Matteo Renzi ha perso. Il PD pure. La Lega di Salvini ha stravinto al Nord e al Centro. Ma al Sud non ha sfondato. Anzi, ha 'toppato'. I grillini tengono. E nel Mezzogiorno sono diventati la vera alternativa alla vecchia politica. Certo, il test per la Lega non è stato molto indicativo. Per capire se nel Meridione attecchirà almeno un po’, Salvini dovrà aspettare le elezioni politiche. Stando a questo passaggio elettorale, però, l’alternativa a un centrodestra e a un centrosinistra che nel Sud non incantano più è rappresentata dal Movimento 5 Stelle.
La presenza dei grillini come alternativa alla vecchia politica del Pd e di Forza Italia va vista alla luce di un’astensione crescente e dei disastri prossimi venturi che l’Unione europea dell’euro imporrà all’Italia a partire da quest’anno. Proviamo a sintetizzare questi due elementi.
Il dato che non sta facendo riflettere la politica italiana è l’astensione dalle urne. Numeri alla mano, sempre meno gente si reca a votare. Eppure queste non erano elezioni europee, per eleggere un Parlamento europeo costoso e inutile che non decide nulla. Erano elezioni amministrative. Elezioni comunali: proprio le competizioni tradizionalmente sentite dagli italiani. Invece, anche in queste elezioni, in molti casi, meno del 50 per cento degli elettori aventi diritto è andato a votare. Una sconfitta per la politica e per la democrazia del Belpaese. Ovviamente per chi lo vuole vedere.
I partiti politici tradizionali operano ormai con un elettorato residuale. Il PD mantiene una forza sempre più decrescente nel Centro, dove alle vecchie clientele delle cooperative e della grande distribuzione organizzata si è aggiunto il business truffaldino dei centri di accoglienza. Ma, come diremo in seguito, il business migranti si sta trasformando in un boomerang per l’Italia. Nel Nord il centrodestra vince perché c’è la Lega. Senza i leghisti Berlusconi non esisterebbe più. Tanti dirigenti del centrodestra, soprattutto nel Sud, si danno forza con la solita formula: “Là dove il centrodestra è unito vince”. Ma, lo ribadiamo, è un calcolo fatto su un elettorato inferiore al 50 per cento. Perché Berlusconi, un po’ per l’età che avanza, un po’ per le sue contraddizioni (Verdini e i suoi ‘giannizzeri’ che, al Senato, dovrebbero dare una mano all’amico Renzi) è sempre meno credibile.
Oggi, con un elettorato sempre più restio a recarsi alle urne, vince chi convince gli elettori ad andare a votare. E oggi le uniche due forze politiche in grado di convincere gli elettori ad andare a votare sono la Lega e il Movimento 5 Stelle. I leghisti lo fanno molto bene nel Centro Nord Italia. I grillini ovunque (in Sicilia, come diremo, hanno vinto proprio per questo). Di fatto, la Lega di Salvini è l’alternativa alla vecchia politica nel Centro Nord; il Movimento 5 Stelle è l’alternativa alla vecchia politica nel Sud.
E Renzi? Dice che andrà avanti. Il Renzi 2 non funziona, aggiunge. Ha pronto un Renzi 1. Anche sui migranti, che ormai affollano Roma e Milano, dice che ha un piano B, visto che il piano A (leggere sbolognare i migranti agli altri Paesi europei) è da archiviare dopo che molti Paesi europei – Francia in testa – hanno detto a chiare lettere che non si prenderanno più migranti arrivati in Italia con i barconi. Nel nostro Paese ci si straccia le vesti gridando allo ‘scandalo’ perché l’accoglienza è sacra. Dimenticando che bande criminali – tra barconi gestiti dagli scafisti e centri di accoglienza made in Italy – hanno costituito uno dei più grandi affari di questo inizio secolo (da 3 mila e 5 mila euro la cifra che un disgraziato paga agli scafisti: un business impressionante!). In Europa l’hanno capito e stanno chiudendo le frontiere. Francia e resto d’Europa non sono più interessate a fare guadagnare soldi a palate agli scafisti e alle cooperative ‘bianche’ e ‘rosse’ italiane nel nome di una finta e ipocrita assistenza. Bloccando in Italia i migranti che sbarcano a ritmo continuo nel Belpaese (soprattutto in Sicilia), in Europa sanno che, a un certo punto, andranno a mare, è il caso di dirlo, anche gli scafisti e i loro sporchi affari. Tutto qui.
Così Renzi e il Ministro Alfano sono rimasti con il cerino tra le mani. La verità è che il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri sui migranti, ma anche su tutto il resto, è più confuso che persuaso. D’accordo con Berlusconi ha fatto approvare da un Parlamento di ‘nominati’ – peraltro delegittimato da una sentenza della Corte Costituzionale – una legge elettorale che, nei fatti, è una fotocopia delle legge Acerbo: la legge elettorale fascista con la quale Mussolini faceva e disfaceva quello che gli pareva. Renzi pensava di avere in tasca il 40 per cento degli elettori senza bisogno di ricorrere all’abbraccio con Berlusconi nel Partito della nazione. Il risultato è che Berlusconi ha sfasciato a metà il centrodestra per non fargli ‘ombra’, ma il Pd di Renzi ha perso per strada buona parte del proprio elettorato, tra Jobs Act, presidi-sceriffi, questione meridionale messa nel cassetto e la già citata, demenziale legge elettorale nota come Italicum.
L’Italicum prevede il ballottaggio tra i primi due partiti che non raggiungeranno il 40 per cento dei voti. I grillini, questo è matematico, andranno al ballottaggio. E possono vincere e andare a governare l’Italia. Berlusconi è nel mezzo: vorrebbe lanciarsi con la Lega, ma i ‘mercati’, cioè i potentati dell’Unione europea dell’euro gli ricordano che la Lega è contro l’euro. Insomma, se l’ex Cavaliere vuole mantenere le proprie aziende, deve restare agganciato all’Europa dell’euro. Berlusconi non è un uomo politico libero: non lo è mai stato (vedere i suoi ‘strani’ legami in Sicilia da Marcello Dell’Utri in giù, fino a Milano 2 e oltre…), ma oggi lo è ancora meno, perché non è nelle condizioni di andare contro l’euro come fanno la Lega e Beppe Grillo.
L’euro, nello scenario politico italiano, è molto più presente di quanto sembri. In questa campagna elettorale è passato sotto silenzio il fatto che, entro il dicembre di quest’anno, l’Italia dovrà attuare una manovra finanziaria da 18-20 miliardi di euro. “Ce lo chiede l’Europa”, direbbe l’europeista Giorgio Napolitano. Pensate: 18-20 miliardi di euro che il governo Renzi e il Parlamento devono levare dalle tasche degli italiani con la spaventosa crisi economica in atto! Questo dopo che gli stessi italiani avranno finito di pagare, tra primavera, estate e autunno di quest’anno Irpef, Irap, Imu, Tasi, Tari e via continuando con tasse e imposte di ogni tipo. E lo stesso cappio che l’Unione europea di ‘banditi’ sta provando, senza successo, a stringere al collo della Grecia. Solo che la Grecia, alla faccia della disinformazione che va in scena in Italia, dice “No” perché ha un leader politico di sinistra, Tsipras, che da mesi fa ballare la samba all’Unione europea dell’euro, al Fondo monetario internazionale e alla Banca centrale europea (la cosiddetta Troika). Mentre l’Italia di Renzi e di Berlusconi è condannata a fare da scendiletto alla Troika.
Non sappiamo da dove Renzi e il suo fido Ministro dell’Economia Padoan prenderanno questi 18-20 miliardi entro il dicembre di quest’anno (in realtà, un’idea ce la siamo fatta: potrebbero ‘alleggerire’ i fondi comuni sottoscritti dagli ignari italiani…). Ma sappiamo che, in Parlamento, la Lega e il Movimento 5 Stelle, ormai schierati contro l’euro, daranno battaglia contro tale manovra, mentre Berlusconi sarà costretto ad appoggiare il prelievo di 18-20 miliardi di euro dalle tasche degli italiani, pena la perdita delle sue aziende. E questo il motivo per il quale PD e Forza Italia sono destinati a perdere altro consenso tra gli elettori.
E in Sicilia? L’Isola – ne parleremo dettagliatamente domani – affonda. Dal 2008 è governata dal centrosinistra. Con uno ‘stile’ che ricorda tanto il Psi di Bettino Craxi. Quando – era la fine degli anni ’80 – Rino Formica, uno che le cose non le mandava mai a dire, venne fuori con una frase celebre: “Il Convento è povero, ma i frati sono ricchi…”. Lo stesso discorso vale per il presidente della Regione, Rosario Crocetta, per il suo ‘Cerchio magico’ e per i tre quarti del Pd siciliano. Questi signori – che sono i frati – sono diventati ricchi. Ma il Convento – rappresentato dalla Sicilia – è sempre più povero…
Certo, da dividere, per i frati, non c’è molto, considerati i prelievi continui del governo Renzi dai Bilanci regionali degli ultimi tre anni (il governo nazionale, negli ultimi tre anni, ha tolto alla Regione oltre 5 miliardi di euro). A cui si somma l’incapacità politica di Crocetta che si è fatto gabbare dal governo Renzi: il presidente della Regione, forse senza capire quello che gli stavano facendo firmare, ha siglato un accordo che ha bloccato, per quattro anni, l’arrivo nelle ‘casse’ siciliane di oltre 5 miliardi di euro. Fondi relativi a contenziosi con lo Stato vinti dalla Regione. Una follia. Alla quale lo stesso Crocetta ha cercato di porre riparo andando a Roma a contestare un accordo maramaldo truffaldino. “Troppo tardi”, gli avrebbero risposto nella Capitale che, non a caso, è anche la città di Mafia Capitale…
Le risorse non razziate da Roma – che sono sempre più poche – vengono destinate al funzionamento di una parte della ‘macchina’ Regione, mentre le altre finiscono ai ‘frati’. I siciliani l’hanno capito, così, o non vanno a votare per protesta (in Sicilia alle elezioni comunali non si è mai vista un’affluenza alle urne così bassa), o vanno a votare contro il presidente Crocetta (come è accaduto a Gela, la città del presidente della Regione che è stato letteralmente umiliato dai suoi concittadini-elettori che hanno votato in massa per i grillini), o vanno a votare contro un modello industriale fallimentare come ad Augusta (la cittadina del Siracusano massacrata dalla chimica ‘pesante’, altra città ‘espugnata’ dai grillini). Fa storia a sé il ‘caso’ Enna, dove tutta la politica si è coalizzata contro l’ormai ex ras di questa città, Vladimiro ‘Mirello’ Crisafulli, sconfitto non dai grillini, ma – lo ribadiamo – da tutti gli altri partiti, compresi i renziani del PD che gli hanno persino negato il simbolo del partito (Crisafulli, una vita nel Pci, poi nel PDS, quindi tra i DS e infine nel PD si è dovuto candidare con una lista autonoma).
Certo, in altri Comuni ha vinto il centrosinistra. Ma ha vinto per mancanza di avversari. Nei Comuni-simbolo della politica siciliana – come Gela, Augusta e Enna – il centrosinistra, e in particolare il PD, ha perso. A conti fatti, anche in Sicilia il PD non è in grado di convincere gli elettori riottosi ad andare a votare. L’unica forza politica in grado di convincere gli elettori a recarsi alle urne è il Movimento 5 Stelle.
A Roma, come già ricordato, Renzi e Berlusconi sono destinati a perdere voti per via della manovra da 18-20 miliardi di euro che dovranno fare sulla pelle degli italiani entro quest’anno. Lo stesso discorso vale per il governo Crocetta e per il PD. Per il prossimo anno la Sicilia dovrà consegnare un altro miliardo del proprio Bilancio al governo Renzi: cosa, questa, che farà saltare definitivamente i conti della Regione siciliana. In più il governo Crocetta sta provando a ‘spremere’ ulteriormente famiglie e imprese dell’Isola. Da qui una discutibile sanatoria edilizia, erroneamente scambiata per mossa elettorale, che ha soltanto lo scopo di sanare le abitazioni nelle aree vincolate per fare ‘cassa’. Da qui la stretta sui titolari dei Laboratori di analisi cliniche. (sotto, a sinistra, foto tratta da mondodonna.blogsfere.it)
Si tratta di due provvedimenti recessivi. La sanatoria edilizia nelle aree vincolate – sanatoria che la borghesia mafiosa sollecita da oltre un decennio (tale sanatoria libererà tantissimi beni immobili oggi fuori mercato perché abusivi) e che solo l’antimafia può patrocinare, in accordo con le eterne leggi del trasformismo politico siciliano – alla fine, toglierà soldi dalle tasche di famiglie e imprese siciliane. Quindi meno soldi da spendere nei consumi. Ed economia siciliana sempre più depressa. Idem per la stretta sui Laboratori di analisi cliniche. Opzione, questa, che provocherà licenziamenti e caos negli ospedali pubblici della Sicilia (la gente che si riverserà negli ospedali della Sicilia anche per le analisi cliniche: caos su caos).
Va da sé che le risorse che il governo regionale conta di ricavare dalla sanatoria edilizia nelle aree mafiose (pardon, nelle aree vincolate) e la stretta sui Laboratori di analisi non serviranno per la Regione e per i siciliani, ma verranno utilizzati per alimentare i frati che quest’anno, dopo i violenti tagli romani, sono un po’ in affanno…
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