Da oggi in Italia parte la maratona (o sprint?) per l'elezione del Presidente della Repubblica. Ma, ancora più del passato, il metodo con cui si procede per questa scelta ci appare da qui sempre più lontano da quello che riteniamo fosse lo spirito democratico dei padri fondatori della Repubblica.
Si sa, l'Italia è (ancor per poco) una repubblica "parlamentare", almeno fino a quando non ci saranno nuove elezioni con la nuova legge elettorale chiamata "italicum" e voluta da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che di fatto farà eleggere direttamente il capo del governo dai cittadini. Eppure, almeno fino a questa Legislatura, è sul Parlamento che si dovrebbero concentrare i poteri sia sulla durata di un governo italiano, che sulla elezione della più alta carica dello Stato, come appunto è il Presidente della Repubblica. A scanso di equivoci, lo ricordiamo: in Italia è ancora (ma fino a quando?) la carica politica su cui si concentrano i poteri più potenti: il Presidente è a capo delle forze armate, nomina il presidente del Consiglio per la fiducia delle Camere, può decidere lo scioglimento anche anticipato del Parlamento e indire nuove elezioni, questi alcuni tra i poteri più formidabili.
Ma questa volta, ancor più delle altre, la scelta del successore di Giorgio Napolitano sta dando uno spettacolo non degno, almeno visto da qui, di quella che dovrebbe essere ancora una democrazia "parlamentare". Infatti in queste ore, la scelta del nome da "far votare" ai grandi elettori riuniti a Roma (con deputati e senatori, si aggiungono anche quelli scelti dalle regioni) come nuovo Presidente della Repubblica, sta ricadendo esclusivamente su due persone: il premier Matteo Renzi, un politico che ricordiamo non è stato ancora soggetto al giudizio degli elettori in un contesto di elezioni nazionale, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, oggi non candidabile a qualsiasi elezione o carica pubblica perché privato dei diritti civili dopo una condanna in via definitiva per frode fiscale. Ecco questi due li chiamiamo i "fuoriusciti" dallo spirito di una democrazia. Renzi e Berlusconi, dal destino politico finora legato al cosiddetto "patto del Nazareno" (dal nome del largo in cui ha sede a Roma il PD e dove i due strinsero un patto politico per quelle riforme che di fatto reggono il governo Renzi) in queste ore pretendono di scegliere un nome da imporre ai loro parlamentari e all'Italia intera. Ci riusciranno?
Le ultime notizie dall'Italia ci dicono che Renzi stia cercando di convincere Berlusconi sul nome di Sergio Mattarella, ex ministro proveniente dalla sinistra DC e vice premier nel governo D'Alema (e fratello di Piersanti, presidente della Regione siciliana ucciso dalla mafia nel 1980, e figlio di Bernardo, già capo della DC siciliana degli anni Quaranta e Cinquanta, più volte ministro accusato di legami stretti con Cosa Nostra, accuse mai provate in una corte di tribunale eppure ricorrenti nei libri di storia) Sergio Mattarella oggi è giudice costituzionale. Berlusconi però ha respinto la proposta di Renzi. Il Cavaliere non vuole Mattarella? Probabilmente anche perché fu uno di quei ministri della sinistra DC che, nel 1990, si dimisero per protesta dal VI governo Andreotti al momento dell'approvazione di una legge per la regolamentazione del sistema radiotelevisivo pubblico e privato che favoriva le tv private della Fininvest di Berlusconi. Quindi, il rifiuto (provvisorio?) del leader di Forza Italia sembra motivato dalla percezione di Mattarella ancora come un "nemico".
Berlusconi, invece, cerca di convincere Renzi che come Presidente della Repubblica sarebbe perfetto Giuliano Amato, l'ex socialista più volte presidente del Consiglio che fece carriera come ministro di Bettino Craxi. Ma Renzi di Amato (ancora per quanto?) non si fida. Forse perché appare troppo come la scelta di Berlusconi?
Sembrerebbe che la sintesi tra Mattarella e Amato per mettere d'accordo Renzi e Berlusconi, sia una donna: Anna Finocchiaro, anche lei come Mattarella siciliana, anche lei con esperienza di ministro, già capogruppo del PD e ora Presidente della Commissione affari costituzionali del Senato.
Oggi iniziano le votazioni. Sembra che Renzi sia convinto che alla fine Berlusconi cederà e farà confluire i voti del suo partito (seguito da quelli della "costola" di Forza Italia al governo rappresentata dal partitino del ministro degli Interni Angelino Alfano) su Sergio Mattarella, prima che sia troppo tardi e che dal voto segreto spunti un candidato "off limits" per il Cavaliere. La stessa cosa pensa Berlusconi, che Renzi per le stesse ragioni possa accettare Giuliano Amato, candidato che dopotutto avrebbe prestigio internazionale, soprattutto a Bruxelles e a Washington.
Mentre il balletto tra Renzi e Berlusconi va avanti, ecco che il maggior partito di opposizione, il Movimento Cinquestelle, potrebbe scombussolare tutti i piani del "patto del Nazaremo". Il M5S infatti è l’unica forza politica che ancora una volta, grazie al supporto della rete internet, applicherà un metodo più trasparente e democratico dando la possibilità ai cittadini suoi elettori di indicare il nome da far votare ai senatori e deputati Cinquestelle per il nuovo Presidente della Repubblica. Infatti gli iscritti al movimento fondato e guidato da Beppe Grillo, possono esprimere proprio in queste ore la loro preferenza on line. Possono scegliere in una lista di 9 personalità proposte dai loro deputati e senatori (tra cui spunta a sorpresa anche l'ex leader del PD Pierluigi Bersani), con in più la "bomba" indicata al M5S da alcuni esponenti della minoranza "anti renziana" del PD, "bomba" che Grillo è stato subito pronto ad accogliere: Romano Prodi. L'ex manager di area DC più volte capo del governo e unico leader del centrosnistra capace di battere, con la sua invenzione chiamata l'Ulivo, il leader del centrodestra Berlusconi, sarebbe un Presidente della Repubblica "da incubo" per i "pattisti del Nazareno". Prodi non sarebbe per niente gradito a Renzi: gli scandalosi 101 voti che mancarono al PD di Bersani per eleggere Prodi Presidente della Repubblica nel 2013, si sospetta fossero quasi tutti renziani…
Ecco quindi che tutte le strategie messe in campo dal duo Renzi-Berlusconi per scegliersi da soli il prossimo presidente della Repubblica, potrebbero di colpo saltare: se infatti i sostenitori dei M5S col loro voto su internet indicassero ai loro deputati e senatori di votare per Romano Prodi (o anche per Bersani), di colpo in Parlamento mezzo PD voterebbe per il professore di Bologna insieme ai grillini…
Vedremo come andrà a finire. Da New York constatiamo con un senso di nausea come distante sia da ogni spirito di democrazia, la trattativa Renzi-Berlusconi. In più ci cresce il rammarico di non vedere (finora) emergere la personalità che, ne siamo certi, se a tutti gli italiani fosse stata data l'opportunità di poter indicare un nome per presidente da far eleggere ai loro parlamentari, avrebbe ricevuto più consensi di chiunque altro. Stiamo parlando di una piccola grande donna: Emma Bonino. Ecco, la ex ministro degli Esteri e prima ancora Commissario europeo, leader radicale vincitrice di infinite battaglie per i diritti umani, sarebbe la scelta che farebbe applaudire non soltanto la maggioranza degli italiani, ma anche gran parte di quel mondo internazionale che la conosce e l'ammira.
AGGIORNAMENTO: Il giudice Ferdinando Imposimato il più votato on line dagli elettori M5S, secondo Romano Prodi.
Dal blog di Beppe Grillo leggiamo:
Le votazioni per il candidato Presidente della Repubblica del M5S si sono concluse alle 14.
Hanno partecipato alla votazione 51.677 iscritti certificati. Il primo è risultato Ferdinando Imposimato con il 32%, secondo Romano Prodi con il 20%, terzo Nino Di Matteo con il 13%.
Il dettaglio dei risultati:
Ferdinando Imposimato, 16.653 voti
Romano Prodi, 10.288
Nino Di Matteo, 6.693
Pierluigi Bersani, 5.787
Gustavo Zagrebelsky, 5.547
Raffaele Cantone, 3.341
Elio Lannutti, 1.528
Salvatore Settis, 1.517
Paolo Maddalena, 323
Ferdinando Imposimato sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio.
Ti informiamo che, in ogni caso, se dal quarto scrutinio i cambi di maggioranza dovessero portare ad un nome condiviso tra più forze politiche in Parlamento si deciderà come meglio muoverci con una votazione lampo sul blog.