La lunga trattativa tra il governo della Sicilia e le organizzazioni sindacali sul futuro della Regione siciliana (l'Isola è una Regione autonoma con quasi 18 mila dipendenti) blocca tutta l'attività amministrativa. Ad oggi sarebbe stato raggiunto un accordo che, però, non è stato sottoscritto da due organizzazioni sindacali: la Cgil, e la Uil, i cui iscritti, ieri, hanno dato vita a uno sciopero per le vie di Palermo.
L'accordo contestato da Cgil e Uil – e invece sottoscritto dalla Cisl, dai Cobas della Regione (quest'ultimo è il sindacato più rappresentativo dell'amministrazione regionale, nel senso che conta il maggior numero di iscritti) e dai rappresentanti di altre sigle sindacali – prevede che i tagli a carico dei dipendenti regionali vengano momentaneamente stralciati dalla manovra finanziaria del governo. Tali tagli verranno discussi nei prossimi giorni nel corso di una riunione tra i rappresentanti sindacali e i vertici dell'Aran della Sicilia (l'Aran è l'agenzia della Regione chiamata a negoziare con i dipendenti pubblici).
Secondo la Cgil e la Uil, il passaggio della trattativa all'Aran è solo un perdita di tempo, perché i vertici dell'Aran, tra qualche settimana diranno che i tagli sono giusti. I Cobas, la Cisl e i rappresentanti di altre sigle sindacali sono invece convinti di aver bloccato i tagli voluti, soprattutto, dall'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, imposto al governo siciliano di Rosario Crocetta dal governo nazionale (a quanto pare, dal capo del governo Matteo Renzi e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio).
Saranno i fatti che matureranno la prossima settimana, o forse nei primi di aprile, a dire se hanno ragione Cgil e Uil o se hanno visto bene Cobas, Cisl e i rappresentanti delle altre sigle sindacali che hanno siglato l'accordo con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Quello che è certo è che il governo Crocetta, con questa mossa, ha rotto il fronte sindacale.
Non solo. Ormai una delle due parti sindacali uscirà sconfitta da questa difficile e sofferta vertenza. Se i tagli ai dipendenti regionali verranno bloccati, Cgil e Uil avranno perso una battaglia politica e sindacale. Ma se l'Aran – come lasciano intendere Cgil e Uil della Sicilia – dovesse confermare i tagli ai dipendenti della Regione siciliana, l'immagine dei Cobas della Cisl e delle altre sigle sindacali uscirebbe piuttosto appannata da questa vicenda.
In questa storia si registrano anche problemi per un'importante società per azioni partecipata dalla Regione siciliana. Si tratta di Sviluppo Italia Sicilia, società che dovrebbe esere molto importante nell'Isola, visto che si occupa di far decollare le nuove iniziative imprenditoriali. In una Regione con un tasso di disoccupazione giovanile elevatissimo (in assoluto il più alto in Italia!) dovrebbe essere importante far nascere nuove imprese, soprattutto fatte da giovani.
Invece anche è tutto bloccato anche negli uffici di Sviluppo Italia Sicilia, come denunciano le organizzazioni sindacali che, in un documento, parlano di una Regione siciliana "che sta lasciando lentamente morire la sua partecipata in cui i lavoratori sono senza stipendio da mesi".
L'assemblea dei soci di Sviluppo Italia Sicilia, convocata qualche giorno fa, è stata annullata per un vizio procedurale. Annullamento non casuale, sottolineano i sindacati, se è vero che avrebbe dovuto approvare il finanziamento di 1,2 milioni di euro stanziato con la legge regionale n. 3 di quest'anno. Insomma, i soldi per rilanciare questa società ci sono – li ha stanziati con una legge il Parlamento siciliano – ma tutto rimane inspiegabilmente bloccato. Forse perché l'andamento generale dei fatti blocca tutto, comprese le attività delle società partecipate dalla Regione.
Intanto ai lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia non sono ancora state corrisposte le ultime sei mensilità. Il caso di questa società non è l'unico nella Regione siciliana. Tanti altri enti e società più o meno riconducibili alla stessa Regione sono senza soldi (con i dipendenti senza stipendi) in attesa che il Parlamento siciliano approvi il Bilancio 2015. La particolarità del caso di Sviluppo Italia Sicilia sta nel fatto che i soldi sono stati stanziati, ma non vengono utilizzati. Sono i misteri di una Regione nella quale a trionfare è la confusione.