Se c’è una cosa che rimarrà impressa del primo dibattito democratico “testa a testa” di queste primarie, è che entrambi i candidati rimasti in corsa hanno giurato che sceglieranno una vice presidente donna nel caso di una loro nomination. È una dichiarazione degna di nota, dato che mai nella storia statunitense c’è stata una vice presidente donna. Ovviamente, per far si che questo accada, Joe o Bernie dovranno battere Donald Trump il prossimo Novembre. Ma attenzione, perché uno dei modi più efficaci per farlo, è proprio scegliere la vice presidente adatta, che possa garantire più voti possibili al candidato Dem. Joe Biden, che ha già ottenuto degli ottimi risultati tra i lavoratori blue collar del Midwest Martedì scorso, dovrebbe puntare su una vice presidente di quella regione, magari proprio la sua ex sfidante Amy Klobuchar o la Senatrice del Michigan Gretchen Whitmer. Una compagna del genere garantirebbe a Joe ulteriori voti blue collar, specialmente tra le donne, che votarono in massa per Donald Trump nel 2016.
D’altro canto, Bernie Sanders dovrebbe puntare su una vice presidente che possa unire l’ala progressista del partito democratico. Dato che è ormai evidente che Bernie non possa unire il partito dietro di se, deve almeno puntare a mobilizzare la sua base ideologica il più possibile. Ciò significa portarsi a casa l’elettorato deluso di Elizabeth Warren, la quale non ha ancora dichiarato a chi regalerà l’endorsement. Una scelta come Ayanna Pressley, giovane deputata di colore del Massachussets che ha dato l’endorsement alla Warren, potrebbe essere il soggetto giusto per far si che questa unificazione accada. Ma prima ancora di pensare a quale vice presidente affiancherà il candidato dem per le elezioni di Novembre, bisogna arrivarci a Novembre.
Il dodicesimo dibattito democratico è infatti stato incentrato sull’emergenza Coronavirus che sta incominciando a colpire l’America. Questa emergenza pare stia favorendo più Joe Biden che Bernie Sanders, dato che la gente non ha tempo o voglia di sentire grandi progetti futuri ma vuole subito essere assicurata che qualcuno possa prendere in mano la situazione e agire senza troppe complicazioni provenienti dal Congresso. La sanità pubblica di Sanders causerebbe sicuramente grande conflitto e difficilmente verrebbe approvata in tempi brevi. Ma nonostante Joe Biden sia sembrato sicuro e determinato da questo punto di vista, è comunque scivolato su una buccia di banana posta dai moderatori di CNN. Quando infatti il tema Coronavirus si è spostato sui paragoni con gli altri paesi affetti, Joe Biden è andato dietro ai moderatori che affermavano come in Italia i dottori stiano già scegliendo i pazienti che devono vivere e quelli che devono morire per via dei pochi posti letti.
Biden inoltre ha aggiunto che la sanità pubblica in Italia non funziona, e che quindi il piano di Sanders per la sanità americana non va bene. Joe forse si scorda che l’Italia ha uno dei migliori sistemi sanitari in Europa e nel mondo e no, i dottori, almeno per ora, non stanno scegliendo chi far vivere e chi fare morire. Si stanno facendo in quattro per garantire la vita a tutti gli ammalati. Vedremo cosa accadrà al sistema sanitario degli Stati Uniti se il virus dovesse espandersi come ha fatto in Italia. Secondo dati ufficiali dell’organizzazione mondiale per la cooperazione economica (OECD), per ogni 1000 pazienti l’America ha 2.8 posti letto, mentre l’Italia ne ha ben 3.2. E mentre è vero che l’America ha più posti letto per terapia intensiva rispetto a noi, è anche vero che Trump ha abbandonato i governatori dei suoi stati comunicandogli chiaramente che si devono arrangiare da soli per comperare respiratori e ventilatori.
Secondo una ricerca del U.S. Centers for Disease and Prevention, fino a 214 milioni di persone potrebbero contrarre il virus negli Stati Uniti. Fino a 1.7 milioni di persone potrebbero morire. E sempre secondo questa ricerca, fino a 21 milioni di persone potrebbero aver bisogno di posti letti. In America al momento c’è ne sono 925,000 mila in tutto. In bocca al lupo Joe.