I tagli pesanti del governo Renzi a carico del Bilancio della Regione – segnalati nei giorni scorsi anche dalla Corte dei Conti – cominciano a sortire effetti economici e sociali che è impossibile non vedere. Luglio è arrivato. Il caldo non dà tregua. Ma, fino ad oggi, non sono state registrate giornate con vento di Scirocco che, di solito, si accompagnano agli incendi. Le brutte notizie arrivano lo stesso: a quanto pare mancano i soldi per pagare gli operai della Forestale. Ciò significa che al primo incendio potrebbero profilarsi problemi. E problemi ci sono anche per i diabetici siciliani. Ai quali governo nazionale e governo regionale hanno tagliato le cure, facendo pagare ad ogni diabetico il costo di 50 euro al mese!
Insomma, la regione ‘viaggia’ a gonfie vele verso il default. Provocato non – come cercano di far credere alcuni Tg – dalle spese pazze della Regione, ma dai tagli del governo Renzi, in buona parte ingiustificati, come certificato anche dalla magistratura contabile. Tagli accettati supinamente dal governo regionale retto da Rosario Crocetta. I soldi, oltre che per il servizio antincendio e per i diabetici, mancano anche nelle nove Province commissariate dalla Regione, nei Comuni (è sempre la Corte dei Conti che ha segnalato mancanza di liquidità), nei Consorzi di bonifica (con possibili problemi per le irrigazioni estive). Mancano i soldi per il trasporto pubblico: problema, questo, che potrebbe diventare grave alla riapertura delle scuole, ma che è già grave per gli anziani e i disabili. L’elenco potrebbe continuare con gli uffici della Regione (molti beni culturali sono abbandonati sempre per mancanza di soldi), con altri enti regionali e via continuando.
Sui possibili pericoli di incendi si sofferma il vice capogruppo di Forza Italia al Parlamento siciliano, Vincenzo Figuccia: “Temo che l’Azienda delle Foreste demaniali che ha già azzerato, in quasi tutte le provincie, le risorse disponibili per le giornate già lavorate, non avendo avuto l'assegnazione dei 25 milioni legati alla trattativa Stato – Regione, sarà costretta a sospendere i lavoratori 101isti (che dovrebbero svolgere 101 giornate lavorative all’anno) e 151isti (151 giornate all’anno) in quasi tutte le provincie”.
Per la cronaca, l’Azienda Foreste Demaniali della Regione era un fiore all’occhiello dell’amministrazione pubblica siciliana. Oggi è un po’ in disarmo, frutto delle riforme del precedente governo regionale di Raffaele Lombardo e dell’attuale governo di Rosario Crocetta.
“L’Azienda Foreste – prosegue Figuccia – ha anche annunciato che, se non si sbloccheranno dette risorse, al superamento del quinto giorno di sospensione si troverà nelle condizioni di dover licenziare tutti. Anche per i fondi extra regionali, 100 milioni specificati in Finanziaria, che dovrebbero servire per l'assunzione dei 78isti (lavoratori che dovrebbero svolgere 78 giornate lavorative all’anno) e al completamento delle giornate per tutti i 3 contingenti, pare che l'assessore Baccei abbia riscontrato problemi per l'accesso (si tratta dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, inviato in Sicilia da Renzi ndr)”.
Figuccia teme riduzione delle ore lavorative e licenziamenti: “Non vorrei – dice – che il Governo regionale decida di prendersela sempre con i più deboli, garantendo solo 51 giornate per i 151isti e per i 101isti, mentre i 78isti si potrebbero ridurre a non fare nemmeno una giornata lavorativa. Sulla base di queste premesse, se non verrà trovata urgentemente una soluzione si rischia un’estate apocalittica per la sicurezza dei boschi siciliani”.
Tra l’altro, tagliare le risorse finanziarie al servizio antincendio non sempre dà luogo a risparmi. In assenza di tale servizio, quando le fiamme travolgono le aree boscate della Sicilia, debbono intervenire i Canadair, gli aerei antincendio. Gli interventi dei Canadair costano un sacco di soldi. Non è esagerato affermare che, se gli incendi che si registrano sono tanti, il costo del servizio legato ai Canadair finisce con il risultare maggiore dei risparmi effettuati sugli operai della Forestale.
I tagli del governo Renzi, accettati dal presidente Crocetta (non bisogna dimenticare che la scorsa estate il presidente della Regione ha siglato a Roma, proprio con il governo nazionale, un accordo in base al quale la Regione siciliana ha rinunciato, per quattro anni, agli effetti positivi di sentenze della Corte Costituzionale favorevoli alla Sicilia, facendo venire meno nelle ‘casse’ regionali almeno 4 miliardi di euro) vanno a colpire anche le fasce deboli della società siciliana. Lo fanno notare, in un comunicato, i deputati del Movimento 5 Stelle al Parlamento siciliano, che si soffermano sui malati di diabete.
“La Regione siciliana – scrivono in un comunicato i grillini – concede ogni mese solo 25 strisce reattive per il controllo della glicemia per il diabete di tipo 1, e 12 per il diabete di tipo 2 (insulino-trattato). Tutto ciò in barba alle raccomandazioni delle società scientifiche della diabetologia (Sid-Amd-Siedp), che reputano necessarie 150 strisce al mese per il diabete di tipo 1 e 100 strisce per il diabete di tipo 2”.
Insomma, il governo Crocetta firma a Roma accordi finanziari che penalizzano la Sicilia e poi risparmia anche sui diabetici. Da qui l’interrogazione della deputata grillina, Vanessa Ferreri, indirizzata all’assessore regionale alla Salute: assessorato che, dopo le dimissioni di Lucia Borsellino viene gestito dallo stesso presidente Crocetta con l’interim:
“Non si fa risparmio a carico della salute dei siciliani”, dice la parlamentare. Che ricorda che i grillini hanno chiesto al governo regionale “ben altro tipo di tagli alla ‘macchina’ pubblica, non certo quelli che ledono la salute dei cittadini.
“Proprio nel caso del diabete – ricordano i deputati del Movimento 5 Stelle – è dimostrato come l’autocontrollo sia uno strumento di libertà e di consapevolezza che stimola i pazienti ad adottare un corretto regime alimentare ed uno di stile di vita attivo. Il costo da sostenere per i pazienti, ad oggi, ammonterebbe a più di 50 euro mensili, solo per provvedere all’acquisto delle strisce”.
“La Sicilia – conclude Ferreri – colleziona un altro triste primato negativo, posizionandosi nettamente all’ultimo posto tra le regioni italiane. E’ necessario, dunque, un ripensamento della normativa sulle strisce reattive, anche per dare la possibilità ai diabetologo di ‘cucire su misura’ la migliore cura per il singolo paziente”.