Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken si è recato mercoledì in visita ufficiale a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, due giorni prima dell’annunciato incontro con l’omologo russo Sergej Lavrov, in programma venerdì 21 gennaio a Ginevra.
Il ministro dell’amministrazione Biden, arrivato nella capitale est-europea nella mattinata locale, si è prima fermato all’ambasciata Usa a Kiev per incontrare lo staff diplomatico capeggiato dall’ambasciatrice Kristina Kvien. “Come sapete tutti molto, molto bene, da due mesi stiamo dedicando grandissima attenzione all’Ucraina a causa del significativo incremento di truppe russe nei pressi del confine ucraino”, ha detto Blinken ai presenti, aggiungendo che l’escalation russa è a suo avviso del tutto immotivata.
“Sappiamo che ci sono piani in atto per aumentare ancora di più quel contingente con un preavviso assai breve, e questo dà al presidente Putin la capacità, sempre con un preavviso assai breve, di intraprendere altre misure aggressive contro l’Ucraina”, ha aggiunto.

Più tardi, dopo un intenso colloquio con Kuleba al ministero degli Esteri, Blinken è stato ancora più specifico, riferendo della possibilità che Mosca raddoppi a breve il numero di soldati e mezzi attualmente presenti sul proprio confine orientale (il confine occidentale ucraino). Poco prima, il capo della diplomazia USA aveva invece incontrato il capo di Stato ucraino Zelens’kyj, al quale aveva ribadito che la Casa Bianca non intende prendere alcuna decisione sull’Ucraina senza consultare preventivamente il suo alleato a Kiev.
“Spero fortemente che potremo mantenere la questione su un terreno diplomatico e pacifico, ma sarà il presidente Putin a deciderlo”, ha riferito Blinken ai giornalisti.
La visita di mercoledì a Kiev si inserisce in una settimana colma di impegni per il segretario di Stato dell’amministrazione dem. A Berlino, nella giornata di domani, sono previsti incontri con Annalena Baerbock – ministra degli Esteri del neo-insediato esecutivo del cancelliere tedesco Scholz – e con i rappresentanti del cosiddetto “Transatlantic Quad”, ossia con i colleghi di Francia, Germania e Regno Unito.
Il meeting di gran lunga più importante sarà però quello che Blinken terrà questo venerdì a Ginevra con il ministro russo Sergej Lavrov. I due hanno già avuto un colloquio telefonico martedì e hanno concordato sulla necessità di vedersi di persona nel fine settimana. Il luogo scelto è la stessa città che ha ospitato i colloqui del 10 gennaio tra il viceministro degli Esteri russo Rjabkov e la vicesegretaria di Stato Scherman, a margine dei quali la delegazione russa aveva assicurato di non avere intenzione di invadere lo Stato vicino, ma ribadito che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO è una linea rossa su cui Mosca non transigerà. Al contrario, la Casa Bianca si rifiuta di rinnegare il principio secondo cui ogni Stato sovrano è libero di scegliere le proprie alleanze militari.
I updated Ukrainian President @ZelenskyyUA today on our engagements with Russia last week and stressed there will be nothing about Ukraine, without Ukraine. I applaud Ukraine’s commitment to a peaceful resolution and urge Russia to pursue diplomacy as the only way forward. pic.twitter.com/A0cNX7k23m
— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) January 19, 2022
Da allora la situazione al confine non sembra essere cambiata granché. Martedì un studio del ministero della Difesa ucraina, riportato dalla CNN, ha rivelato come Mosca abbia schierato più di 127.000 truppe vicino all’Ucraina, avendo dispiegato alcuni sistemi missilistici ipersonici a corto raggio Iskander. La stragrande comunità degli esperti ritiene estremamente inverosimile che, in caso di attacco russo, l’esercito ucraino possa resistere a lungo – nonostante gli oltre 200 milioni in più sborsati dall’amministrazione Biden per la difesa di Kiev e la fornitura di sistemi anti-carro da parte del Regno Unito per fronteggiare l’eventuale invasione. In tal caso, la risposta statunitense consisterà principalmente in dure sanzioni economico-finanziarie quali, ad esempio, l’esclusione delle banche della Federazione Russa dal circuito internazionale SWIFT.
Mosca nega di volere un’escalation ma ritiene i movimenti di truppe come una questione di sovranità interna, che risponde verosimilmente a un ricollocamento strategico delle forze armate russe dall’estremo oriente asiatico all’occidente europeo. L’obiettivo del Cremlino nei negoziati è quello di ottenere garanzie vincolanti sul divieto di ingresso di Ucraina e Georgia nell’Alleanza Atlantica, oltre all’indietreggiamento della NATO ai suoi confini del 1997 (e quindi la rimozione delle installazioni militari nei Baltici e in Polonia). Finora il dialogo tra Washington e Mosca non ha fatto significativi passi avanti, alimentando perciò lo spettro di un’azione di forza russa che ponga l’Occidente davanti al fatto compiuto.