Un governo interrotto, una dualità insostenibile e inedita che ha portato l’Italia verso uno stallo e che consegnerà macerie e lavori di ricostruzione politica a chi malauguratamente si troverà a governare quant’anche fosse lo stesso presidente degli interni; un dato di fatto che impensierisce i mercati e che in poche ore ha fatto schizzare lo spread a 241 punti. Mancano pochi giorni e l’Italia non ha ancora deciso chi rappresenterà il nostro paese a Bruxelles, un fatto gravissimo per uno dei paesi fondatori dell’UE.
Il perché di una improvvisa crisi (attesa non certo nella settimana di ferragosto), è stata motivata dall’impossibilità oggettiva di seguire un percorso di governo reso insidioso e in perenne salita da continui dissensi da parte di un M5S immolato pur di continuare a rispettare il contratto con gli italiani; immolato così tanto da tradire lo spirito del Movimento stesso causandone una debacle assoluta in termini di consenso e credibilità. Eppure, nonostante Di Maio sia stato trattato come un comodo portacenere, Matteo Salvini ha sancito la crisi da cui non si torna indietro e quasi ogni giorno nei suoi comizi senza contradditorio risponde alle domande dei giornalisti con una ostilità e una spocchia da capo assoluto di tutto credendo che il suo ruolo sia più di potere che di responsabilità. Macerie su macerie e confusione istituzionale che ha reso il contratto degli italiani carta straccia al pari di uno scontrino di un caffè preso al bar. Dubbi e ipotesi sui tempi che occorreranno per il voto che presto il presidente Sergio Mattarella dovrà sbrogliare.
Quello di Salvini sembra all’apparenza un “delitto perfetto” e la sua genialità nel sapere “incantare” la popolazione e renderla ipnotizzata durante il suo solito comizio oramai è pura strategia mediatica da scrivere nei libri di storia. Nei suoi comizi egli ripete sempre le stesse cose fino allo sfinimento, una precisa strategia mediatica fatta di piccole azioni, quasi sempre innocue e non visibili, celate dietro una apparente normalità.
Per citarne una che molti ignorano: la prassi consolidata nel farsi i selfie con gli elettori fans a fine comizio, spesso per un tempo più lungo del comizio appena concluso, mostra dietro le transenne centinaia di persone in coda pazienti e orgogliose come se stessero incontrando una star di Hollywood, un’artista della musica o un mito dello sport. Ma tutto questo ha uno scopo che non viene spiegato. Il preciso intento risiede nella consapevolezza che al 100% la gente, per puro vanto, posterà la foto appena fatta sul social facebook come fosse un trofeo di cui esserne orgoglioso e in un mondo oramai pilotato dai social che registrano tutto, il nome del ministro taggato o meno, rimbalza migliaia e migliaia di volte nella rete in una perfetta operazione di pubblicità gratuita di cui solo lui ne trarrà beneficio. Dati e nomi che andranno a gonfiare database utili per mirare ad un elettorato che si è rivelato autonomamente. La gente sa chi è lui, ma per lui tutte quelle persone solo elettorato che lo porteranno al potere e la gente apprezza il gesto e sente il politico vicino al popolo in una vicinanza senza muri come se la famosa “casta” fosse un retaggio di un periodo trascorso.
Ma oramai il peggio è fatto e tocca ricorrere ai ripari. Ci troviamo davanti all’ultima opportunità del PD e opposizioni varie per mettere una pietra sopra ad un passato ridicolo di liti, scissioni e gelosie varie che non hanno causato altro che una clamorosa perdita di consensi e credibilità. C’è una emergenza oggettiva e un rischio serio di una deriva estremista citata con parole chiare da Matteo Salvini senta tanti preamboli. L’aver detto “Datemi tutti i poteri” rappresenta una frase chiara e diretta che, per la gravità oggettiva, deve prescindere qualsiasi ragionamento politico basato su coerenze ideologiche. La politica degli ultimi decenni è sempre stata piena di convivenze scomode e patti a volte improbabili e impossibili con scadenze precise. Non sarà e non è una bella e sana politica, ma dinanzi a pericoli seri e ad un governo interrotto “bruscamente”, come detto con rabbia dal presidente del Consiglio Conte in una breve ma durissima conferenza stampa a tarda sera di un paio di giorni fa, c’è da chiedersi il motivo per cui le opposizioni si sentano in dovere di rappresentare una coerenza al momento del tutto fuori luogo. Che farsene quando poi è troppo tardi?