Mentre i governanti siciliani si alternano, con il cappello tra le mani, a Palazzo Chigi, per ‘elemosinare’ i fondi che Roma ha in buona parte scippato all’Isola (quasi 5 miliardi di euro negli ultimi due anni), il governo nazionale, nel silenzio quasi generale, strappa alla Regione altri 40 milioni di euro. E lo fa non con una legge, ma aggirando la legge, in questo caso bypassando lo Statuto autonomistico siciliano con una serie di circolari amministrative che, in uno Stato di diritto, non potrebbero sostituirsi alle leggi. Ma tant’è.
Nelle scorse settimane il nostro giornale ha parlato di questo nuovo, possibile scippo. Che, adesso, sta per diventare realtà, a giudicare da quello che scrive in un comunicato la parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Azzurra Cancelleri. “La Regione siciliana – dice la deputata grillina – perderà 40 milioni di euro a partire dal prossimo 31 marzo per via di una circolare del governo Renzi che si occupa del gettito delle immatricolazioni, delle targhe, dei passaggi di proprietà e di altre tipologie di operazioni che riguardano auto, motocicli e mezzi pesanti”. Azzurra Cancelleri ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed al Ministero dei trasporti (la cui gestione è stata avocata dal Presidente del Consiglio, Renzi, dopo le dimissioni del Ministro Lupi). La parlamentare del Movimento 5 Stelle racconta che, con una circolare del 2 febbraio 2015, il governo Renzi impone alle agenzie del settore l'uso esclusivo del sistema informatico nazionale ‘Il portale dell'automobilista’, gestito da Poste italiane. Una ‘furbata’ del governo nazionale che consente il versamento dei diritti su conti correnti intestati al Ministero e non più su quelli della Regione siciliana.
“L'intento legittimo del Ministero di prevedere un collegamento al sistema informatico nazionale (Ced) finalizzato ad uniformare le procedure – spiega la deputata Cinquestelle – si è trasformato nella totale affluenza nei conti ministeriali di tributi regionali, in contrasto con le prerogative statutarie. Dopo anni in cui tutte le entrate, sia quelle relative ad operazioni eseguite presso gli uffici della Motorizzazione civile, sia quelle eseguite da soggetti terzi, affluivano nel bilancio della Regione siciliana, dal 2011, attraverso un aggiornamento della procedura informatica centralizzata, lo Stato si è gradualmente impossessato di ogni somma derivante da tali operazioni. Il tutto – prosegue Azzurra Cancelleri – è avvenuto tramite semplici circolari e pareri che non hanno valenza giuridica e quindi in spregio delle prerogative statutarie dell'Isola”.
Come i lettori americani sanno, visto che lo ricordiamo spesso, la Sicilia è una delle cinque Regioni autonome dell’Italia. L’Autonomia siciliana anticipa di un anno e mezzo circa la Costituzione italiana del 1948, se è vero che risale al 1946. Un’Autonomia conquistata con il sangue dei siciliani, grazie alle lotte dei separatisti, che in quegli anni avrebbero voluto separare la Sicilia dall’Italia. Ma da allora ad oggi, complice la debolezza delle classi dirigenti siciliane, l’Autonomia siciliana è stata svilita dallo Stato centrale italiano. Non è un caso che lo scippo di 40 milioni di euro di questi giorni stia avvenendo con il sostanziale avallo dell’attuale governo regionale di Rosario Crocetta a trazione Pd. Il governo Renzi fa capo al Partito democratico. E al governo della Regione c’è il Pd (stesso colore politico del governo nazionale) che non sta muovendo un dito per evitare l’ennesimo ‘saccheggio’ romano delle risorse finanziarie siciliane. Dovrebbero essere il presidente della Regione, Crocetta, e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, a difendere lo Statuto siciliano, chiedendo a Roma, in questo caso, di restituire alla Sicilia questi fondi. Lo faranno?
Quello che sta succedendo è paradossale e beffardo. Negli anni passati lo Stato ha trasferito alla Regione siciliana le competenze sulla Motorizzazione. Gli uffici della Motorizzazione fanno capo alla Regione, che paga i dipendenti. Gestendo uffici e dipendenti, ovviamente, gli introiti non possono che confluire nel bilancio della Regione. Invece con un raggiro-levantino il governo Renzi si sta trattenendo queste somme. Una beffa per la Sicilia e per i contribuenti siciliani!