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January 27, 2023
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Le bugie di George Santos ora spaccano il Partito Repubblicano

Il Campaign Legal Center ha presentato contro il deputato un reclamo ufficiale alla Federal Election Commission. Il GOP in difficoltà per lo scandalo conferma Ronna McDaniels alla direzione del Partito

Massimo JausbyMassimo Jaus
Il deputato Santos twitta l’ennesima bugia

George Santos / Facebook

Time: 4 mins read

Non passa giorno che non ci siano nuove rivelazioni su George Santos, il parlamentare repubblicano eletto alla Camera alle passate elezioni di Mid term. Bugie e comportamenti bizzarri che si aggiungono alle perplessità sui fondi donati per finanziare la sua campagna elettorale. Rivelazioni che oltre a colpire il parlamentare stanno creando seri problemi al partito e allo speaker della Camera Kevin McCarthy. 

Secondo The Independent, il bizzarro congressman di Long Island è accusato di aver fatto una serie di post su Facebook scherzando sul genocidio di ebrei e neri commesso da Hitler. 

Un suo amico che abitava con lui ha confermato la validità dell’account e ha affermato che Santos faceva spesso commenti antisemiti. Un avvocato di Santos ha detto che il post su Facebook è “completamente falso”. 

Questo nuovo capitolo si aggancia alla valanga di bugie dette durante la campagna elettorale, tra cui anche quella di essere ebreo e dei suoi nonni scampati all’Olocausto. Ma Santos è anche sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti per i soldi della sua campagna elettorale. Su un modulo di divulgazione finanziaria modificato che ha presentato alla Federal Election Commission questa settimana due prestiti – per 500 mila e per 125 mila dollari non sono stati più identificati come provenienti dai fondi personali, come erano stati dichiarati in precedenza, senza però citare chi abbia fatto queste donazioni. Fondi poi scomparsi senza una chiara spiegazione del loro utilizzo perché Santos non ha speso neanche un centesimo in pubblicità elettorale.

Capitol Hill police officer walks down the East Front steps of the US Senate on Capitol Hill in Washington, DC, USA, 05 January 2022 ANSA/EPA/MICHAEL REYNOLDS

Nei giorni scorsi Santos ha detto agli ispettori della Federal Election Commission di aver assunto un nuovo amministratore sulla certificazione dei suoi fondi elettorali. Un’altra bugia, perché la persona indicata dal parlamentare ha detto di aver rifiutato la proposta di lavoro. Secondo i regolamenti federali, un comitato elettorale non può raccogliere o spendere denaro se non ha un tesoriere. Il tesoriere raccoglie tutti i contributi e solo il tesoriere, o una persona designata dal tesoriere, può approvare le spese della campagna elettorale. E il tesoriere che Santos aveva in precedenza si è dimesso e viene interrogato dagli inquirenti della Federal Election Commission.

Il Campaign Legal Center, un’organizzazione di controllo senza scopo di lucro, ha presentato un reclamo ufficiale alla FEC contro Santos. 

Ieri davanti la sede dell’Ufficio delle Tasse della Contea di Mineola c’è stata una dimostrazione degli elettori della circoscrizione elettorale del parlamentare che chiedevano la pubblicazione delle sue tasse. “È talmente bugiardo – ha affermato uno dei dimostranti al canale televisivo locale – che potrebbe aver accettato i finanziamenti di qualche paese nemico degli Stati Uniti”. 

I problemi di Santos inevitabilmente si ripercuotono sul partito repubblicano e sulla striminzita maggioranza che il GOP ha alla Camera. E questo spiega l’ostinato sostegno che gli viene dato dalla leadership del partito. 

Oltre allo scandalo di George Santos un altro se ne sta affacciando in casa Gop. Secondo Newsweek, il parlamentare della Florida Matt Gaetz, già accusato di aver avuto una relazione sessuale con una minorenne, avrebbe anche una relazione gay con Joel Valdez, il suo addetto stampa. Lo afferma Rebekah Jones, candidata democratica al seggio di Gaetz in Florida sconfitta dal parlamentare repubblicano alle passate elezioni. 

Matt Gaetz – wikimedia

Immediata la reazione degli avvocati di Matt Gaetz che hanno minacciato la querela per diffamazione, ma finora non l’hanno presentata. Per i repubblicani c’è il rischio che se anche questo scandalo dovesse esplodere e portare Matt Gaetz alle dimissioni la già striminzita maggioranza si assottiglierebbe ulteriormente.

Le fratture e le lotte intestine all’interno del GOP saranno in piena mostra oggi in California alle elezioni del Comitato nazionale repubblicano che ha eletto il leader che guiderà l’organizzazione – e, per estensione, il partito – alle prossime elezioni presidenziali. Il voto, che si svolto durante la riunione invernale dei 168 delegati del RNC a Dana Point, l’elegantissima spiaggia a sud di Los Angeles, ha segnato il culmine di una corsa controversa e aspra che ha visto la riconferma dell’attuale presidente per tre mandati, Ronna McDaniel, lottare per mantenere la sua posizione dopo le deludenti elezioni di medio termine. A sfidarla c’erano Harmeet Dhillon, avvocatessa repubblicana che si è guadagnata il sostegno di coloro che vogliono il cambio di leadership, compresi i componenti più di destra del partito e coloro che hanno abbracciato più pienamente il movimento “Make America Great Again” dell’ex presidente Donald Trump. 

Anche Mike Lindell, il fondatore di My Pillow e convinto sostenitore della cospirazione secondo cui le elezioni del 2020 sarebbero state truccate, è un candidato, anche se la sua candidatura non ha seri appoggi.

Donald Trump non sarà presente alla serata ma la discussione è stata proprio su di lui e sulla sua candidatura alle presidenziali del 2024. La frattura all’interno del partito è molto visibile tra i repubblicani di base, indipendentemente dal loro sostegno all’ex presidente, e quelli nell’ala MAGA dove ha fatto presa lo stile politico di Trump che ha trasformato il partito.

Trump nel 2016 ha scelto McDaniel per guidare la RNC, un ruolo che prevede l’organizzazione della raccolta dei fondi elettorali, il coordinamento del messaggio del partito a livello nazionale e l’arbitrato delle controversie interne. McDaniel ha difeso Trump per il tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 al Campidoglio e più recentemente non gli ha addossato le responsabilità per i deludenti successi dei repubblicani alle elezioni di Midterm.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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