Silvio Alessi sarà il candidato a Sindaco nella Città dei Templi nella lista ‘Agrigento 2020’, un eterogeneo schieramento che vede assieme Pd, una parte di Forza Italia, ex dirigenti di Alleanza nazionale, Pdr, Sicilia democratica di Lino Leanza e Megafono (il movimento del presidnete della Regione, Rosario Crocetta). Alessi, patron della squadra di calcio locale e berlusconiano della prima ora (è da sempre vicino al parlamentare nazionale di Forza Italia, Riccardo Gallo, e, soprattutto, a Michele Cimino, deputato regionale eletto per la prima volta in Forza Italia nel 1996, personaggio che ha sempre militato tra i berlusconiani, ricoprendo più volte il ruolo di assessore regionale e, da qualche tempo, passato, armi e bagagli, nel Pd), ha vinto le primarie di ieri con 2 mila e 152 voti. Al secondo posto è arrivato il candidato del Pd, Epifanio Bellini, che si è fermato a 808 voti. Al terzo posto l’ingegnere Peppe Vita con 567 voti. Al quarto posto Pietro Marchetta con 534 voti.
Due i dati politici che vengono fuori da queste elezioni primarie di Agrigento. Il primo è che il Pd, nella Città dei Templi, è riuscito a coinvolgere appena 808 persone. In una città di circa 60 mila abitanti non sembra un grande risultato. Anche alla luce del fatto che questo partito governa la Regione e ha governato lo stesso Comune. In pratica, tanti militanti e dirigenti del Pd di Agrigento non son andati a votare, probabilmente in polemica con i vertici di questo partito che hanno aperto a Forza Italia.
Il secondo dato politico ‘incorona’, invece, il deputato nazionale di Forza Italia, Riccardo Gallo, e il parlamentare regionale Michele Cimino, se è vero che il loro candidato – il già citato Silvio Alessi – ha preso quasi il triplo dei voti del candidato del Pd.
Alla fine si sono rivelate esatte le previsioni di Giuseppe Arnone, leader storico degli ambientalisti agrigentini, oggi nel Pd, che sabato scorso, alla kermesse ‘Sottosopra’ organizzata a Palermo dalla sinistra alternativa al Pd, ci aveva detto: “Vincerà Alessi con largo margine di voti sugli altri avversari”.
Queste primarie, caratterizzate dall’alleanza tra Pd e una parte di Forza Italia, lasciano strascichi pesanti, soprattutto nel Partito democratico. Il parlamentare regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, che non ha mai nascosto la sua avversione per l’alleanza con i berlusconiani, ha spiegato ieri in un tweet la sua posizione politica: “Ad Agrigento alle otto aprono i gazebo e alle venti chiude questo Pd”. E ai tanti militanti e dirigenti del Partito democratico che non hanno ‘digerito’ l’inciucio con Forza Italia ha dato appuntamento ad oggi, promettendo di riaprire il Pd “con tutte le nuove e belle energie di Agrigento”.
Su facebook anche l’ex parlamentare regionale Pino Apprendi, storico dirigente della sinistra di Palermo di scuola vecchio Pci, non ha potuto fare a meno di scrivere quanto segue: “Perdonatemi, non posso fare a meno di comunicarvi il mio disagio, nel vedere le bandiere PD insieme a quelle di Forza Italia davanti ai Gazebi per le primarie. Criticatemi quanto volete”. In realtà, a questo post fanno seguito una quarantina di commenti, tutti favorevoli ad Apprendi.
Ma se l’alleanza tra Pd e una parte di Forza Italia, ad Agrigento, ha scatenato ‘mal di pancia’ tra militanti e simpatizzanti del Partito democratico (alleanza che, in verità, è stata preceduta, nei mesi scorsi, dall’arrivo, dentro il Pd, di tanti personaggi un tempo legati a Berlusconi), va vista anche l’altra faccia della medaglia. Di fatto, anche se un po’ machiavellica, questa scelta ha scompaginato le fila di Forza Italia, partito che ad Agrigento era molto forte. Oltre a Cimino a Gallo, c’era anche il Ministro Angelino Alfano, che ha lasciato Berlusconi per fondare il Nuovo centrodestra democratico. Non sarà facile, per chi è rimasto in questo partito, presentare un candidato di centrodestra.
Anche perché di candidati a sindaco di scuola moderata non ne mancheranno certo. Tra questi, il parlamentare regionale dell’Udc, Lillo Firetto, sindaco uscente di Porto Empedocle, paese quasi attaccato alla Città dei Templi. Firetto dovrebbe essere appoggiato dagli ex democristiani dell’Udc e dal Nuovo centrodestra di Alfano. In lista, sempre per il posto di sindaco, ci sarà anche il candidato della Lega di Salvini, Marco Macolin, che rischia di essere agevolate dal trasformismo politico oggi imperante ad Agrigento. E poi altri candidati come Peppe Di Rosa e Andrea Cimino.
Non è da escludere – anzi, forse è da mettere nel conto – un candidato della sinistra alternativa al Pd. Potrebbe essere anche il nome di un personaggio conosciuto nel mondo della sinistra agrigentina, magari qualche dirigente dello stesso Partito democratico oggi in rotta con il Pd, soprattutto dopo l'alleanza tra questo partito e Forza Italia.