Resta un mistero, almeno per ora, cosa abbia motivato gli agenti dell’FBI a perquisire la casa dell’ex presidente Donald Trump a Mar-a-Lago.
Forse legato al trasferimento di decine di scatoloni contenenti documenti prelevati dalla Casa Bianca e che dovevano, invece, essere consegnati (come legge impone) ai National Archives. Forse il possesso di scottanti documenti “top secret” dei quali, da ex presidente, non ha più diritto a visionare. Forse la pianificazione del tentativo insurrezionale del 6 gennaio. Fatto sta che gli agenti federali a fine perquisizione hanno portato via dalla casa di Trump 15 grossi contenitori di documenti.
Secondo la CNN, il raid dell’FBI è scattato dopo un incontro tra l’avvocato dell’ex presidente, John Rowley, e gli inquirenti del dipartimento Giustizia. Un incontro per trattare il contenzioso tra i National Archives e Trump, che i documenti non li aveva ancora restituiti e prendeva tempo. Ma la perquisizione potrebbe anche avere a che fare con l’indagine sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, dopo che nelle settimane scorse il cerchio si è stretto attorno a Trump e un grand giurì federale ha chiamato numerosi testimoni che presero parte alle conversazioni nei giorni precedenti il tentativo insurrezionale.
Un altro particolare, almeno per ora senza risposta, è come gli agenti dell’FBI siano andati a colpo sicuro nel perquisire la casa di Trump a West Palm Beach. L’ex presidente ha un attico a più piani nella Trump Tower al centro di Manhattan, trascorre molto tempo al suo Golf Club in New Jersey (dove ha una villa nel complesso), a volte è a “Seven Springs”, una gigantesca mansion tipo Highclere Castle, quella di Downtown Abbey, nella contea di Westchester, al centro della vicenda giudiziaria avviata dall’Attorney General di New York Letitia James. E tra tutte le sue abitazioni, gli agenti hanno fatto una sola perquisizione a Mar A Lago, forzando la cassaforte.

Tra le tante perplessità c’è anche una certezza, almeno per Alberto Gonzales l’ex Attorney General dell’amministrazione Bush: la decisione di autorizzare gli inquirenti a compiere un passo così drammatico deve avere delle basi molto, molto solide. Nessun magistrato federale, nessun alto funzionario del dipartimento di Giustizia avrebbe permesso un’azione investigativa così forte se non ci fossero stati dei fondati motivi per autorizzarla. “La reazione – ha detto Gonzales a USA Today – sarà una tempesta di fuoco”. E così è stato.
Incuranti della totale ignoranza delle indagini, molti repubblicani filo-trumpiani si sono gettati a testa bassa nella difesa dell’ex presidente. Il senatore floridian repubblicano Rick Scott ha paragonato il raid dell’FBI di Mar-a-Lago alla Germania nazista, alla Russia sovietica e alle dittature in America Latina. “Un’azione simile dovrebbe spaventare i cittadini americani”, ha commentato Scott a Fox News.
Il congressman Mike Turner ha chiesto a Christopher Wray, il direttore dell’FBI, di spiegare il motivo per cui ha effettuato la perquisizione della casa di Trump. Turner, leader della minoranza GOP presso la Commissione d’intelligence della Camera che sovrintende ai servizi segreti, incluso quello del Dipartimento della Giustizia, ha anche concordato con Trump nel ritenere il raid “motivato politicamente”.
Il leader della minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy, ha promesso di avviare un’indagine sul dipartimento di Giustizia se i repubblicani avranno il controllo della Camera a metà novembre. In una dichiarazione pubblicata su Twitter poche ore dopo che l’FBI ha fatto irruzione a Mar-a-Lago, ha affermato che “il Dipartimento di Giustizia ha raggiunto uno stato intollerabile di politicizzazione armata”.
Il governatore della Florida Ron DeSantis, in un post su Twitter, ha affermato che il raid è “un’altra escalation delle agenzie federali contro gli oppositori politici del regime”. Il governatore del Texas Greg Abbott ha descritto la mossa come “nixoniana”, accusando l’amministrazione Joe Biden di utilizzare le “leve del governo” per colpire Trump.
The look on your face when you learn that the @fbi just raided Mar-a-Lardo and #TFG is shitting a brick!!!#KarmaBoomerang pic.twitter.com/Na9x85TrNA
— Michael Cohen (@MichaelCohen212) August 8, 2022
Chi invece sorrideva è Michael Cohen, l’ex avvocato di Donald Trump che ha litigato con il suo vecchio capo, il quale ha twittato una foto di se stesso con la faccia che sprizzava allegria con il pollice in su dopo la notizia del blitz. Accanto all’immagine ha scritto: “Lo sguardo sul tuo viso quando apprendi che l’FBI ha appena fatto irruzione a Mar-a-Lardo e il TFG si sta ca*ando addosso!!! #KarmaBoomerang”.
“TFG”, “The Ex Guy”, è un termine usato dai critici di Trump per descrivere l’ex presidente. Cohen è stato l’avvocato personale di Trump tra il 2006 e il 2018 e vicepresidente delle finanze del Comitato nazionale repubblicano dal 2017 al 2018. Nell’agosto 2018 Cohen si è dichiarato colpevole di violazioni del finanziamento della campagna elettorale, frode bancaria e frode fiscale a seguito di informazioni scoperte dall’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sulle elezioni presidenziali del 2016. È stato mandato in prigione, anche se rilasciato in anticipo a causa della pandemia di coronavirus e tenuto agli arresti domiciliari, collaborando alle indagini avviate dalla procura distrettuale di Manhattan sulle società dell’ex presidente.
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