Il gran giurì speciale della contea di Fulton in Georgia ha concluso dopo sei mesi di indagini l’inchiesta sull’ex presidente Donald Trump e sui suoi alleati per i tentativi per cercare di rovesciare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020.
Il magistrato del Tribunale Superiore, Robert McBurney, ha detto che il rapporto è stato approvato dalla maggioranza dei giurati del gran giurì, composto da 27 membri.
Il prossimo 24 gennaio McBurney terrà un’udienza in cui annuncerà la decisione del grand jury. Il magistrato ha detto che non ha ancora deciso se lo renderà pubblico anche se il gran giurì aveva “votato per raccomandarne la pubblicazione”. In base alla legge in vigore in Georgia, i gran giurì speciali non possono decidere su eventuali incriminazioni, ma possono raccomandarle al procuratore distrettuale.
Per 7 mesi i giurati hanno ascoltato le testimonianze e visionato le prove raccolte dagli inquirenti sulle pressioni che Donald Trump fece sui funzionari elettorali repubblicani nel tentativo di rovesciare la vittoria di Joe Biden nello stato.
Il gran giurì speciale ha interrogato decine di testimoni, inclusi personaggi molto vicini a Trump come il senatore della Carolina del Sud Lindsey Graham e l’avvocato Rudy Giuliani, oltre ai vertici dello Stato della Georgia tra cui il governatore Brian Kemp e il segretario di Stato Brad Raffensperger. Proprio dalla sua testimonianza è partita l’inchiesta dopo che il segretario di Stato aveva registrato la telefonata che l’allora presidente gli fece, il 2 gennaio 2021, chiedendogli di “trovare” i voti per cambiare il risultato elettorale.

Secondo la legge della Georgia, i gran giurì speciali non possono richiedere il rinvio a giudizio ma possono emettere un rapporto contenente le raccomandazioni che poi dovrà essere esaminato dal procuratore distrettuale della contea di Fulton Fani T. Willis, che se dovesse ritenere che ci siano le prove sufficienti per il rinvio a giudizio dovrà incaricare un altro gran giurì regolare per esaminare la richiesta, una mossa che potrebbe precedere la pubblicazione del rapporto del gran giurì.
Nel corso dei mesi l’indagine si è allargata anche ad alcuni legislatori statali per la loro partecipazione al tentativo di frode elettorale. Il piano prevedeva di usare i falsi elettori tanto per creare quella confusione che avrebbe dato al vicepresidente Mike Pence l’appiglio per bloccare la cerimonia della certificazione della vittoria di Biden. Ma non solo. Le indagini hanno anche affrontato i tentativi da parte di persone non autorizzate di accedere alle macchine per il voto in una contea della Georgia e le minacce e molestie fatte contro alcuni operatori elettorali.
Tra le persone di maggiore interesse da parte degli inquirenti c’è Rudy Giuliani per le sue interferenze elettorali e pressioni sul voto, nel 2020, in favore di Donald Trump. L’ex avvocato di Trump è emerso proprio come una delle figure centrali nell’inchiesta condotta in Georgia.
All’inizio dell’estate sono stati ascoltati alcuni testimoni che hanno confermato la presenza di Giuliani a una serie di incontri con rappresentanti del congresso stale georgiano presso i quali avrebbe diffuso false accuse sulle frodi elettorali e avrebbe organizzato con loro la truffa dei falsi elettori architettata da John Eastman, il giurista che aveva posto le basi per la strategia legale per annullare il risultato elettorale e che spingeva Donal Trump ad esercitare pressioni sull’allora vicepresidente Mike Pence di bloccare la certificazione, pur essendo consapevole che il piano fosse illegale.
Gli avvocati di Giuliani hanno confermato ad agosto che gli inquirenti avevano detto loro che avrebbe potuto affrontare accuse penali. Ai 16 falsi elettori repubblicani è stato anche detto che sono gli obiettivi delle indagini e devono considerarsi “esecutori di una attività criminale”.

Nella stessa inchiesta oltre a Giuliani figura il senatore repubblicano Lindsey Graham, uno dei big del partito repubblicano e fedelissimo dell’ex presidente. Il senatore del South Carolina è stato interrogato ad Atlanta come testimone davanti al grand jury speciale. Prima di comparire aveva presentato ricorso alla corte federale che lo aveva respinto. Quindi il senatore aveva presentato lo stesso ricorso alla corte federale d’appello, ma anche questa lo aveva respinto. Oltre al senatore e a Rudy Giuliani sono stati interrogati anche altri quattro avvocati, tra cui Sydney Powell, che hanno lavorato con Trump e che ha avuto intensi contatti con i funzionari elettorali della Georgia dopo il voto del 2020.
Secondo gli esperti legali, Trump potrebbe essere incriminato per aver complottato per compiere la frode elettorale, istigato a farlo e interferito intenzionalmente con i compiti elettorali di un funzionario pubblico.
Non è chiaro se l’inchiesta rimarrà in Georgia o se invece sarà mandata allo Special Counsel del Dipartimento della Giustizia, Jack Smith, nominato dal ministro Garland, che indaga sia sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio perché molti dei risvolti criminali di questa vicenda, come quello dei falsi Grandi Elettori e del complotto per cercare di ribaltare l’esito elettorale sono parte integrante dell’inchiesta sull’assalto al Congresso.
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