In gergo viene chiamata la “Nuclear Football”, è la valigetta che contiene i codici per lanciare un attacco nucleare. Segue il presidente degli Stati Uniti 24ore al giorno. Anche quando dorme c’è un ufficiale che la custodisce nella “Situation Room” della Casa Bianca che la ha attaccata ad un polso con una manetta. Nella valigetta c’è un minicomputer. Per attivarlo si deve inserire una tessera di plastica chiamata “biscuit”, biscotto, che ha solo il presidente. La valigetta non contiene pulsanti e non permette al capo della Casa Bianca di lanciare direttamente i missili ma gliene dà i poteri. Si tratta di un computer che traduce i codici contenuti nella tessera che permette al capo della Casa Bianca di lanciare un attacco nucleare in qualsiasi momento. La valigetta è piccola, ma pesante. Il Washington Post scrive che è di acciaio modello “Zero Hallibrurton” che contiene un’altra valigia più piccola di pelle nera. È dotata di un’antenna satellitare che si può estendere per permettere al presidente di dare l’ordine ogni volta che si trova lontano da un comando fisso (dalla Situation Room alla Casa Bianca all’Air Force One). Contiene il “libro nero”, composto da 75 pagine in cui ci sono le regole per lanciare un attacco e le opzioni per rispondere ad un attacco nucleare. In un altro libro c’è la lista dei luoghi sicuri per il trasferimento del presidente – e una cartella di 8 o 10 pagine con la descrizione delle procedure per l’impiego del sistema radiotelevisivo nazionale d’emergenza.
I codici delle armi atomiche cambiano quando alla Casa Bianca c’è un avvicendamento e vengono attivati solo dopo il giuramento del nuovo presidente. Ovviamente cambia anche il “biscotto”. Di solito il giorno dell’inaugurazione la valigetta passa dall’ormai ex presidente a seguire il nuovo. Ma Trump non ci sarà al giramento di Biden, volerà in Florida la mattina. Quindi la valigetta lo seguirà ma a mezzogiorno il “biscotto” verrà “disattivato” e un’altra valigetta a Washington sarà accanto a Biden che verrà dotato anche del nuovo “biscotto”.
In caso di un attacco i codici sono trasmessi attraverso un canale protetto al “NMCC”, il National Military Command Center, un fortino sotterraneo situato al Pentagono nel quale come civili possono entrare solo il presidente e il ministro della Difesa. E qui si decide la portata dell’azione e l’obiettivo da colpire. Una volta che il presidente ordina l’attacco, i codici nucleari vengono confermati dal Pentagono e vengono ordinati seguendo una catena di comando, ai comandanti delle basi dove sono bombardieri, sottomarini e silos missilistici che compongono la triade nucleare. La “regola di due uomini” durante ogni fase della trafila di commando garantisce che nessuna singola persona sia mai responsabile del lancio di un attacco nucleare. Il Pentagono ha creato una ragnatela di opzioni impiegando aviazione, marina e fanteria in modo tale che le prime bombe colpirebbero i loro obiettivi entro 30 minuti dall’ordine del presidente.
Il Washington Post elenca una serie di incidenti soprattutto legati al biscotto.
Jimmy Carter una volta aveva lasciato la scheda nucleare nella tasca di un vestito mandato a smacchiare. Quando nel 1981 Ronald Reagan fu gravemente ferito da John Hinkley e fu portato d’urgenza in ospedale la sua scheda fu gettata in un bidone dell’immondizia nell’Emergency Room dopo che i medici gli tolsero i vestiti. Ma non solo incidenti. Quando nell’aprile del 1999 la Nato si riunì a Washington per discutere le misure da prendere per la guerra nel Kosovo il presidente Bill Clinton si allontanò dalla riunione facendo perdere le sue tracce lasciando in asso anche l’ufficiale con la valigetta nucleare che tornò alla Casa Bianca senza il presidente. Durante la visita di Trump in Cina, nel 2017, i funzionari cinesi cercarono di impedire al militare che trasportava la valigetta nucleare di entrare nella Grande Sala del Popolo di Pechino, dove si svolgeva la riunione. Ci furono momenti di tensione tra gli agenti a protezione del presidente Xi Jinping e quelli di Trump.
C’è anche una leggenda raccontata dal giornalista Hunter S Thomson che vuole che il presidente Richard Nixon negli ultimi giorni della sua presidenza, provato dalla tensione e dall’alcol e dalla depressione disse durante una riunione con alcuni congressmen e alcuni ministri del suo gabinetto di essere in grado di “andare in ufficio e prendere un telefono, e in meno di mezzora milioni di persone sarebbero morte”. L’allora segretario alla Difesa, James Schlesinger, presente alla riunione, secondo Thompson diede al capo dello stato maggiore congiunto un ordine senza precedenti: se il presidente avesse autorizzato un attacco nucleare, avrebbero dovuto consultare lui o il segretario di Stato, Henry Kissinger, prima di procedere. Questo episodio comunque non è mai stato confermato.
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