Ieri, 15 maggio, è stata celebrata la festa del riconoscimento da parte del governo centrale di Roma dell’Autonomia siciliana. E come era normale attendersi tutti si sono precipitati a festeggiare. A cominciare dal presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, che, per farlo, ha deciso di disertare tutte le iniziative organizzate e ha occupato il proprio tempo consegnando una medaglia d'oro alle direzioni marittime della Sicilia occidentale ed orientale. Sono in molti i partecipanti alla manifestazione che hanno ancora uno sguardo stupito non essendo riusciti a capire cosa c’entrano le direzioni marittime con l’autonomia siciliana.
In compenso, nel corso di un’altra manifestazione, Crocetta ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui ha ribadito: "L'autonomia della Regione ha ancora un grandissimo senso”. Anche in questo caso, stupore e sguardi persi nel vuoto per le sue dichiarazioni. Qual è il senso dell’Autonomia siciliana dopo che, per l’ennesima volta, il governo regionale non è riuscito a far valere i diritti dei siciliani?
Circa due anni fa, dopo decenni di oscurantismo e di mancato riconoscimento del diritto dei siciliani di ricevere direttamente tasse e imposte per le attività svolte in Sicilia dalle imprese con sede legale nelle altre regioni, il presidente della Regione si è vantato di essere riuscito a farsi sentire dal governo centrale di Roma. E infatti la Sicilia è caduta in nell’ennesimo baratro finanziario: una voragine di diversi miliardi di euro nei conti pubblici regionali che i bruscolini concessi da Roma a Crocetta non sono bastati a colmare. In compenso, però, è riuscito a sottoscrivere un prestito miliardario sul quale i siciliani dovranno pagare gli interessi per tanto, tanto tempo.
Poco dopo Crocetta, a margine delle celebrazioni, al Teatro Politeama di Palermo, ha detto: "L'Autonomia va attualizzata ma oggi dobbiamo riconoscere, con molto chiarezza, che è vero che da parte della Regione siciliana ci sono stati errori e inadempienze nel mancato riconoscimento dello Statuto soprattutto in materia economica, fiscale e finanziaria. Errori che hanno messo a tratti in ginocchio la Regione. Non ci trasferiscono risorse perché secondo lo Statuto sono già nostre, ma in realtà non le abbiamo mai avute”.
Gli ascoltatori a questo punto sono caduti in una profonda angoscia: il governo ha riconosciuto che le risorse sono nostre, ma che non darà un centesimo (dei miliardi di euro che ha intascato nel corso dei decenni). Questa dovrebbe essere “una grande conquista del popolo siciliano"? A questo punto alcuni hanno preferito allontanarsi per non sentire altro.
Non a caso mentre Crocetta festeggiava l’Autonomia con queste parole, altri hanno deciso di celebrare la festa dell'Autonomia, con un corteo intitolato: "Fermiamo Crocetta", nel quale rivendicavano "il diritto della Sicilia all'autodeterminazione e al riscatto da una classe politica mediocre, intenta a difendere poltrone e privilegi piuttosto che a far valere le ragioni della nostra terra". Peccato che a questa manifestazione abbiano partecipato pochi politici e pochi tecnici.
Sembra che ieri il traffico in molte città della Regione e, in modo particolare a Palermo, sia stato particolarmente intenso. Un fenomeno causato non dagli interminabili e costosissimi lavori per la realizzazione di una metropolitana, ma con un altro fenomeno: il via via di personaggi politici e auto blu da una manifestazione all’altra.
Le manifestazioni segnate nel calendario nella casella del 15 Maggio erano molte. La giornata è stata infatti caratterizzata da decine e decine di eventi ai quali (forse sperando di recuperare i consensi persi in anni di cattiva gestione del territorio) non sono mancati tutti i personaggi politici regionali di spicco. C’è stato chi ha pensato di celebrare la convenzione tra la Regione siciliana, la prefettura di Palermo, il Comune di Isola delle Femmine e l'Anas per la riqualificazione del Giardino della Memoria "Quarto Savona Quindici". Ma che cosa c’entra il giardino con l’Autonomia? E poi, davvero, dopo quello che è successo sull’autostrada Palermo-Catania, qualcuno pensa che ci sia qualcosa da celebrare con l’Anas?
Eventi che hanno visto la partecipazione attiva di tutto il personale della scuola, le uniche a sospendere l’attività per festeggiare la ricorrenza (per tutti gli altri uffici ed enti, sia privati che pubblici, il 15 maggio è una giornata lavorativa come tutte le altre): complice il caldo afoso e lo scirocco, docenti e alunni si sono precipitati a festeggiare l’Autonomia regionale sulle spiagge ancora libere da capanne e stabilimenti. Ovvio, dato che, salvo pochi volenterosi che si sono presi la briga di spiegare ai giovani, i siciliani di domani, cosa significhi “Autonomia”, la maggior parte dei giovani in età scolastica collega a questa parola solo in numero di chilometri percorribili con il motorino prima di dover chiedere soldi a papà o mamma. Il resto degli alunni, distratti dal “professor” Renzi che impartisce lezioni usando una lavagna di ardesia (considerato un cimelio storico in molte scuole, ma lui questo non lo sa), è troppo impegnata a farsi selfie o a chattare per parlare con i compagni di classe che stanno nella stessa stanza.
Di sicuro di questo 15 maggio, giornata del riconoscimento dell’Autonomia siciliana, resterà traccia sui libri: non su quelli di storia, ma su quelli che parlano di questa giornata. Alcuni esperti della materia hanno pensato bene di presentare i libri da loro scritti sull’Autonomia siciliana proprio nel corso della tre giorni che si è svolta in vari luoghi tra cui l’Università di Palermo. Sorge spontanea una domanda: ma se erano così esperti sull’argomento come mai ne stanno parlando solo ora? Eppure alcuni di loro sono personaggi politici che da decenni ormai calcano le scene. Chissà perché solo ora in loro si è levato un fervido bisogno di sicilianità, di Autonomia e di indipendenza. Misteri della politica o tentativo di scavare voti in vista delle prossime elezioni?
Un tentativo peraltro maldestro: la tre giorni organizzata dall’Università di Palermo si intitola “Settant’anni di Autonomia siciliana, convegno di studi”. Com’è possibile che esperti e studiosi della materia (tanto da scrivere sull’argomento) non sappiano che quello che è stato celebrato ieri non è il settantesimo anniversario, ma il sessantanovesimo? L'Autonomia venne riconosciuta alla Sicilia da re Umberto II, il 15 maggio 1946.
Come dicevamo, il 15 maggio è una data importante e i siciliani hanno deciso di festeggiare. Molti di loro sperando di festeggiare l’Autonomia siciliana si sono recati a Vita, nella valle del Belìce. Peccato che qui le manifestazioni di ieri non erano per l’Autonomia, ma per la Madonna di Tagliavia, (in poche parole, la solita abbuffata: lo spirito verrà santificato con pani dalla particolare forma, i cosiddetti “cucciddati”).
Altri (forse ispirati dagli autonomisti e federalisti della lega che ogni anno si recano sulle sorgenti del Po) si sono arrampicati fin sui Nebrodi: qui però le manifestazioni erano dedicate semplicemente al mondo outdoor con trekking e concerto bandistico da ascoltare in vetta. Niente Autonomia siciliana.
Qualcuno ha attraversato tutta l’Isola (impresa ardua dopo il crollo del viadotto della Palermo-Catania) fino a Noto. Qui si è svolta l’infiorata, bellissima manifestazione ma che con l’Autonomia della Sicilia non ha niente a che vedere. Alcuni sono andati a Castellammare del Golfo dove si svolgeva una sfilata medioevale. Giunti sul posto però si sono resi conto che nessuno aveva voglia di parlare di Autonomia della Sicilia (del resto avrebbero dovuto saperlo: nel medioevo la Sicilia non era ancora autonoma. Era uno stato a sé e stava certamente meglio di ora. Non a caso una delle prime cose che fecero i Savoia dopo unificazione fu “unificare” le riserve auree, ovvero prelevare l’oro dalle ‘casse’ della Sicilia e della Banca di Napoli e portarli prima a Torino e poi a Roma…).
Ma il clou delle manifestazioni si è svolto a Palermo. Oltre a quelle già citate sono molte le iniziative andate in scena ieri: dalla mostra fotografica per mettere in luce le bellezze arabo normanne ai concerti di giovani promesse (come quello del cantautore Alessio Bondì).
E chi volesse festeggiare l’Autonomia? Che fine hanno fatto l’Autonomia e le celebrazioni in suo onore? La verità è che, a parte forse qualche studioso o come i membri del movimento Sicilia Nazione che proprio ieri ha presentato il progetto "Un Patto federativo con l'Italia" e "dell'indipendenza dell'Isola", dell’autonomismo siciliano non frega niente a nessuno.
E meno che meno ai siciliani.