Caro Direttore,
Mi rivolgo al tuo giornale perché vorrei diffondere un appello a tutti gli italiani e le italiane che vivono negli Stati Uniti (e non solo!), spiegando le ragioni per le quali ho votato Sì al referendum costituzionale e invitandoli a fare lo stesso. Ti ringrazio per la cortese attenzione e spero che La Voce di New York possa concedermi lo spazio per questo appello.
Lucina Di Meco, Assemblea Nazionale PD, Nord America
Cari Amici, Care Amiche,
Ho un bambino di cinque anni e se c’è una cosa che cerco di insegnargli da quando è nato è la capacità di pensare in termini di soluzioni, invece che di problemi. Ogni giorno, ognuno di noi si confronta con una scelta: buttarsi nell’arena cercando di risolvere situazioni difficili, con il rischio di fallire e coprirsi di polvere e graffi, oppure scegliere di stare in poltrona a criticare, trovando un problema per ogni soluzione, aspettando che arrivi qualcosa di meglio, chissà quando e come, chissà da chi. Per quanto mi riguarda, magari mangiando polvere come spesso mi è capitato, mi troverete sempre nell’arena.
Per questo, ho votato con profonda convinzione Sì al referendum costituzionale e vi chiedo di considerare di farlo anche voi, nonostante le critiche, spesso infondate o parziali, che forse avete sentito.
Alcuni hanno detto che i cambiamenti proposti non risolveranno nessuno dei problemi reali del Paese, dalla povertà crescente, alla mancanza di meritocrazia e civiltà con cui ci si confronta ogni giorno. Onestamente, io vi dico che mentono, non capiscono o fanno finta di non capire che l’origine della crisi economica e culturale del Paese sta nel fallimento di un sistema politico che non è stato in grado di dare risposte ai problemi reali dei cittadini, perché preso da un ping-pong legislativo infinito. Il referendum, eliminando il bicameralismo perfetto, risolve questo problema, togliendo ogni scusa ad una classe politica che per anni ha giustificato i propri fallimenti attraverso la supposta “irriformabilità” del sistema. Ebbene, ora abbiamo l’occasione di cambiarlo, questo sistema.
Altri hanno detto che si potrebbe fare meglio. Nulla è perfetto ma in tutta onestà io vi chiedo: chi pensate sarebbe in grado di fare questo generico meglio, quando e come, se sono vent’anni che tutti i partiti parlano di riforme e nessuno è mai stato in grado di farle? Guardateli quelli che dicono che farebbero meglio, guardate quello che sono stati in grado di fare, o, molto più spesso, di disfare nei mesi o negli anni di governo e poi decidete se vale la pena far decidere a loro il destino del Paese.
Darwin ci insegna che non sono i più intelligenti o i più forti a sopravvivere, ma coloro che meglio sono in grado di adattarsi al cambiamento ed evolvere. Coloro, insomma, che trovano opportunità nel cambiamento, magari a costo di prendere la valigia e cercare altrove il proprio cammino, come molti di noi hanno fatto. Io mi rivolgo a voi, chiedendovi di guardare oltre questo governo, oltre Renzi, oltre i battibecchi politici che offuscano la realtà e trovare il coraggio di credere che l’Italia sia in grado di innovare, trovare soluzioni alla propria crisi e ripartire, a cominciare proprio dalla riforma del sistema politico. Vi chiedo di darvi il lusso di pensare a un’Italia con un grande futuro e non solo un grande passato e votare Sì, abbracciando le sfide di questo futuro.
Se volete informazioni su come votare o chiarimenti sul merito della riforma, scrivete ai Comitati #BastaUnSi New York (@bastaunsiNY) o San Francisco (@bastaunsi SanFrancisco) o a me direttamente su Twitter a @lucinadimeco.
Mille grazie!
Lucina Di Meco è nata a Sanremo, ha una laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche e un Master in Economia dello Sviluppo. Da oltre 15 anni vive fuori dall’Italia, tra Messico, Stati Uniti e Austria. Lavora come consulente in temi di genere e diritti delle donne per organizzazioni impegnate nella cooperazione allo sviluppo.