Era un po’ sparita dalla scena internazionale dopo il clamore per la sua elezione a vicepresidente degli Stati Uniti. Ma da domani Kamala Harris sarà di nuovo al centro della scena, e che scena!
Arriverà nel cuore dell’Europa, in Germania, a capo della delegazione statunitense nel pieno della crisi con la Russia sulla questione ucraina. Il continente europeo sta vivendo la più grave minaccia militare dalla seconda guerra mondiale, e Kamala Harris dovrà cercare di placare la tensione con Mosca che è alle stelle.
Gli Stati Uniti smentiscono infatti quanto affermato da Putin sul ritiro dei suoi soldati dai confini ucraini: “La Russia non solo non ha ritirato le truppe, ma ha aggiunto almeno altri 7.000 militari alle frontiere con l’Ucraina”, dicono dalla Casa Bianca. “Mosca potrebbe invadere il suo vicino in qualsiasi momento“, aggiungono. Anche la NATO, immagini satellitari alla mano, dichiara di non vedere alcun ritiro russo; per il presidente ucraino Zelens’kyj si tratta solo di un avvicendamento di soldati.
Qualunque piccolo incidente potrebbe far scattare i combattimenti. I toni sono pesanti e la Harris avrà tutti gli occhi puntati su di lei perché sono in tanti ad aspettarsi da Washington un’azione diplomatica che faccia calare la tensione ed eviti il conflitto. Saranno giorni cruciali, e se davvero Putin ha in testa di andare avanti con l’invasione (nonostante lo neghi), l’attacco cruciale potrebbe avvenire proprio nei giorni in cui la Harris presenzierà a Monaco alla Conferenza sulla sicurezza.
La vicepresidente sarà al centro di un’intensa attività diplomatica dopo mesi di semi-oblio, di gaffes e di critiche sulla sua impreparazione estera, e persino sulla gestione del suo staff dopo le dimissioni di alcune figure chiave. La missione in Europa sarà quindi il palcoscenico più importante, ma anche più rischioso, della sua attività alla Casa Bianca. Incontrerà capi di Stato e vedrà il presidente ucraino e il segretario generale della NATO. Sabato terrà un discorso che si immagina sarà pregno di messaggi a Putin ma anche agli alleati occidentali ed europei che non hanno posizioni uguali nei confronti della Russia, dalla quale dipendono per i rifornimenti energetici.
La Harris dovrà fare leva sui valori che uniscono dentro l’Alleanza Atlantica, dopo il gelo calato nell’era Trump. Non sarà facile in un momento come questo. Nessuno vuole una guerra nel cuore dell’Europa e tutti si dicono favorevoli all’azione diplomatica. Per la Harris questo fine settimana sarà decisivo: potrà essere una grande vittoria che la rimetterà al centro della scena, ridandole quello smalto che ha perso in questi mesi. O potrà essere una catastrofe.

La Harris non ha esperienza di politica estera: come procuratore generale della California e come senatrice ha gestito questioni molto differenti da una crisi internazionale di questa portata. Conviene però a tutti che la Harris abbia successo in questo suo viaggio in Europa. Al suo fianco ci sarà anche l’esperto segretario di Stato Antony Blinken, figura chiave dell’amministrazione Biden, ma il discorso al mondo lo terrà lei che sino a un anno fa era vista come l’erede naturale di Joe Biden (che ha 79 anni e potrebbe ricandidarsi nel 2024).
In questo primo anno l’immagine della prima vicepresidente nera di origine afro-asiatiche si è appannata. La crisi ucraina potrebbe essere l’occasione per riscattare la donna brillante sulla quale un anno fa tutti puntavano, e che con la sua storia personale ha dato una gran mano alla vittoria di Biden.