Esiste la realtà. E poi esiste la percezione che ognuno di noi ha di essa. Una percezione che cambia, a volte anche radicalmente come se quella stessa realtà non esistesse se non nelle antitetiche idee di ognuno di noi. Avete presente quando vi raccontano di un fatto cui avete assistito anche voi? O di qualcosa che è stato vissuto da più persone contemporaneamente ma che dai loro racconti sembra invece essere ogni volta totalmente differente? E differente dalle versioni altrui sarà anche la vostra? Ecco, più o meno così. Ma la realtà è una e una sola.
Succede anche a Napoli, una città complessa, dalle mille e molte più sfaccettature che dipendono in buona, forse troppa, sostanza dalla percezione di chi ne racconta. Facciamo un esempio, recente e direi calzante. Senso civico e legalità. Ora, Napoli ha il Lungomare più bello dell’Universo, la pizza più gustosa del Globo e la gente più generosa dei 5 continenti. A Napoli se sei una donna che gioca a calcio e di ritorno dall’allenamento di calcetto, ti fermi al chioschetto per comprare una porzione di “O’ per’ e o’muss’” (trippa all’insalata per chi non l’avesse ahilui, mai assaggiata) e tra una cosa e un’altra esce fuori che non solo giochi a calcetto, ma giochi pure in una squadra e fate pure i tornei di beneficenza, allora stai pur certo che al momento di pagare la tua cena, il venditore ti dirà che non esiste, se le femmine che giocano a calcio fanno beneficenza, allora la beneficenza la farà pure lui. E la porzione della trippa di cui sopra sarà bella e che offerta. Mi è successo. Due giorni fa per la precisione. Quindi, che questa qui sia una delle città più incredibili che si annoverino nella storia delle Polis è fuor di dubbio. Ma dubbi non ci sono neppure sullo stato del diritto civico e legale da queste parti.
A Napoli vige il principio del vivere usando la cosiddetta cazzimma, quel mix tanto famoso di furbizia e un pizzico di cattiveria, goliardica sicuramente, ma non sempre, va detto. Quanto all’educazione civica, poi, non siamo proprio famosi nel Mondo per quella, ecco. Cioè, lo scooter è omologato per due, quando supera i 50 di cilindrata e purché si abbia il casco entrambi ma non è affatto raro che qui lo si usi in tre. O in 4. Senza casco che sennò fa troppo volume e si sta stretti. Oppure che a Napoli Est si vedano un uomo e un bimbo. Nessun casco. Una moto trattenuta a fatica da un ragazzino su uno scooter guidato da un adulto. Nessuna sicurezza. Né un barlume di senso civico. Ma una cosa è che lo diciamo noi e un’altra, ahinoi, e che ce lo vengano a dire. Il patriottismo nostrano di cui è bandiera il primo cittadino Luigi De Magistris però talvolta copre gli occhi e apre la bocca e non sempre a giusta regione. Ed è così che può accadere che il segretario generale del Censis, Giorgio De Rita, dica (sulla base di una ricerca ad hoc del Censis sulla contraffazione a Napoli): “Napoli è un territorio dove il senso civico e la cultura della legalità risultano particolarmente deficitari” e da queste parti s’insorga.
Cioè, mai a farsi un esamino di coscienza, pure piccolo e blando. No, mai. E’ verissimo che ogni scarrafone è bello a mamma sua, ma se in tanti ci dicono che uno è uno scarrafone, pure se noi lo vediamo bello, sempre scarrafone resta. Ma no, non si può ammettere e allora si insorge e si risponde che niente, “Non è vero che il senso civico (a Napoli) sia inferiore rispetto ad altre città. Da quando amministriamo, Napoli ha il maggior numero di luoghi affidati esclusivamente per senso civico ai partenopei, oltre 400. C’è un forte livello di partecipazione, di antimafia sociale dei fatti”. Ora che a Napoli la gente partecipi non è cosa dubbia: cioè, quando gioca il Napoli lo stadio è pieno e ci mancherebbe che al calcio non si partecipi. Un po’ meno quando si tratta di far valere diritti che da queste parti scarseggiato o quando effettivamente si debbano rispettare limiti e divieti senza per forza far valere la legge del più forte o meglio del più furbo.

Ora senza voler entrare nel merito di chi amministra che sarebbe come dire “acquaiolo, l’acqua com’è’” sicuri che ci risponderà che è acqua di Lourdes, Napoli è uno di quei casi emblematici di realtà diversa a seconda di chi la guarda. O di chi la governa, in un gioco forza che ricorda, parafrasando nozioni di diritto, la differenza tra la realtà processuale, che è quella del processo appunto e che dipende dalla bravura o meno di questo o quell’altro avvocato e la realtà dei fatti, che è ciò che è realmente accaduto. E proprio per quella differenza, formale più che sostanziale, che accade che un innocente vada in galera o un colpevole ne esca. Così per Napoli. Napoli la ami, se ci sei nato o agli antipodi se ci passi una settimana all’anno. La odi se sei costretto a sopravviverci, senza diritti o doveri. E va bene amarla ma a non educare un bimbo per troppo amore non si fa di certo il suo bene, anzi: lo si farà crescere nell’errata consapevolezza di essere nel giusto, anche se non lo è. E crescerà male, più male di quanto si possa immaginare.
Nunzia Marciano, napoletana, giornalista tv di Canale 8, è l’autrice di Single per legittima difesa, AlessandroPolidoroEditore, 2016