Mosca ha accusato “le forze armate dell’Azerbaigian di avere violato il cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh” e si è detta pronta a “stabilizzare” la situazione. Lo afferma in una nota il ministero della Difesa russo.
“Il comando del contingente di mantenimento della pace russo sta adottando misure per stabilizzare la situazione insieme ai rappresentanti della parte azerbaigiana e armena”, si legge in una nota diffusa dalla agenzia Tass.
L’Azerbaigian e l’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh nelle ultime ore si accusano a vicenda di violare il cessate il fuoco e denunciano ognuno la morte di un proprio combattente. Il ministero della Difesa azero ha accusato i combattenti dell’autoproclamata repubblica di aver preso di mira le posizioni dell’esercito azero nel distretto di Lachin (sotta la supervisione delle truppe russe) uccidendo un soldato di leva. Il Nagorno-Karabakh ha a sua volta puntato il dito contro l’esercito azero accusandolo di aver ucciso un combattente e averne feriti altri otto.
Nell’autunno del 2020 ci sono stati sanguinosi combattimenti tra armeni e azeri nel Nagorno-Karabakh, dove si stima che abbiano perso la vita oltre 6.500 persone. Un accordo di cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian è stato siglato nel novembre del 2020 con la mediazione di Mosca. In base al documento, l’Azerbaigian ha mantenuto i territori conquistati e l’Armenia gli ha ceduto anche altre zone del conteso Nagorno-Karabakh e dei territori limitrofi.
Sempre sulla base dell’accordo, inoltre, la Russia ha inviato circa 2.000 soldati nel Nagorno-Karabakh, con l’obiettivo ufficiale di far rispettare la tregua. L’opposizione armena ha bollato l’accordo di tregua come una “capitolazione”, ma secondo il premier Pashinyan continuando a combattere la sconfitta delle truppe armene sarebbe stata soltanto più pesante.