Così l’Italia torna al voto. Le urne, tanto per cambiare, si riaprono tra veleni e polemiche. Con l’occhio rivolto alle beghe interne. Magari, chissà, per provare a non far sapere agl’italiani che cosa sta succedendo in Grecia, e quindi nell’Unione europea dell’euro che, al di là dei capitomboli di certa informazione, rimane appesa agli ellenici. E non viceversa, come cercano di farci credere i vari ‘filosofi’ del Fondo monetario internazionale (Fmi), della Banca centrale europea (Bce) e della stessa Unione europea dell’euro (precisazione d’obbligo, per distinguerla dai Paesi della stessa Ue che non sono entrati nel sistema euro).
Insomma, in Italia, invece di parlare di cose serie – la crisi greca e il disegno di legge approvato dal Senato che prevede di far pagare ai cittadini i debiti delle banche (come vi abbiamo raccontato con dovizia di particolari in questo articolo) – si parla della lista degli “impresentabili” di Rosy Bindi, ovvero dell’ultima trovata della politica italiana per non far riflettere i cittadini del Belpaese. Però i fatti sono lì, testardi più che mai. Il governo greco, a differenza di quello italiano di Renzi – di fatto ‘inginocchiato’ al cospetto dell’Unione europea dell’euro e della signora Merkel – non solo non ha pagato la ‘rata’ del debito di circa 300 milioni di euro all’Fmi, ma ha utilizzato questi soldi per pagare i pensionati e per riassumere i dipendenti pubblici. In pratica, Tsipras e il Ministro dell’Economia della Grecia, Yanis Varoufakis, hanno fatto l’esatto contrario di quello che ha fatto il governo Renzi, che invece continua a massacrare dipendenti pubblici e pensionati italiani.
La cosa più divertente di questa storia sono i toni tragi-comici con i quali un’Unione europea (dell’euro) sempre più in difficoltà cerca di nascondere la realtà: la Grecia, fanno sapere da Bruxelles, rischierebbe di uscire dall’euro già il 5 giugno, anzi no, il 30 giugno (così intanto passa un altro mese…); ben sapendo che, se la Grecia dovesse uscire dall’euro sarebbe l’inizio della fine della ‘presunta’ moneta unica europea. Così Tsipras e Varoufakis (nella foto sotto, a sinistra), che sono due birbanti di quattro cotte, accettano di fare la parte dei ‘cattivi’, ma intanto portano a casa i risultati concreti: il mese scorso i soldi per pagare la ‘rata’ all’Fmi se li sono fatti dare dallo stesso Fmi e, tra qualche settimana, si verificherà la stessa cosa: sarà la stessa Troika, gli piaccia o no, a pagare al posto della Grecia. Anche perché gli Stati Uniti d’America premono per evitare incidenti internazionali. Eh già, perché nei mesi scorsi Tsipras si è visto con Putin; e lo ‘Zar’ delle Russie sarebbe ben felice di dare una mano agli amici greci…
I greci, dal canto loro – ora parliamo della popolazione greca – che non sono affatto fessi, piano piano vanno ritirando i depositi dalle banche. Hanno capito, e non hanno torto, che con l’aria che tira, magari in un momento di tensione, la Troika potrebbe imporre alla Grecia una soluzione alla Cipro: e cioè blocco di conti correnti e bancomat e prelievo forzoso dai conti correnti (cioè quello che faranno in Italia dopo che la già citata legge – che consentirà alla banche di prendersi i soldi direttamente dai depositi e magari, chissà, dai conti correnti per ripianare le perdite – verrà approvata dalla Camera dei deputati). Così i greci, zitti zitti, si riprendono i soldi che hanno depositato nelle banche. I dati li ha forniti lo stesso sistema bancario greco: a marzo di quest’anno nelle banche elleniche c’erano 145 miliardi di euro; ad aprile i depositi sono scesi a 133,7 miliardi di euro: il minimo storico dal settembre del 2004. Fatti i conti, da gennaio ad oggi i cittadini greci hanno ritirato dalle banche 27 miliardi di euro. A differenza degli italiani, che vanno dietro agli “impresentabili” della Bindi, i greci ritirano i propri soldi dai conti correnti. Basti pensare che martedì scorso – cioè in un solo giorno! – hanno ritirato 300 milioni di euro. Della serie: noi i soldi dall’Unione europea dell’euro non ce li facciamo fregare: tiè!
Gi italiani, invece, non si occupano di certe ‘quisquilie’. Per ora, poi, sono presi da altri problemi: i Rom, i migranti che arrivano con i barconi, i centri di accoglienza che fanno la ‘cresta’ sulle rette (il ‘famigerato’ Terzo settore che drena soldi dalle tasche degli italiani che continuano a pagare le tasse più salate del mondo e sorridono), la ‘ripresa economica’ italiana che Renzi e i suoi pataccari cercano disperatamente di millantare. Divertentissimo, al riguardo, quello che è avvenuto nel corso di una trasmissione televisiva. Il conduttore avrebbe dovuto illustrare proprio la ‘ripresa economica’. E chi ti invita come ospite? L’economista keynesiano Nino Galloni, ovvero l’uomo che, da anni, denuncia in tutte le salse gli errori commessi dall’Italia dal 1980 ad oggi e le truffe e gli imbrogli dell’Unione europea dell’euro, da Maastricht al Fiscal Compact. Il risultato è godibilissimo: il conduttore che inizia parlando della ripresa economica che finalmente rilancia l’economia italiana e l’economista Galloni che lo smentisce in diretta…
Però si va al voto lo stesso. Elezioni italiane amministrative 2015. Si voterà in alcune Regioni e in tanti Comuni (nelle Province non più: sono già state abolite dal ‘nuovo che avanza’: leggere Renzi & compagni). Che dire, allora, di queste elezioni? Intanto va detto che Renzi e le banche sono stati bravissimi: a differenza di quanto ha fatto il governo greco, non hanno fatto capire agl’italiani che, tra un po’, i depositi bancari oltre 100 mila euro verranno ‘alleggeriti’ per pagare il conto degli errori commessi dai banchieri: quelle ‘piccole’ speculazioni andate a male che ci trasciniamo dal 2008, da quando Alan Greenspan – a nostro avviso un genio dell’economia – rifilò agli avidi, ma poco accorti banchieri europei un quantitativo industriale di titoli ‘tossici’. Per ora si partirà dai depositi da 100 mila euro. Ma tra titoli ‘tossici’ delle banche e un debito pubblico italiano che aumenta nonostante l’ormai insopportabile carico fiscale che pesa sugl’italiani, non è da escludere una manovra alla Giuliano Amato versione 1992: un bel prelievo forzoso dai conti correnti bancari. E, magari, una ‘ripassatina sui fondi comuni sottoscritti dagli italiani, così, tanto per gradire…
Intanto Berlusconi dice che vincerà. Che cosa? E, soprattutto, come? Il centrodestra non c’è più. L’ha sfasciato lui, il grande Silvio delle notti brave nelle ville. Anzi, ha fatto di più, l’ex Cavaliere, visto che ha sfasciato anche Forza Italia. La sensazione netta, precisa – cosa che ormai in Italia pensano in tanti – è che Berlusconi stia lavorando per dare una mano a Renzi. Basta dare un’occhiata alle liste per capire che il capo di Mediaset ha fatto di tutto per indebolire il centrodestra a fare vincere Renzi (Fiorello dice addirittura che l’attuale capo del governo del nostro Paese sarebbe un “figlio illegittimo di Berlusconi”, mentre i parenti dell’ex Cavaliere plaudono al loro ‘fratello’ Renzi). Scherzi a parte, non è improbabile che Berlusconi, in questo momento, piuttosto che a Forza Italia, pensi alle sue aziende. Coi tempi che corrono, si sa, i ‘mercati’ (così vengono chiamati in Tv i ‘pirati’ che maramaldeggiano con lo spread e con le Borse) gli mangino in un sol boccone Mediaset…
Del resto, ormai Berlusconi è stato riabilitato. I giornali che titolavano sulle ville e sulle femminazze che arrivavano a frotte dagli anfratti sinistri delle mille alcove hanno cambiato argomento. Il binomio politica-buttanesimo non va più di moda. Sesso e politica sono di nuovo liberi di ritrovarsi. Il Pd che governa, oggi, ha bisogno dei voti di tutti. Palazzo Chigi val bene un troiaio…
La speranza di Renzi è che, tra la confusione che si è creata tra presentabili e “impresentabili” e i continui ‘assist’ di Berlusconi & famiglia, le elezioni lo premino. In verità, un po’ di paura serpeggia. L’unico avversario è il Movimento 5 Stelle, abbondantemente bastonato dall’informazione ‘libera’. Quanto alla Lega Nord di Salvini, beh, prenderà un sacco di voti. Farà danno, certo. Per la prima volta entrerà anche al Sud. Grazie anche agli affaristi che gestiscono i centri di accoglienza per i migranti. Affari d’oro per chi li gestisce, certo. Anche voti, visto che le migliaia di assunzioni di personale (psicologi, assistenti sociali e altre figure) vengono fatte senza concorso. Per non parare delle forniture milionarie senza evidenza pubblica. Una pacchia. Se queste cose le avesse fatte il vecchio centrodestra, beh, sarebbe stato voto di scambio. Ma siccome quest'operazione miliardaria è gestita dal centrosinistra in combutta con le associazioni cattoliche, tutto buono e benedetto…
Però nel conto elettorale dare-avere l’operazione migranti è a perdere per il governo. Perché per ogni ‘cresta’ su questo o quel centro di accoglienza che ‘fattura’ cento assunti a ‘umma ‘umma e decine di forniture senza evidenza pubblica ci sono migliaia di italiani che hanno le scatole piene un po’ del ‘bordello’ legato alla gestione affaristica dei migranti e, soprattutto, delle tasse che pagano per mantenere questo ambaradan. Se a questo poi si somma l’insofferenza degli italiani verso i Rom, la ‘frittata’ per il centrosinistra buonista-affarista è fatta.
E la sinistra alternativa al Pd? Alcuni esponenti di questo magmatico schieramento politico in divenire militano ancora nel Pd: è lì è probabile che resteranno per impedire la nascita di una lista Tsipras in versione italiana, magari in cambio dei seggi che Renzi gli potrebbe aver promesso grazie all’Italicum che, lo ricordiamo, consente la conservazione di circa 200 parlamentari ‘nominati’. Le solite schifezze italiane che Federico De Roberto ha descritto in modo memorabile nei “Vicerè”, romanzo attualissimo, soprattutto dalle parti del Partito democratico…
Certo, per strada Renzi ha perduto i docenti delle scuole superiori, i tanti lavoratori che non hanno condiviso il Jobs Act, la Cgil, tanti pensionati, tanti giovani, quasi tutto il Sud che ha letteralmente abbandonato. In compenso, ci sono tanti fascistoni nostalgici che apprezzano il suo decisionismo, il suo piglio che ricorda ‘Lui’. L’unico rischio – molto improbabile – è che gli italiani si sveglino. E magari si accorgano, per esempio, di quello che sta avvenendo tra Senato e Camera, dove – come già ricordato – il governo Renzi e il Parlamento (di ‘nominati’) preparano il blitz sui conti correnti degli italiani per pagare il debito pubblico alla Germania (pardon, alla Grande Unione europea che piace tanto all’ex Presidente Napolitano). E, magari, svegliandosi, dipendenti pubblici e pensionati prenderanno atto di quello che sta avvenendo in Sicilia, dove il governo di Rosario Crocetta, su input del governo Renzi, sta falcidiando gli stipendi dei dipendenti regionali e le pensioni, sempre regionali. Oggi tocca alla Sicilia, poi toccherà ai dipendenti pubblici e ai pensionati del resto d’Italia. Dopo le elezioni, naturalmente. Prima, cari italiani, votate e sorridete, che a voi stanno pensando Matteo & Silvio…