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May 29, 2018
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Mattarella tira per i capelli la Costituzione e cade nella trappola di Salvini

Intervista con la Prof. Nadia Urbinati, politologa della Columbia University: "Il populismo nazionalista della Lega messo nelle condizioni di stravincere"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Mattarella tira per i capelli la Costituzione e cade nella trappola di Salvini

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, durante le consultazioni al Quirinale, Roma, 12 aprile 2018. (Foto ANSA/Paolo Giandotti)

Time: 5 mins read
Nadia Urbinati

La professoressa Nadia Urbinati insegna scienze politiche alla Columbia University di New York. In questi giorni l’autorevole politologa si trova in Italia e l’abbiamo contattata lunedì via skype per capire meglio lo scontro politico-istituzionale in atto a Roma dopo il mancato varo del governo M5S-Lega, bocciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Professoressa Urbinati, Mattarella ha tradito la Costituzione quando ha costretto Giuseppe Conte  a rimettere il mandato per il governo facendo infuriare Luigi Di Maio e (forse) anche Matteo Salvini?

“Sono d’accordo con l’autorevole costituzionalista Valerio Onida che ha dichiarato questa mattina che l’interpretazione alla Costituzione che ha dato il presidente Mattarella era un po’ tirata. Perché non é intervenuto su questioni formali, legali, ma è intervenuto sul contenuto delle proposte. Quindi in Italia e’ la prima volta che abbiamo questo uso un po’ esagerato del ruolo presidenziale nella formazione del governo.”

Ma quando l’allora Presidente Giorgio Napolitano nel 2013 respinse la nomina a ministro della Giustizia del magistrato Gratteri, messo nella lista del governo Renzi?

“Appunto, quella era stata una obiezione formale, Gratteri era un magistrato in attività e quell’incarico nell’esecutivo poteva portare a delle incompatibilità. Obiezione di tipo formale. Qui invece il Presidente Mattarella è intervenuto sul contenuto. Prima ha detto che durante la campagna elettorale non sarebbe stato discusso il tema dell’euro e quindi è intervenuto su un giudizio nella materia di discussione…”

E questo lei lo giudica incostituzionale?

“No, non è incostituzionale. Ma come ha scritto Onida, che é un grande costituzionalista, quella che ha fatto Mattarella è una interpretazione molto tirata della Costituzione, come dire un po’…”.

Il Presidente ha tirato la Costituzione per i capelli… ma senza strapparli?

“Esatto! Se non c’è un colpo di stato, è ovvio che si rimane dentro la Costituzione ma fino ad ora non avevamo avuto mai un intervento così diretto di sovranità. E Mattarella non è un sovrano”.

Ma secondo lei, i padri fondatori della Repubblica italiana, nel 1948, nello scrivere gli articoli con i poteri del Presidente della Repubblica, soprattutto per la parte importante della nascita di un governo, avevano prefigurato nella Costituzione la possibilità che il Capo dello Stato potesse fermare la nascita di un governo anche se questo ha in Parlamento la maggioranza, e nel paese la maggioranza del consenso popolare?

“La nostra Repubblica è innanzitutto parlamentare, e quindi da solo questo concetto pone dei limiti in questo senso. Ovvero, né i comunisti, né i democristiani, né i socialisti avrebbero voluto mai un Presidente con funzioni da sovrano, che potesse interferire sull’oggetto delle loro idee e quindi sul modo di costruire un programma di governo. Ecco perché fecero una Repubblica parlamentare.  Questo significa che hanno posto dei limiti che ostacolano il Presidente nell’intervenire sui contenuti. Se lo immagina se i comunisti avessero voluto un Presidente col potere di dire “Questo governo non si può perché le vostre idee sono…”? Non si può, la Repubblica parlamentare non ha queste caratteristiche. Ecco perché, come ha scritto Onida, Mattarella si è comportato come un Presidente di una Repubblica quasi presidenziale…”.

Il presidente Sergio Mattarella riceve i Gruppi “Lega – Salvini Premier” del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati durante le consultazioni del marzo scorso.

Ma allora secondo lei, quando il leader dei Cinquestelle Luigi Di Maio annuncia l’impeachment per Mattarella, ha degli elementi concreti per farlo? Salvini ancora ci pensa invece… 

“No, non ne ha perché non c’è alcun secondo fine nel comportamento di Mattarella. La messa in stato di accusa presume una forma di azione criminale. Ma il Presidente non è intervenuto per cambiare regime. Non ha cercato una soluzione per uscire dal regime repubblicano, per andare contro il regime costituzionale democratico che abbiamo.  Ma lo ha fatto semmai con la volontà di mantenere il regime medesimo. Non ci sono interessi privati o di parte. Non c’è stato nessun tradimento o violazione da parte del Presidente Mattarella”.

Ma se tutto quello che è successo ci dicono non è mai successo prima, allora perché sarebbe successo? Forse per via della legge elettorale?

“Questa legge elettorale è stata costruita per non creare alcuna maggioranza, oppure una sola quella del PD con Forza Italia. Non avevano previsto invece che la Lega potesse diventare così forte, mentre era stata fatta tutta in funzione anti Cinquestelle. Ma la legge non ha tenuto. È una cattiva legge elettorale e questo lo sappiamo”.

Il rimedio adesso qual è?

“Aspetti: c’è anche un’altra ragione: il Pd poteva avere una influenza positiva sul M5S e si poteva avere un altro tipo di governo. Magari anche con un appoggio esterno. Ma non è stato fatto. La soluzione? Andremo a elezioni anticipate. A mio parere sarà terrificante perché la Lega riceverà tanti voti in più, ma tanti. Ecco perché penso che Salvini abbia tirato molto sul nome del Prof. Savona per giungere alle elezioni anticipate.… Salvini vuole andare oltre il 30 per cento per poter governare con i suoi simili e fare un governo con forti tensioni nazionaliste”.

Salvini avrebbe teso una trappola a Di Maio?

“Secondo me sì. E in un certo senso anche allo stesso Mattarella. Noi ci troviamo di fronte ora ad un rischio più grande. Perché col governo che si poteva fare c’erano due partiti alleati ma ognuno poteva limitare l’altro. Invece con le elezioni anticipate la questione diventa più complessa perché si potrà avere un governo ancora più a destra. Una situazione che non vedo drammatica ma sicuramente non semplice”.

A questo punto il ruolo di Berlusconi sembrerebbe essenziale per Salvini per poter portare a termine i suoi piani: insomma, per vincere le elezioni la Lega ha sempre bisogno di Forza Italia…

“Ha ragione lei su Berlusconi. Infatti Salvini vuole tenere l’alleanza con lui e per questo lo spinge a non sostenere il governo tecnico di Carlo Cottarelli”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve al Quirinale Carlo Cottarelli (Foto Quirinale.it)

Gli italiani, se hanno voluto cambiare una classe politica e il suo regime, quando lo hanno fatto da soli, sono saltati dalla padella alla brace (come nel 1922). Quando sono stati “aiutati” (vedi 1945-48). hanno creato la Costituzione Repubblicana. Qui, su quello che sta succedendo, gli italiani stanno facendo da soli o sono aiutati? Insomma c’è un ruolo degli Usa? Dell’Europa? Addirittura della Russia?

“Non credo che un popolo resti mai da solo in questi momenti. Ma qui non c’entra essere da soli o in compagnia. Il problema oggi è che in Europa tutti i paesi europei sono a rischio di nazionalismo. Perché l’Unione europea è bloccata in uno status quo, in uno stallo che non può continuare.  Quindi le responsabilità sono dell’Italia ma anche dell’Europa, che dovrebbe esserci, politicamente intendo. Deve essere un’Europa che dovrebbe riformarsi, che sia più politica, federale. Non possono sempre essere i mercati o una banca centrale o la Germania a decidere”.

Quindi più Europa ma non a trazione tedesca?

“Più Europa politica. O si va verso una maggiore federazione dell’Europa,  o si andrà sempre più a destra, verso i nazionalismi.  Il tema dell’immigrazione e quello della spesa pubblica é insostenibile in questa situazione”.

A poche ore dal marasma dello scontro tra M5S-Lega e Quirinale, lei è ottimista o pessimista sul futuro della democrazia italiana?

“Il problema serio è quello di fare un governo. E di andare alle elezioni. La Spagna ne fece due di elezioni in tre mesi. Non credo che sia un dramma. Però la legge elettorale che ci ritroviamo potrebbe continuare ad essere un problema per creare una maggioranza autorevole”.

 Cottarelli è una pezza, in funzione di questo passaggio? E’ stata la scelta giusta quella di Mattarella?

“E’ una pezza. Già, Cottarelli é una pezza. Non poteva far diversamente a questo punto Mattarella. Salvini, che invece avrebbe potuto sostituire Savona con Giorgetti e fare il governo, ha imposto il primo perché il leader della Lega aveva un piano che ha avuto successo. Ma bisogna stare invece attenti a prendere decisioni che aumentano il successo di questi populisti. Purtroppo questa decisione di Mattarella è andata in quella direzione”.

Salvini, tattico scaltro e furbo: come Mussolini prima dell’avvento al potere?

“No, situazioni molto diverse e non possiamo fare paragoni. Ma é vero, come nel caso dell’Austria, della Polonia, dell’Ungheria, che in Europa potranno continuare a nascere democrazie fortemente populiste. Dove la maggioranza vuole sempre avere un potere superiore. Chiamatela democrazia populista, ma fascismo non lo chiamerei”.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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