Allarme rosso per i repubblicani. Nel primo test elettorale sul diritto all’aborto dopo la sentenza della Corte Suprema su Roe vs. Wade, la grande maggioranza degli elettori del Kansas ha deciso tramite un referendum di continuare a garantire il diritto all’interruzione di gravidanza sancito dalla costituzione dello Stato.
Ieri si è votato in cinque elezioni primarie, e proprio in Kansas, oltre alla scelta dei candidati che si sfideranno il prossimo 8 novembre nelle elezioni di midTerm, era stato inserito dai legislatori locali un referendum per emendare la Costituzione dello Stato in modo da dare la possibilità al parlamento statale, saldamente in mano repubblicana, di modificare l’attuale legge per limitare, o annullare del tutto, l’accesso alle cliniche in cui si praticano le interruzioni della maternità.
Con i dati ancora non definitivi, oltre il 62% degli elettori di questo stato del Midwest profondamente conservatore, ha bocciato la proposta.
Un segnale positivo per i democratici, che dà un po’ di speranza per le prossime elezioni, dato che ieri in Kansas si è registrata un’affluenza alle urne di gran lunga superiore a quella delle primarie degli ultimi anni. E la controversa decisione della Corte Suprema sembra essere un argomento determinante per le elezioni del prossimo novembre, motivando gli elettori ad andare a votare in massa.

La legge statale attuale permette l’interruzione di gravidanza in Kansas fino alla 22esima settimana, trasformando questo Stato in una sorta di rifugio per migliaia di donne degli Stati confinanti (Missouri e Oklahoma) ma anche dal Texas, che in queste settimane hanno approvato leggi molto più restrittive sul diritto delle donne per la maternità.
Negli Stati Uniti sono dieci gli Stati, incluso il Kansas, che prevedono il diritto all’aborto nelle loro costituzioni statali. Altre votazioni simili sono previste nei prossimi mesi in California, Michigan e Vermont.
“La decisione estremista della Corte Suprema di rovesciare la sentenza Roe v Wade ha messo a rischio la salute e le vite delle donne. Questa notte, il popolo americano si è espresso in proposito”, ha affermato il presidente Joe Biden, commentando i risultati del referendum. “Gli elettori sono andati in votare in numero record per bocciare i tentativi estremisti di emendare la Costituzione” annullando la protezione del diritto all’aborto, ha aggiunto. “Questo voto afferma con chiarezza quello che già sappiamo: la maggioranza degli americani crede che le donne debbano avere accesso all’aborto ed avere il diritto di fare le proprie scelte sulla salute”, ha continuato il presidente esortando il Congresso “ad ascoltare la volontà del popolo americano e restaurare le protezioni della Roe con una legge federale”.

Quelle di ieri sono state però anche le primarie della vendetta dell’ex presidente Donald Trump.
All’indomani del 6 gennaio, 10 parlamentari repubblicani votarono per la rimozione dell’ex presidente dalla Casa Bianca per aver incitato il tentativo insurrezionale. Da allora sono stati il bersaglio dei fulmini dell’ex presidente e tre di loro, Jaime Herrera Beutler e Dan Newhouse, dello Stato di Washington, e Peter Meijer, del Michigan, sono stati sconfitti da candidati pro-Trump.
Le primarie repubblicane in Arizona sono state un proseguimento della guerra tra Trump e il Partito Repubblicano tradizionale e sono anche state l’ennesima prova della follia cospiratrice che si è impossessata del sistema elettorale dello Sato. L’ufficio del District Attorney della contea di Maricopa ha dovuto emettere un’ingiunzione a Gail Golec, un’agente immobiliare di Scottsdale che concorre per la carica di Supervisore della Contea, per smettere di raccontare che il voto espresso sulle schede con la penna fornita dagli scrutatori agli elettori registrati repubblicani “svanisce”. Vittoria anche di Mark Finchem, attivista di Stop the Steal, sponsor dei Cyber Ninja, l’improbabile gruppo che ha conteggiato per la quarta volta le schede elettorali che hanno sancito la vittoria di Biden nello Stato. Sarà il nuovo segretario di Stato.
Per la carica di governatore dello Stato, l’ex giornalista televisiva Kari Lake, che è sostenuta da Trump, e Karrin Taylor Robson, un ex membro dell’Arizona Board of Regents, che è invece sostenuta sia dall’ex vice presidente Mike Pence che dall’attuale governatore in carica Doug Ducey, sono in una corsa serrata per la nomina del candidato ufficiale del partiro. Kari Lake è in vantaggio. Chi vincerà sfiderà a novembre l’attuale segretario di Stato Katie Hobbs, che ha ottenuto la nomina dei dem a governatore.
Un’altra vittoria di un candidato repubblicano sostenuto da Trump è quella di Blake Masters, che sfiderà il senatore democratico Mark Kelly. Masters è uno strenuo difensore di Trump e, come l’ex presidente, ha già cominciato a dire che se a novembre sarà sconfitto sarà a causa dei brogli elettorali.
In MichiganTudor Dixon, giornalista TV reazionaria sostenuta da Trump, ha vinto le primarie repubblicane e sfiderà il governatore democratico Gretchen Whitmer. In Missouri il dato più significativo non è però sul candidato che ha vinto, ma su quello che ha perso. L’ex governatore Eric Greitens, forzato alle dimissioni nel 2018 per uno scandalo sessuale e per accuse di fondi elettorali scomparsi, stava tentando un rientro politico candidandosi al Senato federale. E’ stato battuto dal Procuratore generale Eric Schmidt.