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April 1, 2015
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April 1, 2015
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Agrigento al Pd o a Forza Italia? O a entrambi? O a nessuno? Così è se vi pare…

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 5 mins read

Dire che c’è un po’ di confusione è poco. Le uniche cose certe, in questo serial a puntate che è ormai diventato il ‘caso Agrigento’, sono le polemiche e le dimissioni del presidente dell’assemblea regionale del Pd, Marco Zambuto consumatesi ieri. Perché si è dimesso Zambuto? Perché hanno scoperto che si è recato in casa di Berlusconi, a quanto pare insieme con l’onorevole Riccardo Gallo, parlamentare nazionale di Forza Italia e vice segretario regionale del suo partito in Sicilia. In condizioni normali le dimissioni di Zambuto – e fa pure rima – sono un atto dovuto. L’accusa, infatti, sembra grave: “Intelligenza con il nemico”.

Ma, osservata bene, magari illuminando il tutto con la luce di Ennio Flaiano, la situazione sembra grave ma non seria. Perché il Pd, in Sicilia e a Roma, in occasione delle primarie del centrosinistra celebrate per individuare il candidato sindaco di Agrigento, aveva deciso di inserire nel centrosinistra un ‘pezzo’ di Forza Italia. E, per la precisione, quella parte di Forza Italia che fa capo all’onorevole Riccardo Gallo. Anzi, per essere precisi, Pd e Forza Italia, insieme a quasi tutti gli altri alleati del centrosinistra (per esempio il Megafono, il movimento del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e altre forze politiche che oggi governano la Sicilia), avevano deciso di sostenere la candidatura di un personaggio – Silvio Alessi – indicato proprio dall’onorevole Gallo.

Le primarie, com’è noto, si sono tenute dieci giorni fa. E le ha stravinte Silvio Alessi. Ma a questo punto la base del Pd si è ribellata. E il Pd siciliano (per la precisione la segreteria regionale, con il testa il segretario regionale, Fausto Raciti) ha deciso che le primarie celebrate non sono più valide. Raciti, questo, avrebbe potuto dirlo prima. Ma invece l’ha detto dopo che la scelta politica, in verità un po’ strana, è stata contestata dalla base del Pd.

A questo punto è iniziato un altro balletto. Da una parte tutti i giornali, ma proprio tutti, scrivono che il nuovo candidato a sindaco di Agrigento è il parlamentare nazionale del Pd, Angelo Capodicasa, agrigentino non di Agrigento (è nato in un paesino dell’Agrigentino: Joppolo Giancaxio). A noi, però, questa candidatura sembra strana. Ci dice Giuseppe Arnone, leader storico degli ambientalisti siciliani e figura storica della sinistra agrigentina e candidato, lui sì ormai ufficialmente, a sindaco di Agrigento: "Capodicasa non si candiderà mai a sindaco della mia città. Credete a me che lo conosco da una vita. La sua è tutta tattica. Sta aspettando che la vicenda decanti. Appena non si parlerà più din questa storia, il gioco sarà un altro”.

E quale sarà, ‘sto gioco?, chiediamo ad Arnone. Che non si tira indietro: “Capodicasa si farà da parte e lascerà Alessi candidato. Perché l’accordo tra i vertici del Pd e una parte di Forza Italia è ancora valido. Non a caso hanno proposto ad Alessi di fare il vice sindaco dell’eventuale giunta comunale di Capodicasa. Ma non sarà così, lo ripeto: alla fine Capodicasa non si candiderà e lascerà il posto ad Alessi”.

Chiediamo: ma allora perché hanno ‘crocifisso’ Marco Zambuto, facendolo dimettere dall’assemblea regionale del Pd? Insomma, ad Agrigento, oltre che Flaiano, va di moda il solito Luigi Pirandello in versione Così è se vi pare: ovvero l’impossibilità di conoscere la realtà. Perché in questa storia, come nella celebre commedia pirandelliana, ognuno dà la propria interpretazione che non coincide con quella degli altri. Siamo a una forma di relativismo politico dove ognuno vede quello che gli pare. Lo stesso Zambuto, sulla sua visita a Berlusconi, ha dato un’interpretazione diversa da quella che ci si sarebbe aspettati. Ha detto di essersi recato dall’ex Cavaliere non per parlare dell’accordo politico tra Pd e Forza Italia ad Agrigento, ma per dare solidarietà all’onorevole Gallo, che era stato accusato di essere coinvolto in un omicidio. E Berlusconi – che come tutti sanno è una specie di ‘Santo’ – non credeva all’innocenza di Gallo e avrebbe avuto bisogno della testimonianza di Zambuto per credere all’innocenza di Gallo. Un’innocenza, a dir la verità, che era già stata sancita dal Tribunale, che aveva scagionato lo stesso Gallo.

Insomma, Berlusconi, che dalla Sicilia ha preso Marcello Dell’Utri e lo stalliere Mangano, e che è impelagato in tanti processi, era ‘impressionato’ dalle accuse, poi cadute, rivolte all’onorevole Gallo. C’è da crederci? In ogni caso – e torniamo al Così è se vi pare – è la verità di Zambuto. Che è molto diversa da chi, magari, pensa che Zambuto sia andato da Berlusconi per definire l’accordo sulla candidatura di Silvio Alessi nel centrosinistra.

Volendo – stando sempre alla commedia di Pirandello – si potrebbe pensare che le dimissioni di Zambuto siano un sacrificio per evitare che i militanti, gli iscritti e, in una parola, i possibili elettori del Pd di Agrigento e della Sicilia vengano a sapere quello che già sanno: e cioè che il Partito democratico, per Agrigento – a Roma come in Sicilia – aveva (ha?) ‘chiuso’ l’accordo con Forza Italia. Ma, in questo caso – riecco il relativismo – è bene provare a far circolare altre due tesi: che Zambuto era con Berlusconi per dare la solidarietà a Gallo e che il Pd non era d’accordo con Forza Italia.

E se fosse vero quello che dice Arnone? Se fosse vero che l’accordo tra Pd e Forza Italia, ad Agrigento (ma forse non soltanto ad Agrigento) è ancora operativo? Proviamo a chiedere ‘lumi’ a Peppe Vita, l’ingegnere-musicista che è stato anche lui candidato alle primarie del centrosinistra. E’ vero che Alessi è ancora alleato del Pd? “Non so nulla, lo giuro – ci risponde Vita -. Ho chiamato Alessi. Mi ha detto che mi avrebbe richiamato. Ma non mi ha chiamato più”.

Come finirà, ‘sta storia? Finirà come dice Arnone, con Capodicasa che si farà da parte? Sarà lui il candidato a sindaco del centrosinistra? E l’onorevole Gallo, quello che è andato da Berlusconi con Zambuto, chi appoggerà? Farà votare Capodicasa? E se sarà così perché hanno fatto dimettere Zambuto?

Resta l’altra parte politica: Forza Italia. Anzi, il centrodestra che, da questa storia, non esce meno sputtanato del Pd. Questa parte politica presenterà un candidato a sindaco? E l’onorevole Gallo, parlamentare nazionale e vice segretario regionale di Forza Italia in Sicilia, farà votare il candidato della sua parte politica, o sosterrà Capodicasa? Ma qual è oggi la parte politica di Gallo, legato a Dell’Utri e a Berlusconi, ma passato al centrosinistra? E che ne sarà della sinistra di Agrigento? E che ne sarà del centrodestra di Agrigento? E infine: che ne sarà di Agrigento?    

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Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

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