Joseph R. Biden aveva un solo risultato a disposizione in South Carolina: vincere. E quello ha fatto.
Con quasi il 50% delle preferenze, l’ex vice presidente conquista quella che è ormai diventata la sua roccaforte. Il pesantissimo endorsement ricevuto la settimana scorsa da Jim Clyburn – un rispettassimo deputato afroamericano del South Carolina – è risultato decisivo in uno stato dove il 58% degli elettori democratici sono di colore. Secondo gli exit poll usciti ieri sera, Biden è stato scelto da ben due terzi degli elettori di colore over 65, e da più della metà degli elettori che si definiscono moderati. Joe ha dunque dato una spallata importante agli altri contendenti moderati – Pete Buttigieg e Amy Klobuchar – i quali hanno racimolato rispettivamente l’8,2% e il 3,1% dei delegati. Inoltre, sempre stando ai sondaggi degli exit poll, solo un quarto degli intervistati ha dato un’opinione positiva su Mike Bloomberg, mentre due terzi l’hanno giudicato negativamente. Nonostante l’ex sindaco di New York non fosse in corsa per il South Carolina, questi dati dovrebbero sollevargli qualche preoccupazione; specialmente nel giorno in cui l’altro candidato miliardario Tom Steyer, ha annunciato il proprio addio dopo aver speso oltre $150 milioni in pubblicità televisive e non essere riuscito ad ottenere neanche un delegato.
Con questi dati alla mano, Joe Biden dimostra di essere l’unico candidato moderato in grado di raccogliere dietro a se una coalizione eterogenea, e si candida ad essere lo sfidante di Bernie Sanders. Ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Biden infatti, dovrà ora confermare il buon risultato in South Carolina nel Super Tuesday del 3 Marzo, in cui un terzo dei delegati verranno assegnati. Prima di immaginarsi una corsa a due tra Biden e Sanders è dunque necessario aspettare Mercoledì mattina, quando si avrà una visione molto più chiara dell’intera vicenda.

La prestazione di Biden in South Carolina però non è tutta rosa e fiori. Tra gli under 30 afroamericani, Joe ha ottenuto solo il 36% delle preferenze, mentre Bernie Sanders ha conquistato il 38%. Questo è un dato che dimostra le difficoltà di Biden nell’attrarre il voto dell’elettorato giovanile, il quale sembra sempre di più esigere un cambiamento ideologico radicale rispetto all’era Obamiana. Inoltre, non si può certamente dire che il South Carolina sia rappresentativo dell’intera nazione. L’elettorato democratico di colore è solamente il 20,4% dell’intera nazione, mentre in South Carolina ha pesato per il 58%. Stesso discorso per l’elettorato democratico ispanico che predilige Bernie Sanders: nell’intera nazione pesa l’8,9% mentre in South Carolina solo lo 0,6%.
Ma nonostante questi dati, Joe Biden si può finalmente godere la sua prima vittoria nelle primarie democratiche. Joe non era mai riuscito a vincere uno stato nei due precedenti in cui corse per la Casa Bianca – 1988 e 2008. È una vittoria che può certamente dargli una spinta a livello mediatico, ma che forse arriva troppo tardi per essere decisiva per il Super Tuesday. Infatti, grazie “all’early voting”, molti elettori hanno già votato. In California, dove verranno assegnati la bellezza di 416 delegati, il 20% delle cartelle elettorali sono già state riconsegnate. Per questi elettori, l’ottimo risultato di Biden in South Carolina non avrà alcun effetto. Gli altri due stati che mettono a disposizione l’early voting sono il Texas e il North Carolina, che complessivamente valgono 338 delegati. Joe Biden deve sperare che i moderati indecisi non abbiano fatto uso dell’early voting, altrimenti lo slancio ottenuto dall’ottimo risultato in South Carolina potrebbe essere nullo.
Se a questo aggiungiamo i problemi economici che hanno afflitto la campagna elettorale di Joe, assieme alla presenza insidiosa di Mike Bloomberg, la strada verso la nomination sembra più che in salita. Ma come diceva il filosofo Greco Menander, “si vive per lottare un altro giorno”, e i risultati del South Carolina permettono a Biden di fare proprio questo.