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June 20, 2016
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A Roma e Torino la democrazia italiana si sveglia

Storica elezione di due donne Cinquestelle a sindaco di Roma e Torino, gli elettori premiano l'alternativa

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
appendino raggi

Chiara Appendino e Virginia Raggi

Time: 5 mins read

Il 19 giugno 2016, sarà ricordato in Italia come il giorno che avvenne una grande svolta politica. Il Movimento 5 Stelle ha provocato un forte terremoto politico nazionale conquistando la capitale d’Italia, Roma. E, come se non bastasse, anche la sua ex prima capitale, Torino. Un risultato politico straordinario,  da quando circa dieci anni fa il fondatore del movimento politico, Beppe Grillo, gridava nelle piazze vaff… a quel sistema bloccato dei partiti tradizionali che ha governato finora l’Italia.  Questa giornata, poi,  diventa doppiamente storica perché a vincere le elezioni per diventare sindaco di queste due importanti città sono due giovani donne: Virginia Raggi e Chiara Appendino. Per quanto riguarda Roma si tratta della prima volta!

Cosa succederà adesso al premier e segretario del PD Matteo Renzi? Il partito di Renzi, riuscendo a non perdere a Milano – dove è stato eletto l’ex manager dell’ Expo Giuseppe Sala che ha vinto contro il candidato del centrodestra Stefano Parisi –  e anche a Bologna – dove è stato confermato Virginio Merola sempre contro una candidata di centrodestra- ha limitato i danni. Ma il voto dice anche che dove ai ballottaggi si scontrava con un candidato Cinquestelle, il PD di Renzi ha perso.

Le ragioni sono chiare: nei capoluoghi come Roma e Torino, il M5S ha sicuramente ricevuto voti anche da chi aveva votato precedentemente per i partiti di centro destra. E questo anche spiega il distacco dei voti a Roma tra Raggi e Roberto Giachetti. Ma questo dato non può annullare anche il fatto che il M5S è riuscito ad attrarre meglio di chiunque altro partito il voto di protesta di quella valanga di cittadini italiani che ora preferiscono “rischiare” con gli “inesperti” grillini  piuttosto che votare ancora quei partiti che reputano responsabili del mal governo, della corruzione e persino dell’ influenza della criminalità organizzata nel governo della capitale. Cioè quei partiti che sembrano incapaci di rinnovarsi, almeno fino a quando restano al governo.

Da oggi, è chiaro, la leadership di Renzi sul PD (e di conseguenza sul governo) ne esce indebolita. La tenuta di Milano e Bologna ha evitato che il terremoto politico seppellisse Renzi e il suo partito: il governo dovrebbe durare, almeno fino al referendum costituzionale di ottobre.

Certo, sono “solo” elezioni comunali, ma gli italiani, come certi tifosi di calcio, in passato difficilmente cambiavano squadra anche se questa aveva giocato male. Il fatto che il PD abbia perso la capitale, fa capire quanto sia stato forte l’impatto degli scandali nella città amministrata da anni dal centro-sinistra anche con una parentesi, altrettanto disastrosa, del sindaco Gianni Alemanno del centrodestra. Il Movimento fondato da Beppe Grillo, è stato ritenuto dalla stragrande maggioranza dei romani che hanno votato,  l’unica forza politica d’alternativa democratica, unico movimento capace di rappresentare la rottura col passato e quindi il cambiamento.

Osservandole da New York queste elezioni,  abbiamo notato come il 90% della stampa e dei media italiani fossero schierati contro i candidati del M5S. Quindi per chi scrive questa vittoria vale doppio nella sua impresa, se si pensa che le candidate Cinquestelle l’hanno ottenuta nonostante il fuoco incrociato di media sempre a loro sfavore (unico giornale nazionale non ostile a M5S ci è apparso il Fatto quotidiano).

Noi de La Voce nel commentare la politica non siamo né tifosi né pessimisti a priori, e quindi possiamo salutare la storica novità della vittoria di una giovane donna di 37 anni, madre e avvocato, nata e cresciuta a Roma, come una importante e anche entusiasmante novità come sindaco della capitale. Quando l’abbiamo vista e ascoltata in video Virginia Raggi, non ci ha fatto certo cattiva impressione  per non saper utilizzare quel linguaggio da apparatcik di partito, anzi.

Quando vince l’opposizione che ancora non ha governato, perché finora M5S in città come Roma e Torino ha rappresentato l’opposizione, non si può gridare già al fallimento, “a prescindere” dal lavoro ancora da iniziare,  come invece queste ore leggiamo sui giornali e anche sui social, soprattuto dagli ambienti della sinistra italiana.

Abbiamo sentito persino l’ipotesi che Matteo Renzi lo abbia fatto apposta a perdere Roma, per consegnarla al M5S e quindi metterli alla prova della responsabilità di governo con tutti i grattacapi e problemi che avrebbe comportato una città difficile come Roma. In sostanza. per provocare il logoramento del movimento dei Cinquestelle, in modo da renderli “come tutti gli altri” al momento del voto nazionale e quindi non più’ “vergini” e appetibili ad un elettorato in cerca di alternative.

Fosse vero, questo per Renzi sarebbe un azzardo. Veramente si deve escludere che Raggi possa far bene? O comunque governare meglio dei suoi immediati predecessori?

Quello che invece ci risulta con tutto il suo peso politico, è che da domani a Roma e Torino, due donne governeranno dopo aver ricevuto una valanga di voti. Invece il presidente del Consiglio Renzi, continuerà a governare l’Italia senza aver mai ricevuto quel tipo di mandato e consenso elettorale, essendo diventato premier con le vecchie manovre di palazzo e di partito. Per carità, tutto costituzionalmente secondo le regole, ma che ricalca proprio quella vecchissima politica dove le investiture cadevano dall’alto delle segreterie di partito e che il voto di protesta vuol mandare a casa.  L’anomalia nella democrazia italiana che vuol cambiare, a nostro parere, non sta certo nella vittoria dei Cinquestelle di ieri.

Non possiamo prevedere se Raggi e gli altri sindaci Cinquestelle che hanno vinto, sapranno alla fine governare o se falliranno. Certo, sarebbe già un bel cambiamento non ripetere i recenti scandali di Roma. Ma non basterebbe: i cittadini hanno bisogno di risposte concrete sulle condizioni di lavoro, sui costi delle abitazioni, i trasporti, l’igiene delle loro città.

Noi non giudichiamo prima ma comunque ci auguriamo che queste giovani donne possano far bene e governare con successo le loro città. Perché almeno in democrazia, il cambiamento è un momento fondamentale, e serve come stimolo al rinnovamento per tutti. Non esistono governi insostituibili. I governi, dai locali fino al nazionale, per poter ogni giorno migliorarsi, devono sentirsi addosso il fiato dell’opposizione, che non può essere delegittimata perché “tanto non sapranno governare”.  A decidere chi ha governato male e chi bene sono i cittadini, e chi non rispetta le loro esigenze merita di essere  sostituito.

Si deve quindi ringraziare il Movimento Cinquestelle per aver costruito un’ alternativa, quando ai romani era chiaro da anni che tra PD e forze di centro destra, ex Polo della libertà, non c’era granché di differenza (infatti il governo di Renzi include gli alfaniani). Oppure si preferiva forse che l’ “alternativa” fosse rappresentata dalla Lega di Matteo Salvini?

Ne siamo convinti, per la democrazia italiana, il 19 giugno rimarrà una giornata  positiva e anche storica: il cambiamento questa volta in Italia si esprime scegliendo le donne. In bocca al lupo, anzi alla lupa!

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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