Quando si snaturano concetti e tesi che inglobano pensieri e dottrine appartenenti a grandi statisti e pensatori della storia politica del nostro paese, si commette un errore madornale che apre la strada verso una involuzione lenta e distruttiva che diseduca la popolazione rendendola debole e pericolosamente manipolabile al cospetto di politici al governo che seguono e perseguono fin troppo spesso i loro scopi e i loro biechi interessi.
L’esperienza degli altri scrive la storia e la storia non è altro che il passato che mostra la propria testimonianza tralasciata a futura memoria.
Il lento scorrere del tempo mostra tracce indelebili delle nostre azioni, delle nostre scelte e l’istinto condiziona le trame che presto diventano contesto storico pronto per analisi oggettive e interpretazioni di studiosi e scrittori che hanno da sempre l’arduo compito di tramandare l’essenzialità e le caratteristiche che colorano i capitoli del tempo.
Ad oggi traspare in modo evidente come forti consensi, (ad esempio quello che riscuote il leader della Lega ex presidente degli Interni), rappresentano il grado e la misura di una incresciosa ignoranza dilagante che dimostra, oggi come non mai, quanto una fetta non indifferente della popolazione abbocchi ancora a strategie di campagna elettorale perpetue e monotone fondate per lo più su odio, razzismo, paura e vaneggiamenti e falsità in un percorso riprovevole di raggiro della realtà e revisionismo storico.
La certezza di una direzione intrapresa che corre i binari verso un totalitarismo estremo assume le sembianze di una malsana patologia che ammorba e infetta gli animi e le menti deboli di persone semplici, facilmente manipolabili e incapaci di riflessioni e analisi del tutto personali e lontane da influenze o coercizioni.
Le raccapriccianti immagini di archivio del corpo di Mussolini preso a calci dalla furia e dallo strazio della folla inferocita a Piazzale Loreto non rappresentano le immagini storiche della gioia di una vittoria per la fine di una dittatura costata centinaia di migliaia di vittime e il collasso di una intera nazione, ma la terribile sconfitta sociale per una sudditanza assoluta e una prostrazione dell’italiano medio incapace di fiutare e fermare in tempo pericolose derive che non hanno fatto altro che distruggere il nostro paese.
Chi vuole, come detto prima, sminuire o snaturare concetti fondamentali come il pensiero politico buttandola giù con frasi banali del tipo “oramai oggi destra e sinistra non hanno più senso”?
A chi conviene rimuovere dalla storia due strade di pensiero che da sempre hanno convissuto ad una certa distanza ma percorso la loro intera esistenza in un parallelismo che ha scritto la storia del nostro paese dal dopoguerra in poi?
Traspare in modo evidente che tentare di unificare concettualmente queste due strade significa assumersi l’enorme responsabilità di futuri scenari politici mono direzionali e pericolosamente uniformati ad una sola parte politica pensante che terrebbe in mano le redini di una Italia ignara che tornerebbe a fare i conti con beceri estremismi e con una puzza già sentita.
Destra e sinistra hanno sempre mostrato “effetti collaterali” devianze e interpretazioni ad uso e consumo di chi li ha usati e abusati per dimostrare quanto il proprio operato sia valso di più e questo allora ci condanna ad una consapevole coscienza che la propria parte non è mai stata storicamente pura e non lo sarà mai.
Saggio e lungimirante è colui che ha fame di conoscenza per crearsi una propria linea di pensiero in un percorso ideologico che lo escluda da abominevoli raggiri di alchimisti e oratori che come piazzisti delle piazze del mercato, vendono la propria mercanzia evidenziando solo gli aspetti positivi e lasciando che, ad acquisto fatto, ci si accorga solo in un secondo momento degli aspetti negativi e dei difetti presenti.
L’ignoranza è il male assoluto delle società.