“Il nostro sarà il governo dell’orgoglio” ha dichiarato Matteo Salvini. Con buona pace di Jean Austen e di Collodi, specifichiamo: Orgoglio e pregiudizio, a causa di Pinocchio. Perché il nuovo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come la ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, è stato infedele agli italiani, mentendo sul suo curriculum vitae. Alle università di New York, Cambridge, Parigi, Vienna, Malta non è registrato come insegnante e nemmeno come studente. Forse s’infilò in qualche archivio di soppiatto come un topo per imprecisate ricerche.
Quale altro Paese avrebbe accettato la nomina di un premier che ha dichiarato il falso per iscritto? Il cv è un’autocertificazione firmata perseguibile penalmente; infatti deve riportare la seguente dicitura: “Rendo le dichiarazioni contenute nel presente curriculum consapevole delle sanzioni penali, nel caso di affermazioni non veritiere, di formazione o uso di atti falsi, richiamate dall’art.76 del DPR 445 del 28.12.2000”.
E Giuseppe Conte è pure avvocato e si propone come difensore degli italiani. Siamo proprio il Paese di Pinocchio. Qui i bugiardi governano; e non da ora.
Agli italiani le favole piacciono un sacco, considerato chi hanno votato. Gli è stato fatto sognare un programma di governo che, se realizzato, provocherebbe lo sfondamento dei conti pubblici. Vedremo se Conte saprà fare i conti e riscattarsi da topo di biblioteca di università straniere a gatto dello Stivale nostrano. Perché di altri topi, oltre a Giggino, non abbiamo bisogno. Considerando a mente fredda, Conte ha comunque il più bel curriculum del nuovo governo tra quelli di Di Maio, Salvini e presunti ministri in arrivo. Che, ha assicurato il premier, “saranno tutti politici, come il sottoscritto”. Oh, bella! Giuseppe Conte si è dimenticato di scrivere sul suo cv che era pure un politico? Da far rivoltare nella tomba perfino Ovidio, l’autore delle Metamorfosi. Dunque la filosofia di Conte è: chi non risica non rosica. Per ora rimane un roditore, pure pseudo-tecnico. Vedremo quanto dei progetti promessi e irrealizzabili riuscirà a rosicchiare sgretolandoli: solo quando sarà capace di imporsi al di sopra delle parti, potrà non essere più considerato un premier prestanome, controllato dalle due maggiori forze politiche al governo, ma un premier politico a tutti gli effetti. Qui iniziano Le avventure di Pinocchio…
Dai, Conte, perfino Pinocchio alla fine della favola è riuscito a trasformarsi: “Com’ero buffo, quando ero un burattino! E come ora sono contento di essere diventato un ragazzino perbene”. Istruttivo: da far leggere anche a Giggino e Matteo.
Gli italiani si bevono tutto. Hanno la memoria corta? Gliela rinfreschiamo. Ecco alcune dichiarazioni di Di Maio/Grillo/ Fico versus Salvini e viceversa negli ultimi mesi:
“Non faremo mai un governo con la Lega”. “I grillini alla prova del governo fanno pena”. “ La Lega parlava di Roma ladrona e deve decine di milioni di euro agli italiani”. “I 5 Stelle sono più a sinistra di Rifondazione comunista”. “Salvini la faccia nuova della Lega? Se per la prima volta è stato eletto nel ’93. Fa politica da quando avevo 4 anni e cosa abbia fatto non si sa”. “I 5 Stelle sono chiacchieroni e incapaci di governare: quando dalle parole passano ai fatti, sono un disastro”. “Salvini è ipocrita e falso. Si è venduto per qualche poltrona. I leghisti sono stati 8 anni al governo: hanno rubato”. “Grillo piglia per il culo gli italiani”. “Un governo con la Lega è fantascienza allo stato puro”. “Mai un governo con i 5 Stelle”. L’intervistatore incalza: “E’ un impegno solenne che prende?” Risposta di Salvini: “Esatto”.
Ergo, le parole in politica sono come i rumori in lontananza: si dimenticano. Amiamo la fiction. E siamo alla fase fantascienza, o meglio: fantapolitica. Ma questo significa che non è l’inizio della terza Repubblica, come da topo Giggino sbandierato, bensì il terzo atto della prima Repubblica. Cambiano i musicisti, ma la musica è sempre la stessa. Giuseppe Conte è il quinto presidente non eletto dal popolo italiano. Ma scelto dai politici populisti, eletti in Parlamento dal popolo. Hanno sempre in bocca la Costituzione, la masticano come una chewingum, ma non la conoscono. Né la conoscono i loro elettori populisti ai quali sfugge che il popolo è sovrano ma non ha il potere. E si ritrovano con un paracadutato dal firmamento pentastellato a fare il capopopolo, il che potrebbe essere la sua fortuna o la sua disgrazia. Come e con quali poteri lo farà? Perché gli italiani fanno presto ad appendere i dittatori a testa in giù… Solo che rischiano pure loro che il cielo gli cada sulla testa.
La favola di Cenerentola riveduta e corretta in fiction odierna volge alla fine: Anastasio e Genoveffo volevano fare il principe, ma è arrivato Cenerentolo, un pretendente più bello e più bravo, a cui il vestito regale sta a pennello. I sorvegliati speciali sono i nanetti, che hanno dato man forte ai fratellastri cattivi. I nanetti sono gli italiani che li hanno votati, che insorgono: il populismo è un inganno. No decreta il governo: la colpa è dei nanetti che sono scappati dalla loro favola, quella di Biancaneve, dove lavoravano in miniera.
Non ci resta che sognare l’avvento di Biancaneve a liberare gli italiani. E speriamo che sia femmina.