche migliaia di pagine di testi, e-mail, documenti e corrispondenza, scambiati tra i dirigenti e i giornalisti di Fox News che sembrano sostenere le accuse di Dominion che tutti sapevano che Donald Trump aveva perso le elezioni presidenziali del 2020 e che non c’erano le prove delle frodi elettorali. Ciò nonostante il network continuava la campagna di disinformazione per mantenere stretto il legame con la sua audience.
“Con il senno di poi – ha affermato Murdoch nella sua deposizione – mi sarebbe piaciuto che fossimo stati più forti nel denunciare la cosa”.
Secondo il Washington Post, Rupert Murdoch avrebbe inoltre quantificato il grado di adesione dei diversi conduttori alla falsa narrativa elettorale: “Alla domanda se la conduttrice di Fox News Jeanine Pirro avesse approvato le affermazioni, Murdoch ha risposto: ‘Penso di sì”. L’ex conduttore Lou Dobbs lo avrebbe fatto “molto” e l’anchorman di prima serata Sean Hannity “solo un po'”.
In una e-mail del 19 novembre 2020, Rupert Murdoch descrive Donald Trump e Rudy Giuliani come “entrambi sempre più pazzi”. Aggiunge di Trump: “Il vero pericolo è quello che potrebbe fare come presidente. Apparentemente non dorme ed è nervoso! Non so di Melania, ma i figli non aiutano”.
In un altro Murdoch e Tucker Carlson si scambiano messaggini in cui affermano di non vedere l’ora che Trump andasse via dalla Casa Bianca. E Carlson scrive “Siamo molto, molto vicini a poter ignorare Trump. Non vedo davvero l’ora. Lo odio appassionatamente”, e poi, dei quattro anni in cui Trump è stato presidente: “Stiamo tutti fingendo di avere molto da dimostrare, perché ammettere i disastri che ha combinato è troppo difficile da digerire”.

Bugie difese a spada tratta da Fox News per compiacere un presidente vanitoso che si serviva del network televisivo per comunicare con i suoi sostenitori. Conveniva a Trump, conveniva al network che in questo modo ha ottenuto il primato della audience televisiva. Ma ha perso l’America.
Forse questo è uno dei maggiori scandali dell’informazione da parte di una grande rete televisiva americana. Generalmente quando un media pubblica una notizia errata, e viene dimostrato che la notizia è errata, il giornale, la radio, la televisione, fa una rettifica e si scusa con i lettori per l’errore. Fox News non lo ha fatto e con una singolare considerazione afferma che se il network dovesse essere condannato si metterebbe in discussione la libertà dell’informazione in un paese democratico.
Tralasciando però che in un Paese democratico la base dell’informazione deve essere la verità dei fatti. Una ostinazione che indica anche una storia ancora più grande: la lunga guerra dei media conservatori alla verità. Per decenni, i media conservatori hanno espressamente cercato di costruire e catturare un pubblico che accetti solo la loro versione degli eventi. E’ successo con John McCarthy negli Anni 50, quando i media terrorizzati dalle accuse di simpatie con il comunismo hanno abdicato al loro ruolo di difensori della verità. Ed è successo nuovamente 70 anni dopo quando un network, pur di fare audience, ha accettato e promosso le bugie di Sidney Powell, intervistata a più riprese, notte dopo notte, con Rudy Giuliani e Mike Lindell, per raccontare senza contraddittorio a milioni di americani le loro favole elettorali.
Discussion about this post