Ieri in Georgia, oggi a Philadelphia. Joe Biden in giro per gli Stati Uniti per promuovere il suo piano Build Back Better da 7 mila miliardi di dollari. La vicepresidente Kamala Harris invece va a Cincinnati, anche lei con lo stesso mandato.
Il piano della Casa Bianca per ricostruire l’America non punta solamente alle ristrutturazioni di strade, aeroporti, rete ferroviaria, tutte strutture diventate obsolete con il tempo. Mira anche a migliorare socialmente una Nazione profondamente divisa, con una middle class dominante che è la spina dorsale del Paese, ma con un gigantesco divario tra ricchi e poveri.

La visione del presidente Biden per il rilancio economico e sociale degli Stati Uniti si scontra con la trickle-down economics di Ronald Reagan diventata il Vangelo dei repubblicani. L’ex presidente degli Anni Ottanta ha messo in atto l’economia neo-liberale basandola su tre punti basilari: Riduzione della spesa pubblica, Riduzione delle tasse federali e delle tasse sui guadagni del capitale (capital gains), Riduzione dei regolamenti federali. Il tutto condito con una stretta sulla circolazione della moneta liquida. Donald Trump in parte ha cercato di emulare la sua politica. Joe Biden con Build Back Better propone l’esatto contrario. Lo Stato diventa più invasivo, le tasse per i più ricchi aumentano come aumentano quelle sulle capital gains, aumentano i regolamenti federali.
Due visioni completamente differenti sul ruolo dello Stato che si ripercuotono nella vita degli americani. Ed è su questa visione economica che la politica dei democratici e dei repubblicani si scontra.
Il Washington Post commenta il discorso fatto da Biden al Congresso come “la lista dei desideri” di un presidente. Tutto da vedere se riuscirà a realizzarli. E per questo motivo il presidente e la vicepresidente vanno in giro per gli Stati Uniti per promuovere il loro piano.
A favore della Casa Bianca c’è la profonda spaccatura all’interno del partito repubblicano. Ieri l’ex presidente Donald Trump, intervistato dalla Fox News, ha lanciato un’altra offensiva contro Mitch McConnell dicendo che il partito ha bisogno di un nuovo gruppo dirigente. “I repubblicani guardano al futuro. Il passato è passato – ha detto Mitch McConnell questa mattina – Il futuro è Tim Scott (il senatore afroamericano del Gop che ha espresso il punto di vista del partito dopo il discorso di Biden), è lui in nostro futuro”.
Ma il divario tra Trump e la dirigenza del partito non è una questione ideologica. A Mar A Lago, dove l’ex presidente ha stabilito il suo quartier generale, le mattinate vengono trascorse – secondo Politico – a stilare le liste dei candidati repubblicani alle prossime elezioni di Midterm che riceveranno l’appoggio dell’ex presidente. Una “benedizione” politica che non è in linea con le scelte indipendenti per le primarie. E la lotta tra Trump e la dirigenza del Gop è proprio su questo: su chi ha la voce in capitolo all’interno del partito.
Per Trump, però c’è un problema in più. Due dei suoi più stretti alleati, il suo ex avvocato Rudy Giuliani e il suo “pretoriano” preferito Matt Gaetz, sono alle prese con la Giustizia.

Giuliani, che nei giorni scorsi ha avuto sia la casa che il suo ufficio perquisiti dagli agenti dell’Fbi, grida al complotto e alla caccia alle streghe. Secondo il New York Times al centro della vicenda ci sarebbero le pressioni fatte dall’ex sindaco al segretario di Stato per mandar via l’allora ambasciatrice Americana a Kiev, Marie Yovanovitch che non si prestava alle richieste di spingere il governo ucraino per trovare prove che il figlio di Biden, Hunter, avesse commesso illegalità nel paese. Non si capisce se Giuliani abbia fatto questa richieste solo perché l’ambasciatrice si opponeva alle sua ingerenza, o se pure il governo di Kiev volesse che l’ambasciatrice fosse rimossa per altri motivi. La caccia degli inquirenti sarebbe per trovare la corrispondenza via email mandata dal sindaco alla Casa Bianca su questa vicenda.
Secondo il Washington Post Rudolph Giuliani fu informato dall’Fbi nel 2019 che i suoi contatti in Russia stavano facendo una campagna di disinformazione sul presidente Biden. Nonostante questo avvertimento Giuliani a Kiev si incontrò con una spia russa che non solo si adoperava per fare una campagna di fango contro Biden, ma anche per mettere l’Ucraina in cattiva luce con gli americani.
L’altro stretto alleato di Trump, Matt Gaetz, invece è sotto lo scrutinio degli inquirenti per avuto rapporti a pagamento con una ragazza minorenne. Secondo il Daily Beast, nella vicenda ci entrerebbe anche Roger Stone, l’amico di Donald Trump. Ad implicarlo è un messaggino mandatogli da Joel Greenberg, il compagno di avventure del congressman, a Gaetz, per chiedere a Roger Stone di intervenire presso Trump per fargli ottenere il perdono presidenziale. Ci sarebbe stata pure una promessa di 250 mila dollari per ottenerla. Matt Gaetz è sotto inchiesta federale per questa relazione con una minorenne. Per ora lo “incastra” un biglietto aereo per la giovane.

Il New York Times scrive che l’indagine su sesso e minorenni prese l’avvio sull’investigazione che gli agenti dell’Fbi stavano facendo su Joel Greenberg, tax collector della Contea di Seminole in Florida e appunto stretto amico di Gaetz e di Roger Stone. Su Greenberg su pendono 14 capi d’imputazione, incluso traffico sessuale di minorenni. Greenberg è stato incriminato a giugno dello scorso anno per aver “attratto” e “sfruttato” a scopi sessuali ragazze tra i 14 e i 17 anni. Greenberg inoltre è accusato di aver usato la sua posizione statale per concedere licenze commerciali, false identità e di creare false accuse di abusi sessuali sui minori contro i rivali politici. Ora ha deciso di collaborare con gli inquirenti a patto che gli venga comminata una sentenza meno severa e sta dando tutte le informazioni ai magistrati suoi suoi ex amici.