È giovedì la data scelta da Joe Biden per lanciare la sua campagna elettorale in vista delle elezioni di Midterm. L’evento iniziale è previsto in Maryland, tentando di capitalizzare uno dei migliori momenti della sua presidenza e di convincere gli elettori a votare i democratici perché mantengano il controllo di Camera e Senato.
Il programma prevede un tour nel Paese durante il quale Biden ricorderà le sue conquiste, presenterà nuovamente l’agenda del partito e metterà in guardia su cosa faranno i repubblicani in caso di conquista del Congresso. Lo stesso congresso assaltato il 6 gennaio 2021 dopo la vittoria di Biden alle presidenziali del 2020.
Per il presidente, però, non sarà un percorso semplice. Biden si trova infatti a dover fronteggiare un livello di consenso molto basso (secondo la media degli ultimi sondaggi di RealClearPolitics il 40,9% lo approva, il 55,8% no). Anche negli spot televisivi è attaccato più spesso di quanto lo fossero stati alla vigilia del Midterm sia Barack Obama nel 2018 che Donald Trump nel 2018, ed è ampiamente ignorato nei website e negli account Twitter della campagna democratica.

Come se non bastasse, il Washington Post ha reso evidente, dopo aver condotto una dettagliata analisi, che i candidati nelle gare chiave di molti stati Usa non gli chiedano nemmeno di andare a sostenerli, evitandolo nel caso in cui si presenti sul territorio. Il dato emerge da uno studio su 60 concorrenti democratici nelle sfide più competitive a livello di governatori e di Congresso.
Pochi candidati dicono di volere Biden a fare campagna nei loro stati o distretti, e molti non rispondo affatto alla domanda. Il Post ha chiesto anche se i candidati vogliano il sostegno della vicepresidente Kamala Harris, ottenendo la stessa serie di risposte non entusiaste.