Il voto estero, si sa, si discosta spesso dai risultati delle consultazioni nazionali, e anche in queste elezioni europee non ha fatto eccezione. Lo hanno sottolineato tutti: gli italiani che vivono fuori dall’Italia (ma, come vi avevamo spiegato, quelli che risiedono al di fuori dell’UE non hanno potuto votare per corrispondenza) hanno “rovesciato” il primo e il secondo classificato entro i confini nazionali. Secondo i dati ufficiali del Viminale, infatti, il Pd, che in Italia ha ottenuto il 22,69% dei voti, nella circoscrizione estera ha avuto invece il 32,7 1%; e la Lega, che nel Belpaese è stata premiata con il 34,33% dei voti, all’estero ha raccolto il 17,86% delle preferenze. Quanto al Movimento Cinque Stelle, in entrambe le circoscrizioni si è classificato in terza posizione, guadagnandosi un 13,71 % dagli italiani all’estero e un 17,07% in patria.
Guardando per singolo Paese, il Pd ha vinto dappertutto, fatta eccezione per Bulgaria (Lega 33,33%, Pd 20%), Croazia (Lega 28,59%, Pd 21,97%), Lettonia (Lega 34,86%, M5S 23,95%, Pd 13,30%), Romania (Lega 40%, Pd 25,75%), Slovenia (Lega 25,73%, Pd 25,46%), Ungheria (Lega 31,52%, Pd 23,20%) e Cipro (Lega 32,42%, Pd 25,27%) e Malta, dove ha prevalso il Movimento Cinque Stelle (26,97%), seguito da Pd (21,19%) e Lega (17,98%).
Altro punto da tenere in considerazione, il fatto che il voto degli italiani all’estero abbia premiato Europa Verde, attestatasi quarta con il 9,78% dei voti, lista che a livello nazionale – a differenza che in altri Paesi – ha ottenuto un risicato 2, 29%. Anche + Europa di Emma Bonino, che dentro i confini nazionali si è fermata allo 3,09%, tra gli italiani in UE ha raccolto l’8,84% dei consensi.
Le spiegazioni di questa discrasia azzardate in questi giorni (come dopo ogni voto estero) sono molteplici. Ve n’è una di stampo, per così dire, “elitista”, secondo cui, in sostanza, gli italiani all’estero rappresentano la “créme” del proprio Paese d’origine, sono, perlomeno nelle ondate migratorie più recenti, altamente istruiti, svolgono professioni di alto livello, sono più benestanti dei connazionali in patria, hanno viaggiato, e sono quindi meno impressionabili dalla propaganda anti-immigrati ed euroscettica di destra. Traduzione social di questo filone di pensiero, le numerose condivisioni su Facebook post-voto di una poesia di Gio Evan – scrittore, poeta e cantautore italiano che spopola sul web –, che invita a “viaggiare” come antidoto al razzismo.
A tale interpretazione se ne contrappone un’altra, di segno opposto: gli italiani fuori dall’Italia, essendo lontani dal proprio territorio, hanno “meno presa” sulla situazione del Paese reale, vivono meno sulla propria pelle i disagi di chi è rimasto, e quindi il loro voto è spesso più “ideologico” che risultato dell’esperienza vissuta o percepita.
Altri ancora si spiegano il sorpasso del Pd sulla Lega all’estero citando la buona e capillare organizzazione che vanta il principale partito di centrosinistra fuori dai confini del Belpaese, ma anche il fatto che gli italiani che si trovano in Europa sono – per ovvie ragioni – “europeisti”, e allergici a partiti e movimenti che mettono, o hanno messo, in dubbio l’appartenenza del Belpaese alla zona euro e alla stessa UE.
Altro dato da tenere presente per contestualizzare il risultato del voto estero: se è vero che il Pd si è indubbiamente imposto al di fuori dei confini nazionali, è altrettanto vero, tuttavia, che anche nella circoscrizione estera la Lega ha raggiunto risultati fino a 5 anni fa impensabili. Nelle elezioni europee del 2014, il partito di Salvini (che si chiamava ancora “Lega Nord” e il cui “restyling” era appena iniziato) tra i cittadini espatriati era arrivato solo al 2,1%. Certo: bisogna contestualizzare questi dati con la macroscopica contrazione di Forza Italia, che ha lasciato alla Lega il controllo assoluto dell’area di centrodestra, e con l’evidente cambiamento degli equilibri politici a destra del Pd. Ma vale comunque la pena osservare come la crescita vertiginosa del Carroccio non si sia registrata soltanto tra gli italiani residenti nel Belpaese, ma anche tra quelli che vivono all’estero, elettorato, come abbiamo visto, considerato meno propenso a sostenere il partito. Il Movimento Cinque Stelle, invece, è in calo anche all’estero, dove ha perso quasi 5 punti dalla precedente tornata di elezioni europee.
Una curiosità: in Germania, il Pd ha superato la Lega ma non di molto. Il partito di Matteo Salvini, che non ha mai risparmiato piccate critiche alla cancelliera Angela Merkel e ai falchi tedeschi promotori dell’austerity, ha infatti conquistato un rispettabilissimo 24% contro il 26,7% del Pd. Segno che gli italiani che vivono in Germania non sono così in disaccordo con gli affondi del “Capitano” contro la leadership del Paese che li ospita e l’idea di Europa che ne consegue.