Una politica più sociale è quella che propone Joe Biden nel primo discorso alla Nazione con Camera dei Rappresentanti e Senato in seduta congiunta (vedi video sopra). Presenti meno della metà dei parlamentari, a causa delle misure anticoronavirus. Dietro Biden, per la prima volta nella storia americana, due donne sul podio: la vicepresidente Kamala Harris, presidente del Senato, e Nancy Pelosi, speaker della Camera. Un discorso trasmesso in tv, in diretta, da tutti i maggiori canali televisivi.
L’America nel periodo del Covid è una Nazione differente: con 600 mila morti e 33 milioni di persone colpite dal coronavirus. Con fabbriche, negozi, ristoranti chiusi. Con l’industria alberghiera e dei trasporti in ginocchio. Con 77 milioni di americani che hanno perso il lavoro e molti non possono pagare il mutuo o l’affitto. A causa delle scuole chiuse milioni di lavoratori, soprattutto donne, sono stati costretti a rimanere in casa per stare con i figli. Un’America che ha disperatamente bisogno di interventi sociali.

Il coronavirus ha colpito tutti: uomini e donne, giovani e adulti. La differenza resta tra i ricchi e i poveri e i poveri nell’ultimo anno sono tragicamente aumentati. Sono quasi il 12 % della popolazione, secondo la Harris Public Company dell’Università di Chicago. Mentre un terzo dei miliardari americani sono diventati ancora più ricchi secondo l’Institute for Policies Study. Nello studio viene evidenziato come la ricchezza di 719 miliardari americani sia quattro volte superiore a quella di 65 milioni di americani che vivono di sola Social Security.
In questo drammatico panorama la politica di Biden prende forzatamente la strada degli aiuti e delle ricostruzione, come fece il presidente Franklyn Delano Roosevelt con il New Deal, con il piano delle tre “R”: Relief, Recovery, Reform.

Non sono solo lotta al covid e il successo per la campagna di vaccinazione, quelli raccontati da Biden, ma dell’American Family Plan, degli sgravi fiscali per le famiglie che hanno un basso reddito, degli aiuti per l’assicurazione medica per i bambini, dei sostegni economici anche per le scuole per l’infanzia e per gli studenti che frequentano le università pubbliche. Programmi per rimettere in piedi la fascia più vulnerabile degli Stati Uniti con interventi finanziati dall’aumento delle tasse per le famiglie che hanno un reddito superiore ai 400 mila dollari l’anno e con l’incremento fiscal sui profitti in borsa, le “capital gain” superiori al milione di dollari. Ma non solo. Biden parla di riforma della giustizia, di immigrazione, delle stragi, dell’assalto al Campidoglio dello scorso 6 gennaio e della facilità con cui si possono acquistare le armi chiedendo al Congresso di imporre nuovamente il bando delle armi d’assalto.
I repubblicani fanno fronte comune e borbottano. Parlano di mancanza di politica fiscale, di aumento ingiustificato delle tasse, di spese superflue ed eccessive, ma di veri piani programmatici per la ripresa del Paese dopo il Covid non ne hanno fatto. Sul tavolo c’è solo una proposta di “miglioramenti” per le infrastrutture eliminando tutta la parte degli aiuti sociali e della trasformazione nell’energia pulita. Ovviamente senza aumentare le tasse. Dietro le quinte, però i repubblicani sono in evidente crisi, costretti da Trump a fare una opposizione cieca, sprovvista di valide proposte alternative, tenuti in pugno dall’ex presidente che stila la lista dei parlamentari, congressmen e senatori, che lui aiuterà o ostacolerà alle prossime elezioni di Midterm in base alla loro sottomissione.

Il senatore Ted Cruz, uno dei fedelissimi di Trump, ha bollato la proposta di Biden come “noiosa e radicale”. La senatrice Joni Ernst accusa Biden di essersi sottomesso all’ala radicale del partito democratico e di aver rotto le promesse di unità fatte durante la campagna elettorale. Ma i repubblicani che non sono “Trump dipendenti” e che non hanno cariche elettive sono meno negativi. Sara Longwell, repubblicana, consulente politica, leader del movimento Never Trump, accusa i suoi compagni di partito di non avere il coraggio di discutere il piano di Biden e di non aver fatto controproposte accettabili per aprire il dialogo. I senatori Marco Rubio e Josh Hawley non hanno voluto prendere parte alla seduta. Rubio ha accusato la corporate America di inginocchiarsi davanti alle richieste del presidente. “Il leader della minoranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarty – scrive il Washington Post – sa perfettamente che Donald Trump ha perso le elezioni senza brogli e che il 6 gennaio l’ex presidente ha incitato la folla ad assaltare il Campidoglio, ma è troppo vigliacco per ammetterlo” e continua la campagna anti Biden. E poi su Ted Cruz “stratega opportunista assetato di potere che preferisce attaccare la lega di baseball invece di pensare al bene del Paese”. E poi Josh Hawley ha dato al Washington Post una visione ad utilità personale delle proposte di Biden. “Comprate il mio libro e capirete l’alleanza tra l’oligarchia delle Big Tech e i difensori della giustizia socio-razziale”. Una posizione difficile da capire visto che il piano di Biden aumenta le tasse alle Big Corporation.
Il senatore Tim Scott, unico senatore afroamericano del Gop, ha dato subito dopo il discorso di Biden (vedi video sopra) la risposta ufficiale del partito repubblicano. Scott avrebbe potuto dire la sua sul partito preso in mano dalla follia MAGA. Non ha avuto il coraggio di raccontare che Donald Trump ha perso le elezioni senza i brogli o se anche lui continuerà nella falsa narrativa, criticando e opponendosi al rilancio del Paese, tanto per continuare a dividere gli Stati Uniti.