“Mamma, mamma, lo sai chi c’è, è arrivato il Merendero, è arrivato col sombrero, è arrivato, eccolo qua. El Merendero! L’è lì, l’è là, l’è là che …”
Una delle pubblicità di Carosello che più ho amato da bambina: mentre tutti cantano e ballano, Miguel fa la siesta e aspetta il Merendero che gli porterà la merendina, “garantita dalla qualità Talmone”.
Ora, colui che a tutte le ore e in tutte le stagioni faceva merende, merendine alla Nutella e merendone di pizza alle quattro stagioni, non è arrivato a fine estate, avendo fatto indigestione. Mia nonna gli avrebbe detto: “Hai gli occhi più grandi della bocca”. Cioè, sei ingordo; chi troppo vuole nulla stringe, anzi rigetta. Fatto sta che i suoi compagni di merende sono rimasti a pancia vuota, poiché c’è stato un misunderstanding: lui mangiava a crepapelle tutto il vassoio di merende a disposizione e loro, come Miguel, aspettavano pazientemente che gliene offrisse almeno una.
Sempre lo stesso errore: vent’anni fa i Miguel nostrani dicevano: “Se Berlusconi ha fatto i soldi, una volta al governo li farà anche per noi”. Sì, ha fatto lo spread a 509 per noi, ed è stato costretto a dimettersi.
Poi si sono affidati al Merendero. E ora sono in molti ad auspicare il suo ritorno credendo ancora che sia foriero di delizie sopraffine, ma che disgraziatamente sia stato bloccato lungo la via dai banditi giallo-rossi. Gli italiani aspettano sempre che qualcuno provveda per loro e non si accorgono intanto che si riempie la pancia mentre gli invia 49 milioni di bacioni… El Merendero come il salvatore della patria: padre, padrone e padreterno in terra.
L’azzimato Conte si accorge di guidare un popolo di obesi e si convince che non muoveranno il sedere per lavorare finché non dimagriranno, così “prima di tutto” pensa di applicare una tassa sull’alimentazione alle merendine pubblicizzate dal Merendero. Il popolo insorge perché ormai si alimenta solo a merendine, magari vegane di finto cioccolato alla caruba, ma merendine bell’e pronte. Fatica zero. Uno a zero per Salvini che salva le merendine di grandi e piccini, scrivendo su facebook: “Vado a caccia di merendine sperando che il golosastro Conte non le tassi”.
Allora Conte pensa di applicare una tassa sui voli scatenando l’odio del partito dei vacanzieri, il quale ha la maggioranza in Italia. Infine esausto chiede consiglio a Giggino, che è del ramo, avendo esercitato la professione di merendero in tempi non sospetti, cioè quando non faceva politica per mangiare. Giggino parte per l’America a chiedere il permesso a Trump, considerato che la maggioranza delle merendine da mettere al bando oggi sono made in Usa perché la qualità non è garantita. Donald comincia a imprecare ma Giggino non capisce un’acca di inglese, perciò il presidente americano per farsi comprendere scandisce in spagnolo: “Italia muerta”. Nel frattempo Renzi, che sta intercettando l’accorata telefonata di Giggino a Conte, ha un’intuizione: “Questi sono uomini morti, faccio subito un nuovo partito e lo chiamo Italia Viva”.
A questo punto Conte desolato entra a palazzo Chigi e s’imbatte nelle ministre dell’agricoltura Bellanova e del lavoro Catalfo. E, guardandole, si rende conto che non sono esteticamente rappresentative e si affretta a chiamare al telefono Giggino: “Al governo abbiamo dei bei catafalchi. Qualcosa con la dieta mediterranea è andato storto; ora metto tutto il governo a dieta: una merendina il giorno e amen. Neanche se pregano in turco o in arabo gli darò più un filo di spaghetto. Per gli extra e le preghiere con rosario si rivolgano a quel panzone del Merendero: le porte sono aperte, chi non sta a regime, esca pure dal governo e vada nella Lega dove si può mangiare a crepapelle. Io voglio delle ministre morigerate, ora mi faccio mandare l’album delle miss Italia degli ultimi dieci anni. Non saranno laureate, ma almeno saranno belle. Vivaddio anche l’occhio vuole la sua parte”.
Nel frattempo Renzi si consulta con Berlusconi che tuttora gode di una corsia preferenziale per intercettare le belle del reame. E stringono un accordo: Berlusconi sceglierà le candidate più belle e in cambio Matteo R. gli concederà la fusione dei loro due marchi di fabbrica politica; il nuovo partito si chiamerà: Forza Italia Viva. Alla faccia di chi li vuole morti.
Talvolta la realtà è molto più romanzesca della fantasia: aspettiamoci la tassa sugli spaghetti.