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July 29, 2015
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July 29, 2015
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Collodoro su Crocetta e Tutino: “Al di là dell’intercettazione, messo a nudo un sistema di potere”

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 9 mins read

Il ‘caso’ Crocetta-Tutino. Villa Sofia di Palermo. L’assessore, anzi, l’ex assessore regionale, Lucia Borsellino e l’intercettazione che non si trova. Gli ospedali con i medici e gli infermieri ridotti all’osso. La medicina del territorio che non c’è. La chiusura della chirurgia ortopedica pediatrica. Le persone sbagliate al posto sbagliato. E altro ancora. Parla Angelo Collodoro, vice segretario regionale della Cimu siciliana, sindacato dei medici.

Dottore Collodoro, si parla tanto di Rosario Crocetta e del suo medico personale, dottore Tutino. Si parla di Lucia Borsellino. Ma non si parla della sanità siciliana. Eppure gli ospedali dell'Isola sono a pezzi…

“Evidentemente fa più audience parlare di Crocetta e di Tutino. Una vicenda che ha comunque messo in luce una modalità di gestione del potere non molto diversa dal tanto vituperato cuffarismo. Del resto, del cuffarismo Crocetta ha messo insieme il peggio. Anche perché da lui ci si aspettava la rivoluzione, no?”.

D'accordo. Ma intanto negli ospedali siciliani mancano medici e infermieri, reparti interi sono stati chiusi. Possibile che nessuno denunci queste cose?

“Qualche settimana fa abbiamo dichiarato che la sanità è come una mucca da mungere. Tutti si attaccano al bisogno (i politici) e poi nessuno può parlare. È vero anche che c'è un area politica che non comprende la portata del sistema e, quando ‘denuncia’, in realtà si perde dietro ai sintomi. Nessuno affronta il cuore del sistema. E non lo fa per convenienza o per incapacità. Ognuno ha uno strapuntino nelle spartizione delle poltrone e nella gestione clientelare della sanità”.

Intanto il sistema va collassando. Ci sono Aziende ospedaliere che fanno pagare anche il posto auto. Un'assurdità. In un ospedale di Palermo abbiamo assistito a una scena incredibile: l'ambulanza con un malato che non poteva passare perché c'era la fila di automobili: tutti in fila perché bisogna ritirare il cedolino per pagare all'uscita…

“Il sistema sanitario siciliano collassa perché non c'è una visione d'insieme. Non c'è un programma di sistema. Non c'è interesse politico ad affrontare la questione. Ognuno gestisce il proprio, piccolo particulare. Il sistema collassa perché la visione ospedalocentrica è un fallimento. Manca l'assistenza territoriale per filtrare l'accesso nei Pronto soccorso. Se la gente per fare una Tac, o una Risonanza o un’Ecografia deve andare in ospedale perché la gamba della sanità territoriale non funziona, beh, allora assistiamo al fenomeno dell'uso improprio dell'ospedale. La verità è che l'integrazione ospedale-territorio è solo un o slogan da convegni”.

A proposito di slogan: da mesi la Sicilia è tappezzata da manifesti, a cura della Regione siciliana, dove si magnifica l’attività di prevenzione. Ma funziona ‘sta prevenzione nelle aziende sanitarie pubbliche o è la solita presa per i fondelli?

“Ma quando mai! In certe Aziende sanitarie si fanno manifestazioni pubbliche per stimolare la prevenzione, ma se poi il cittadino telefona per prenotare una visita e non risponde nessuno? Purtroppo sono cose che succedono. Questo è l'esempio del disagio che si crea all'utenza”.

Noi abbiamo posto il problema del fallimento della medicina del territorio. Ma nessuno chiede conto e ragione di questo fallimento alla politica. Ci riferiamo, in particolare, all’ex assessore regionale, Massimo Russo, e all’ormai ex assessore Lucia Borsellino.

“Con l’assessore Russo nasce l'idea di istituire in Sicilia i PTA, i Punti Territoriali di Assistenza. Sono strutture territoriali che avrebbero dovuto intercettare i bisogni di salute dei cittadini sul territorio. Di fatto, nella gran parte dei casi, sono state e sono un bluff. Molte strutture esistono solo sulla carta. Magari ci sono i dirigenti responsabili, che una volta erano chiamati primari. Ma, in tanti casi, ripeto, non ci sono le strutture. La verità è che c’è una grande confusione. Un caos che inizia negli uffici dell’assessorato regionale alla Salute e si propaga, come un’onda, nelle Aziende ospedaliere e nelle Aziende sanitarie provinciali”.

Cioè?

“L'assessorato regionale alla Sanità, oggi della Salute, è stato svuotato di competenze. Molti dirigenti sono stati collocati nei posti sbagliati. Un veterinario è responsabile dell'emergenza e del 118; un farmacista responsabile dell'ospedalità; un’amministrativa che si dovrebbe occupare di personale viene messa a dirigere il settore farmaceutico; un dirigente che si occupava di ufficio turistico va dirigere l'assistenza territoriale; un dirigente generale che dovrebbe coordinare la ‘macchina’ burocratica complessiva si occupava di mandati di pagamento in assessorato Bilancio. E un avvocato che dirige l'ispettorato Sanità, l'organo tecnico di questo assessorato. Col dovuto rispetto per le persone, non si può non sottolineare il bagaglio professionale di ognuno di loro porta in dote nel dirigere il settore assegnato. In questo certamente l'assessore competente non può non avere responsabilità organizzative. Nella metafora calcistica, è come se si mettesse un centravanti in porta e fare il portiere ed un portiere a fare l'attaccante con un terzino fare il playmaker”.

E dei parcheggi a pagamento negli ospedali siciliani?

“Ci potrebbe pure stare nell'ottica di una gestione efficiente: pago ed ho servizi adeguati. Ma quando questo non avviene ed il parcheggio serve solo a fare ‘cassa’ viste le ridotte risorse assegnate alle Aziende ospedaliere, perché qualcuno ha scippato milioni di euro della sanità per pagare gli stipendi ai forestali, beh, allora ci si può aspettare di tutto”.

Andiamo alle telefonate tra Crocetta, Tutino e Sampieri. Ma veramente lei pensa che questi tre soggetti hanno deciso le nomine ai vertici di Asp e Aziende ospedaliere?

“Avevano un potere di filtro e di raccolta. Racconto un episodio ridicolo, ma che, alla luce dei fatti, si conferma nella sua logica. La scena si svolge un giorno di due anni fa, in uno dei colloqui con i vertici aziendali di Villa Sofia. Giacomo Sampieri era arrivato da qualche mese sulla plancia di comando dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello. Era presente anche Tutino, che del resto si trovava spesso nella stanza di Sampieri. Tutino non faceva mistero del suo potere nei confronti dello stesso direttore generale. A un certo punto Sampieri dice: ‘Vedi questo tablet? Ci sono i nomi di almeno 50 medici che vogliono parlare col presidente. Ma devono passare da qua’, e guarda Tutino sorridendo. Chiedo: il mio nome c'è? Evidentemente non c'era e non mi interessava che ci fosse. Ma c'era la fila per avere la possibilità di accedere al cerchio magico del governatore Crocetta”.

Ovvero?

“Molti medici si vendevano l'anima e perfino i colleghi pur di ottenere in cambio qualcosa. Lo stesso discorso valeva per i dirigenti e aspiranti direttori generali, amministrativi e sanitari”.

Va bene. Ma erano Crocetta, Tutino e Sampieri a decidere sui nomi dei direttori generali della sanità siciliana? E il senatore Giuseppe Lumia? E la massoneria? E il PD? A noi risultano tre nominati che erano rimasti fuori in base al punteggio della commissione speciale dei tre saggi nominata proprio dalla Borsellino. Eppure sono stati nominati lo stesso!

“A mio avviso Sampieri e Tutino si muovevano molto vistosamente e su mandato. Del resto, non si spiegherebbero i viaggi settimanali a Tusa dei due. Dove solo pochi soggetti venivano ammessi. Certo, sappiamo anche di Lumia, abilissimo nelle manovre di ‘Palazzo’, prima nel governo di Raffaele Lombardo e adesso con Crocetta. Anche lui era un punto di riferimento a cui tanti dirigenti si rivolgevano”.

E la massoneria?

“La massoneria, nella sanità siciliana, non ha mai smesso di determinare nomine e carriere”.

Ma lei che idea si è fatto delle nomine effettuate da questo governo?

“Sulle nomine, a mio avviso, non tutti erano e sono in possesso dei requisiti di legge”.

E' d'accordo sul fatto che Lucia Borsellino sia stata la foglia di fico che, alla fine, è servita a coprire prima il sistema di potere Lombardo-Russo-Lumia, oggi il sistema Crocetta-Lumia-PD?

“Sarà la magistratura a verificare questo ed altro. Perché nella sanità siciliana solo la magistratura prova a fare luce su tutto quello che succede. Due anni fa, proprio nel momento delle nomine, il mio sindacato ha chiesto all’assessore Lucia Borsellino, come atto di dignità, di fare un passo indietro. Di non mescolarsi con la malapolitica. Citavamo Paolo Borsellino e i suoi principi sull'etica del governo della cosa pubblica. Tutto inutile. La verità è che Lucia Borsellino era lo scudo umano dietro cui si nascondevano tutti, i belli e i brutti…”.

Se non ricordiamo male, voi avete proposto anche una commissione parlamentare d’indagine su Villa Sofia?

“Ricordate bene. Abbiamo consegnato un dossier alla commissione Sanità del Parlamento siciliano. Una decina di cartelle nelle quali c’era già scritto tutto. Anche il disastro di bilancio dell’Azienda ospedaliera. Abbiamo sottolineato agli esponenti politici della commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana di non perdere tempo. Di non arrivare dopo la magistratura”.

E com’è finita?

“Che è arrivata prima la magistratura! Dimostrando, ancora una volta, l’inutilità della politica”.

Ma la commissione Sanità non ha fatto nulla?

“Ha istituito una sottocommissione. Che non ha mosso un dito”.

Vi siete rivolti anche alla magistratura?

“A dir la verità, sulla base di un esposto che abbiamo presentato, siamo stati convocati dalla Procura della Corte dei Conti. Devo dire che Procura della Repubblica, Carabinieri, Procura della Corte dei Conti ci hanno ascoltato. Solo la politica ci ha ignorato”.

E’ vero che è stato chiuso il reparto di chirurgia ortopedica pediatrica dell'ospedale dei bambini di Palermo?

“E’ vero, questo reparto è stato chiuso”.

E' normale chiudere un reparto così importante in una città come Palermo?

“No, dimostra solo la follia organizzativa e l'approssimazione gestionale senza che nessuno intervenga”.

Ma chi è il ‘genio’ autore di questa scelta ‘lungimirante’?

“Se non ricordo male, il Di Gristina è riconducibile all’Azienda ospedaliera ospedale Civico di Palermo”.

E nelle emergenze pediatriche di chirurgia plastica?

“Nelle emergenze del Pronto soccorso pediatrico del ‘Cervello’ i bambini che avevano bisogno della chirurgia plastica venivano inviati a Villa Sofia. Questo avveniva nella gestione pre Tutino. Con Tutino si vieta di assistere i bambini che vengono inviati all’ospedale Civico”.

Tornando al ‘dolori’ di questi giorni. Caso Crocetta-Tutino: alla fine 'st'intercettazione c'è o no c'è?

“E chi lo sa. Quei giornalisti non sono sprovveduti. A mio avviso avranno avuto fonti autorevoli. Del resto, almeno un merito bisogna riconoscerglielo: hanno messo a nudo un sistema di potere di cui tutti sapevano, ma di cui nessuno parlava”

In che senso?

“Tutti sapevano, nessuno può fare l'anima bella e candida. Abbiamo denunciato in solitudine da due anni il sistema di cui sopra. Solo la magistratura e gli organi inquirenti hanno fatto la propria parte. Tutti gli altri hanno fatto finta di niente. Tutti: assessorato regionale alla Salute, direttori generali di Villa Sofia-Cervello, commissione Sanità del Parlamento siciliano, Ordine dei medici. Silenzio sui tutta la linea. Ancora un anno fa inviavamo una denuncia a tutti sulla mancanza di titoli di Tutino. Solo la via giudiziaria ha trovato risposta”.

Perché questo silenzio generale, a suo avviso?

“Nessuno voleva disturbare il manovratore”.

Questione finanziaria: anche i sindacati non è che facciano molto. Dal 2009 la Sicilia perde 600 milioni all'anno. Nessuno dice nulla. Come mai?

“Lo chieda alla classe dirigente della Sicilia e ai vertici di questa Regione. Tra malafede ed incompetenze, abbiamo novanta deputati del Parlamento dell’Isola che certamente non brillano per vis civica. Ognuno di loro pensa a sopravvivere”.

D'accordo. Ma il sindacato non potrebbe porre la questione finanziaria?

“Quando parliamo non c'è audience. Del resto, i fatti dimostrano che puoi strepitare quanto vuoi, ma se chi governa se ne frega e chi fa opposizione tace, non c’è molto da fare. Ci si chiede di invertire i ruoli? Via, se anche la Corte dei Conti viene ignorata, cosa possiamo fare noi? Abbiamo maggiori competenze ed autorevolezza della Corte dei Conti?”.

Le risulta che la Rizzoli di Bagheria sia senza accreditamento con la Regione, percependo denaro dalla stessa Regione sulla base di una convenzione? Si può avere la convenzione senza essere accreditati?

“Chiedere in assessorato, prego!”.

 

 

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Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

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