Un “piano d’azione” comune da rinnovare ogni anno: è questo l’obiettivo della prima visita a Roma da cancelliere di Olaf Scholz. Un segnale che dimostra le intenzioni dei due Paesi di “dare una nuova dinamica” alla loro relazione.
“È nostra volontà collaborare per affrontare le grandi sfide europee”, ha detto il premier Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del vertice bilaterale con il Cancelliere tedesco. “Bisogna accelerare il processo di integrazione. Un’Europa più forte e coesa è nell’interesse dell’Italia e della Germania” ha affermato il premier.
“Sulla lotta alla pandemia l’Italia è un esempio luminoso”, ha detto Scholz a fianco di Draghi nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Nell’Unione europea dobbiamo lottare insieme”, annunciando “ulteriori restrizioni” anche in Germania allo scopo di contrastare efficacemente la variante Omicron.
Allo stesso tempo è necessario intensificare la campagna vaccinale”, anche se “abbiamo fatto molti passi avanti”, comprese le somministrazioni delle terze dosi. Tuttavia “vogliamo intensificare il ritmo delle vaccinazioni”, ha insistito il cancelliere, “e vogliamo raggiungere anche chi non è mai stato vaccinato”. Anche su questo, così Scholz, “la percentuale di vaccinazione in Italia è un modello da seguire”. Non solo: la Germania segue l’Italia anche su altri fronti: “Anche noi abbiamo posto un generale alla guida dell’unità di crisi contro la pandemia, perché vogliamo evitare situazioni con troppi esperti e proposte contraddittorie”. E’ necessario, così ancora Scholz, “arrivare a risultati condivisi”.
Il presidente Draghi ha invece sottolineato che è stato “cominciato un percorso insieme… Per ora abbiamo iniziato ad individuare una serie di aree e di temi” sui quali trovare l’intesa con Berlino, “con i ministri competenti individueremo un metodo per andare avanti. Poi vediamo cosa sarà. Se un trattato, un accordo, un memorandum, lo giudicheremo alla fine del percorso”.
Per il Presidente del Consiglio, “il dopo pandemia chiama tutti i Paesi a finanziare dei progetti senza precedenti. Nel campo della transizione digitale, ambientale, della difesa. Occorrerà vedere come questi progetti potranno inserirsi all’interno delle regole di bilancio. Io penso che si troverà un’intesa”.
L’inizio del percorso di cooperazione tra Italia e Germania è stato confermato anche dal cancelliere Scholz. “Siamo solo agli inizi, ma abbiamo imboccato una via che vogliamo percorrere fino in fondo. È nostra ferma intenzione cooperare ancora più strettamente”.
Come modello di coesione europea, Scholz è tornato a ricordare il Recovery fund: “Abbiamo messo a disposizione 750 miliardi di euro per tutta l’Europa, un fatto senza precedenti. Ora si tratta di utilizzare questi fondi, nella modernizzazione industriale, nella digitalizzazione, nella transizione climatica”.
Tra gli esempi di cooperazione, il cancelliere ha elencato la “lotta ai cambiamenti climatici, gli investimenti nell’innovazione tecnologica e nella digitalizzazione”. Il cancelliere ha ricordato altresì che “solo una stretta cooperazione tra i nostri due Paesi” garantisce l’importanza dell’Ue a livello economico. È in questo contesto che Scholz ha sottolineato la necessità di “riprendere le consultazioni intergovernative: nel contesto delle regole possiamo fare un ottimo lavoro”.
Accennando anche ai temi di politica estera, Scholz ha precisato che “l’Ue deve arrivare a parlare con una voce sola” e che è necessario “arrivare ad un maggior numero di decisioni prese senza dover ricorrere al voto di unanimità, anche se è chiaro che prima bisogna sempre trovare un’intesa”. Al colloquio, sono stati affrontati i grandi dossier internazionali come i rapporti con la Russia e la Cina (non è un caso che la tappa romana arrivi all’inizio del cancellierato subito dopo la visita a Parigi e i viaggi a Bruxelles e a Varsavia). Per quanto riguarda i già difficilissimi rapporti con Mosca, Scholz ha messo le mani in avanti affermando che in caso vengano violate le frontiere ucraine ci saranno “conseguenze gravi”, senza però precisare se questo implichi uno stop del gasdotto multimiliardario Nord Stream 2, evocato invece dalla nuova ministra degli Esteri di Berlino, la verde Annalena Baerbock.