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December 10, 2020
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Il treno Biden a tutta velocità nonostante i tentativi di Trump di farlo deragliare

Il presidente eletto procede con le nomine e c'è anche la sorpresa Rice per un incarico "domestico", ma intanto il presidente non molla e insiste con le denunce

Massimo JausbyMassimo Jaus
ll giorno dopo l’uragano Woodward: le bugie di Trump sul covid pesano come macigni

Biden vs Trump (Illustration by Antonella Martino)

Time: 4 mins read

Il treno Biden corre a tutta velocita’ nonostante i tentatrivi di Donald Trump di farlo deragliare.

Il presidente eletto Joe Biden ha nominato Susan Rice, l’ex consigliera del presidente Obama per la Sicurezza Nazionale, alla guida del Domestic Policy Council della Casa Bianca, Denis McDonough al ministero dei Veteran Affairs, Katherine Tai come responsabile del Commercio e Marcia Fudge all’Housing and Urban Development, il ministero che si occupa delle case popolari, dello sviluppo urbano, degli affitti e di tutto ciò che ha a che fare con i problemi abitativi. Un ministero particolarmente importante in questo periodo di tempo perché a causa della pandemia milioni di americani hanno perso il lavoro e non sono più in condizione di pagare affitti e mutui. La notizia è stata data con un comunicato rilasciato dagli uffici di Biden. La sorpresa in queste nomine è quella della scelta di Susan Rice per un ruolo che finora non ha ricoperto. Lei, ambasciatrice alle Nazioni Unite, esperta di politica internazionale, ex consigliera del presidente Barak Obama, sarà incaricata di implementare l’ambizioso piano di Biden “Build Back Better”, un progetto da migliaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle infrastrutture negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dalla Cnn, Biden l’avrebbe scelta per le sue grandi capacità di gestire le crisi e la vasta conoscenza che Susan Rice ha dell’apparato burocratico e delle agenzie federali di Washington con cui dovrebbe coordinare la fase di attuazione dei progetti.

Possibili grane, invece, per la nomina di Antony Blinken scelto da Biden a ricoprire il ruolo di segretario di Stato. Secondo il New York Times Blinken, che ha fatto le scuole negli Stati Uniti e in Francia, dopo essersi laureato in studi sociali ad Harvard, ha preso la laurea in legge dalla Columbia University e ha svolto la sua attività avvocatizia a New York e a Parigi. Come avvocato è tra i co-fondatori di una società di consulenza che ha aiutato a lanciare un fondo investimenti nel settore della sicurezza e della difesa. La società in questione, la WestExec Advisors, è stata fondata nel 2017 con altri ex responsabili dell’amministrazione Obama, come la ex sottosegretaria alla Difesa Michele Flournoy. La rivelazione potrebbe complicare la conferma di Blinken che potrebbe essere accusato di  conflitti di interesse. Ieri intanto Bide ha presentato il nuovo Segretario alla Difesa Lloyd Austin (video sotto).

Ma i problemi per il presidente eletto non sono solo per la sua amministrazione, ma anche in famiglia. Dopo la rivelazione di ieri su Hunter Biden che è sotto inchiesta da parte degli inquirenti federali, il deputato repubblicano del Colorado, Ken Buck e il senatore repubblicano dell’Arkansas, Tom Cotton, hanno sollecitato il ministro di Giustizia William Barr a nominare un inquirente speciale per indagare sulla vicenda poiché il prossimo ministro della Giustizia che verrà nominato da Biden potrebbe non essere imparziale. Ma la scelta di un inquirente speciale ora sarebbe molto difficile in questo momento perché al Senato già è in corso una battaglia tra democratici e repubblicani sulla nomina fatta dall’attuale Attorney General, William Barr, il quale ha scelto John Duram, Federal Attorney del Connecticut, per continuare l’indagine sul Russiagate. Una nomina per proteggere anche in futuro le misteriose connection tra Donald Trump e la Russia. Questo perché un procuratore speciale ha il diritto di non dare conto a nessuno della inchiesta e può essere rimosso solo per negligenza, per conflitto di interessi o per un grave comportamento durante il suo mandate. E John Duram, di nomina repubblicana, difficilmente collaborerà con il nuovo ministro. In questo modo il nuovo Attorney General che verrà nominato da Biden non potrà indagare a fondo sul Russiagate.

Non sono molto chiari i motivi dell’indagine su Hunter Biden. Secondo Nbc News, il figlio del presidente eletto e la sua ex moglie hanno un problema di tasse non pagate per quasi 113 mila dollari, ma questa è una vicenda vecchia perché da anni i suoi avvocati sono in guerra con l’Irs, l’ufficio delle entrate americano. Secondo altre fonti l’indagine sarebbe partita dagli inquirenti della Pennsylvania per il fallimento della società  Americoire, che gestiva una serie non specificata di strutture sanitarie nelle quali oltre ad Hunter Biden sarebbe coinvolto anche il fratello del presidente eletto James Biden.

I tribunali sembra siano diventati l’ultima barricata dello scontro politico. In tribunale infatti anche l’ultima richiesta per annullare il risultato elettorale del 3 novembre. L’Attorney General del Texas, Ken Paxton, ha presentato una mozione alla Corte Suprema per chiedere di aprire un dibattito davanti ai giudici per invalidare le elezioni in alcuni Stati e demandare alle legislature dei singoli stati il potere di nominare loro i Grandi Elettori che il 14 dicembre voteranno per il presidente. Alla richiesta di Paxton si sono associati altri 16 membri dei parlamenti statali, tutti repubblicani ovviamente, di quei  Stati in cui il presidente Trump ha perso. Una mossa disperata e soprattutto già respinta dalla Corte Suprema due giorni fa dopo che era stata presentata dal congressman repubblicano Mike Kelly. In quel caso la Corte Suprema si rifiutò di prendere in considerazione la richiesta fatta dal congressman. Come prerogativa della Corte Suprema non è stato specificato il motivo, ma tutto lascia credere che la causa principale sia per l’evidente mancanza di prove soprattutto dopo che il ministro della Giustizia ha detto che i brogli non ci sono stati e dopo che il giudice della corte Suprema Sam Alito ha respinto una simile richiesta affermando che cambiare il risultato elettorale mette in discussione le fondamentali regole democratiche e priverebbe del diritto di voto milioni di persone. Comunque Trump, con la sua solita spavalderia, ha già chiesto al Senatore Ted Cruz di rappresentarlo davanti all’alta corte se la mozione dovesse essere accettata.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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