Agli dei non crede più nessuno da secoli, ma tutti crediamo ai difetti che da loro abbiamo ereditato e che alcuni di noi, con arroganza, reputano essere dei pregi. Cerchiamo risposte nell’astrologia e nella psicologia, eppure cielo ed anima sono dentro di noi.
Spesso si sente dire che le donne non avranno mai il potere degli uomini perché non riescono ad unirsi: sono invidiose e gelose, pronte a litigare a sangue per accaparrarsi una posizione, concessa sempre da un leader che è un uomo. Parafrasando: c’è un unico sole e tante stelle, le quali non si rendono conto di essere ugualmente dei pianeti, di avere altrettanta autorevolezza. Ma prima dell’alba del 30 dicembre una congiunzione celeste ha smosso l’inconscio collettivo: l’abbraccio di Luna e Venere ha incantato il mondo. Quasi a simboleggiare l’avvento di una nuova antichissima donna tra noi.
Nel buio della notte la dea luna, Diana, si è accostata alla stella Venere e le ha inviato onde di suono: “Ci siamo amate troppo poco, sorella. Ci siamo ignorate, osteggiate, combattute e la nostra femminilità è divenuta poca cosa. Io senza di te non ho appreso come amare e tu senza di me non hai imparato a difenderti”.
Venere le ha risposto protendendo i suoi raggi di luce: “Hai ragione: il mio amore è debole e la tua fierezza prostrata. Hai dato tutta te stessa a lui sperando di riceverne un po’ di amore. Ed io non lo amo più con passione”.
Diana era una culla accogliente mentre le diceva: “Vieni qui, illumina il mio abbraccio della tua luce. E forse insieme saremo ancora più luminose del Sole. Solo noi sappiamo rischiarare la notte e indicare la via”.
Gli dei si sono sempre parlati tra loro. Magari bisticciavano, lottavano, ma alla fine deponevano le armi e si confrontavano dialetticamente perché sapevano benissimo che uno non era senza l’altro. Che ognuno di loro era una parte di noi, degli esseri umani, e, se si fossero annientati, avrebbero annientato anche l’umanità.
Tutto questo abbiamo dimenticato ed è stato cancellato, non scrutiamo il nostro cielo ma crediamo ai miracoli per interposta persona. E c’è sempre qualcuno che ci racconta di aver visto la Madonna. E noi ci convinciamo di vedere, perché non sentiamo niente dentro di noi. E se non sentiamo, non abbiamo coscienza. E se non abbiamo coscienza possiamo a nostra volta raccontare che siamo degli dei, che noi soli faremo miracoli… “Datemi il voto” significa: “Datemi il potere”.
Carlo Calenda ha detto: “Se la parola non ha valore, la politica non ha valore. La politica non conta, diventa il modo in cui imbonisco le persone. Mi rifiuto di avere paura di uno in mutande al Papeete”.
Giuseppe Conte ci aveva promesso un 2019 bellissimo, oggi Grillo ci promette un 2020 magnifico. Pure il quotidiano britannico Times fa le sue previsioni e posiziona al sesto posto Giorgia Meloni tra le 20 persone che possono cambiare il mondo. Il merito va allo speach raucous, che la Meloni proferì il 19 ottobre durante la manifestazione della destra a Roma, divenuto l’inno dei suoi fan: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana”. Mi si accappona la pelle anche mentre lo scrivo: se questa è la donna, è ancora un essere inferiore.
Per secoli una donna era riconosciuta solo come madre, pertanto l’unica arma della donna è stata la maternità, perché era un mistero che le dava potere nei confronti dell’uomo attraverso il quale riusciva a ricattare la sua coscienza: “Sono la madre dei tuoi figli”. La donna ha strumentalizzato i figli per tenere un uomo legato per sempre. E se questa Giorgia si professa una cristiana, solo perché è stata battezzata, mi professo una pagana. Adoro la Luna, Venere e le altre Stelle, sorelle del mondo e non ‘fratelle d’Italia’, figlie di quelle ‘piccole italiane’, come le chiamava Mussolini.
Chioso: quelli del Times non credo siano stupidi, ma in mala fede sì: gli piacerebbe che salisse al potere gente antieuropeista come Salvini e la Meloni per disfare l’Unione europea. Ma perché nessuno scrive che l’economia inglese è in mano agli islamici da decenni? Da noi fanno gli operai, da loro i banchieri.