Accade questo: è in corso una lunga seduta del Consiglio dei Ministri del governo Conte. All’ordine del giorno questioni importanti, relative alla pandemia, alle risorse economiche per dare un sollievo a quanti sono costretti dal Covid a non lavorare; come reperire i fondi e ripartirli. Discretamente un collaboratore del ministro dell’Interno, signora Luciana Lamorgese, si china e scambia qualche rapida parola sottovoce. L’espressione del ministro tradisce un leggero disappunto; fronte corrugata, sopracciglio arcuato. È stata prefetto, la signora Lamorgese, ne ha viste nel corso della sua carriera, eppure…

Lo schermo del telefonino mostra la pagina di un sito giornalistico, quello del quotidiano romano “Il Tempo”. Annuncia che il ministro dell’Interno è risultata, all’esame del tampone, positiva. Non sembra nulla di grave, nessun sintomo, è dunque da considerare asintomatica, come tanti. Però…
A questo punto conviene lasciare la parola al giornalista autore dello scoop, Dario Martini. Sul “Tempo” annota: “Ore 16.15. “Il Tempo” pubblica online la notizia: «Positiva al Covid la ministra degli Interni Lamorgese». Lei non sa ancora nulla. I suoi collaboratori le suggeriscono di dare un’occhiata al telefonino. Ed è allora che legge il tweet de “Il Tempo”, come raccontano fonti governative. In quel momento si trova in Consiglio dei ministri, dove la maggioranza si sta scontrando sul Recovery Fund. La riunione era iniziata quasi cinque ore prima. Lamorgese è seduta accanto ai grillini Luigi Di Maio (a sinistra) e Alfonso Bonafede (a destra). La titolare del Viminale, che prima di andare a Palazzo Chigi si era sottoposta al tampone, chiede immediatamente conferma ai suoi assistenti. Questi ultimi chiamano i medici. La conferma arriva: è positiva. Nel frattempo, i ministri degli Esteri e della Giustizia si sono già alzati dalle rispettive sedie per distanziarsi il più possibile dalla collega. Giuseppe Conte non ha altra scelta: sospende la seduta”.
L’articolo poi racconta che il ministro dell’Interno, asintomatica, se ne va a casa; Di Maio e Bonafede si mettono in cautelativo auto-isolamento. I locali sanificati.
La Lega di Matteo Salvini ne approfitta per una scontata speculazione che non mette neppure conto di seguire. C’è chi, pontificante, commenta: “Non capisco: un comune cittadino, se con sintomi o a contatto con un positivo, deve isolarsi, fare tampone e attendere esito. Un ministro della Repubblica invece si tampona e si presenta al Consiglio dei ministri? Ma Lamorgese non poteva collegarsi da remoto?“.
Polemicucce di bassa lega. La carne del problema è altra. Il fatto è che Lamorgese apprende la sua “positività” dal sito del giornale. Tutto normale, regolare?

Dunque, la domanda da porsi, la questione da chiarire è come sia possibile che il ministro dell’Interno risulti positiva (sia pure asintomatica), a sua insaputa. Rileggere la cronaca di Martini: il ministro legge la notizia sullo schermo del suo portatile; chiede conferma ai suoi assistenti; gli assistenti si informano con i medici che hanno effettuato le analisi; arriva la notizia ufficiale. Se ne deduce che qualcuno, nell’ambito della struttura che ha effettuato le analisi, si premura di informare un giornalista prima dell’interessata, che nella fattispecie è il ministro dell’Interno.
È una clamorosa violazione della riservatezza, cui ha diritto ogni cittadino. Nessun rimprovero al giornale che, beninteso, ha fatto il suo dovere, avendo una notizia che, indubbiamente è tale. Ma è da escludere che sia stato il giornalista ad effettuare il tampone al ministro e la successiva analisi. Dunque qualcuno gli ha passato la ghiotta informazione. Perché? Non dovrebbe essere difficile scoprirlo.
Qui la versione di Palazzo Chigi.