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April 8, 2017
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Dai missili in Siria alla difesa di O’Reilly: ciak, si gira Trump

Il presidente USA ribalta le sue posizioni sulla guerra non sulla pussy

Angela VitalianobyAngela Vitaliano
Dai missili in Siria alla difesa di O’Reilly: ciak, si gira Trump

Time: 4 mins read

Si chiude una settimana fra le più terribili per il paese, da molto molto tempo. La maggior parte delle decisioni prese in questi giorni, avranno conseguenze sul futuro degli Stati Uniti molto a lungo e non porteranno nulla, ma proprio nulla di buono. Il commander in chief, però, a cui non è sembrato vero, finalmente, di poter fare un po’ il cowboy, come sempre, riposa nel suo castello di Mar – o – Lago dove, con sperpero inaudito di soldi dei contribuenti, organizza cene e gioca a golf , costringendo anche la povera Melania a stargli accanto per più dei dieci minuti pattuiti dal regolamento condominiale di Trumpland. Eccovi le  “supposte”:

  • Come spiega benissimo il Washington Post, in una ricostruzione delle ore e degli eventi che hanno spinto Mr Trump a cambiare idea sulla necessità di occuparsi della Siria, il presidente reagisce impulsivamente a cose che sente o vede e lo colpiscono. Le foto dei bambini siriani uccisi dai gas sono state per lui, papà e nonno amorevole, un colpo al cuore (o a quello che lui pensa sia il cuore) che rischiava di farlo distrarre durante la partita a golf. Quindi, consigliato da Ivanka, esperta di politica estera, che più volte ha mostrato di avere capacità straordinarie di leadership, mentre metteva in pratica gli insegnamenti appresi dal suo mentore Voldemort (che pendeva dalle sue labbra per la scelta di vestiti e accessori), il presidente degli Stati Uniti ordina un lancio di missili con la stessa impulsività con cui Ciccio si lancia su una torta lasciata a raffreddare sul davanzale, da Nonna Papera. E chi se ne frega del Congresso e del fatto che mi dovrebbe dare il permesso. Chi se ne frega se nel 2013 ho insultato, come sempre, Barack Obama perché pure lui aveva visto le foto e voleva intervenire. Chi se ne frega se non ho idea di cosa fare dopo. Chi se ne frega se in fondo la responsabilità di Assad non è stata nemmeno ufficialemente provata. Chi se ne frega che io, presidente della più grande potenza al mondo, dovrei riflettere e ponderare. Io, Donald J Trump, che quei numeretti del gradimento così bassi non li sopporto più, visto che poi uno si pensa che la gente non mi ami come invece fa, prendo 59 missili, che 60 sembrano uno schiaffo alla miseria, chiamo il mio amico Vlad per avvertirlo che sto per colpirlo, così lui avverte Assad e nessuno si fa male, e li lancio. E, intanto, dò la colpa a Barack Obama (bravi i miei vassalli che a lui dissero di no così che io oggi posso puntare sulla completa assenza di memoria di tutti e dire che lui era un indeciso mollaccione) che ci sta sempre bene come cosa. Ora, visto che la storia, purtroppo nel tempo, mostrerà e scriverà in maniera indelebile che questo presidente è il peggior incubo che questo paese potesse mai aspettarsi, per spingerlo a fare qualcosa di buono, mandiamogli le foto dei bambini siriani morti finora e che lui non vuole far entrare nel paese. Mandiamogli le foto dei bambini che morirebbero o nascerebbero malati visto che lui vuole togliere le cure prenatali. Mandiamogli le foto dei bambini ai quali vuole togliere l’assistenza sanitaria. Mandiamogli le foto dei bambini ai quali la DeVos vuole togliere i pasti gratuiti. E visto che ci siamo mandiamogli anche quelle degli adulti, americani, che da New York a San Francisco, con i tagli che lui sta facendo, non sapranno come mangiare o curarsi. Mandiamogliele un po’ di foto. Perché visto che non sa leggere, che almeno guardi le figure.
  • Ora, assodato che a Trump piacciono tanto le foto, non potevamo non aspettarci la foto di lui e dei suoi pistoleros che seguono il bombardamento. Solo che è la copia di quella famosa di Obama la notte in cui i Navy Seal attaccarono il nascondiglio di Osama Bin Laden e lo uccissero. Sarebbe opportuno che il presidente vedesse uno psicologo, per liberarsi dalla sua ossessione verso il suo predecessore perché rischia veramente il ridicolo in questo modo. Come se, che ne so, Melania si fosse presentata all’inaugurazione con un vestito copiato da Jackie Kennedy. Tanto per urlare al mondo intero la sua totale assenza di personalità.
  • Venerdì intanto, mentre il presidente aveva ottenuto il più grande successo della sua presidenza, guadagnando qualche punto percentuale nelle poll, grazie al vertice col cinese Xi e ad una partita a Risiko giocata con i suoi amici, Steve, Vladimir e Ivanka e “i pistoleros di tutto il mondo uniti” erano in giubilo ad applaudirlo, il Senato, cambiando le regole dei giochi come nessuno aveva mai osato fare prima, nominava alla Corte Suprema, Neil Gorsuch, un giudice di estrema destra e super conservatore, nemico dell’aborto e di molte altre cosucce di civiltà. La vergogna del cambio delle regole istituzionali, si aggiunge a quella di otto mesi in cui i repubblicani non hanno mai voluto nemmeno considerare Merril J. Garland, giudice moderato, indicato da Barack Obama. Le azioni abominevoli, ipocrite e immorali di cui si stanno macchiando i repubblicani, capeggiati da Mitch McConnell il cui senso morale non è percepibile nemmeno con uso di ultrasound, avranno conseguenze enormi e, prima o poi, dovranno risponderne alla storia.
  • Concludiamo su una nota “allegra”. Siccome, lo so, ci sono molti che ancora credono in qualche momento di “lungimiranza” del presidente, vale la pena raffreddare un po’ gli animi entusiasti di coloro si erano emozionati per la sua decisione di proclamare Aprile, mese contro gli abusi sessuali. Solo due giorni dopo, che ad aspettarne tre avrebbe visto la sua mascolinità messa a rischio, Trump è intervenuto a difesa del suo amico Bill O’Reilly, giornalista di Fox, che ha pattuito un risarcimento record di 13 milioni di dollari per denunce relative proprio a “comportamenti sessualmente inopportuni” tenuti sul luogo di lavoro. Cioè mò vuoi vedere che uno veramente non può afferrare la vagina di una femmina come e quando gli pare o fare commenti sulle tette di una alla quale sto anche dando un lavoro. Che la smettano loro di avere tette e vagine, piuttosto. Che quello poi, pure Alberto Sordi, alla fine, i bucatini, se li mangiava.
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Angela Vitaliano

Angela Vitaliano

Da ragazzina volevo fare l'attrice e ancora, spesso, penso che forse quella sarebbe stata la mia strada. Ero pero troppo timida cosi le cose, invece di dirle, le scrivevo. Agli amici, ai fidanzatini, ai familiari. Ho collaborato/collaboro con L'Espresso, Gioia, Grazia, Wired, il Mattino, Linkiesta, Lettera 43 e molti altri. Ho fatto la presentatrice in Rai, proprio come quelli bravi. Un giorno ad Arianna Huffington raccontai una storia e mi chiese di scriverla per l'Huffington Post USA. In inglese. Cosi quando non scrivo, studio. Oppure invento coreografie su musiche di Broadway. O cucino. New York mi ha rimesso al mondo e siamo una coppia di fatto: innamorata. Lei è la mia anima. A volte tormentata ma sempre capace di avere sogni a portata di mano.

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