I luoghi si somigliano, sono entrambi nei pressi del porto di Palermo. Anche i tavoli tematici portano lo stesso numero: 40 per la Leopolda in salsa sicula, 39 per quelli di 'Sottosopra', la convention che si apre oggi, sabato 21 marzo, sempre nel capoluogo della Sicilia.
Le somiglianza però finiscono qui. Un mese fa nel capoluogo siciliano si è celebrata la nascita di una grande forza centrista che sta divenendo l’approdo dei naufraghi di ogni sponda politica. Il rifugio di chi cerca nuove protezioni, il board dei nuovi poteri. Ma anche tante spinte sincere destinate con molta probabilità a infrangersi sui duri scogli della delusione. E come accade quando si celebrano vittorie e si prospettano nuove ere di dominio ci si attrezza affinché il potere affluito attraverso meccanismi elettorali che premiano la più forte minoranza divenga blindato, impedendo per lunghi lustri a venire un possibile avvicendamento.
A sinistra la confusione è grande sotto il cielo, ma la situazione non è eccellente. Intanto manca un leader. Quelli che ci sono, si sono buttati nella mischia, non fanno sintesi, parlano ad aree limitate e sembrano ignorare la vasta area grillina con cui allearsi, se possibile, o con cui concorrere parlando i linguaggi che ne hanno decretato la fortuna.
Il faro cui ispirarsi è acceso e oggi è persino al governo di un Paese con caratteristiche simili, se non all’Italia, certamente alla Sicilia. La Grecia è infatti caduta nel pozzo perché i suoi governanti ve l’hanno scaraventata saccheggiando le pubbliche finanze con pensionamenti precoci, sperperi facili e nessuna preoccupazione di pagare il conto. La finanza europea ha fatto il resto, aggredendo un Paese debole per spartirsi le spoglie e lasciarlo per lunghi decenni in braghe di tela: una nuova sudditanza coloniale sotto l’apparente indipendenza formale.
Tsipras e soci stanno provando a resistere, hanno fantasia, simpatia e determinazione, qualità che la sinistra che si raduna a palermo, a Corte Sammuzzo, dovrebbe aver presente se vuole essere una speranza per la Sicilia.
Così mentre il Partito democratico siciliano percorre una strada fatta di inciampi, contraddizioni, rassegnazioni, fidando sulla buona stella del loro principe, piuttosto che sulle buone opere in loco, la Sinistra confusa ma non doma, delusa ma con la voglia di riemergere vuole darsi un progetto e un percorso che scompagini i sogni di nuovi ventenni e renda possibile quella che finora la gente ha letto nei tanti libri di sogni che a ogni elezione sfoglia.
Le nuove forze, anche se alimentate da antichi filoni, devono dare esempi forti. Il neo francescanesimo del movimento di Grillo non può essere visto con fastidio e sufficienza. Le burocrazie immobili, le rendite di posizione sono state appannaggio anche delle tante sinistre che si radunano sabato. Rompere con quelle pratiche, aprirsi al nuovo, contaminarsi e contaminare con la speranza i ceti disperati, i giovani in procinto di fuggire, i produttori massacrati dalle pesanti catene burocratiche significa immaginare una Regione snella ed efficiente, libera dai tanti primati negativi che la rendono terra non benigna con i suoi figli.
Foto tratta da inmateo.net