Non se ne può più. Non se ne può più della tracotanza della destra che difende posizioni quali espressioni di quanto di più opportunistico e cinico possa esserci in questo Paese che affonda, annega; che di sé dà l’immagine d’un coacervo d’individui immaturi, perciò superficiali, pronti a genuflettersi dinanzi al ‘grande imbonitore’ arrivato da Milano come dinanzi a falsi ribelli, i post-comunisti, bella roba…
Non se ne può più degli innumerevoli tentativi di suicidio commessi dalla sinistra, dal Pd… Lo scandalo dei tesseramenti, le polemiche interne, le lotte intestine… Come ai tempi di Turati, Bissolati e compagnia bella mentre il Nuovo incalzava, avanzava e loro restavano ‘impiccati’ ad argomenti dottrinari, a disquisizioni, al piacere italiano di spaccare in quattro il capello. Cuperlo, Epifani, leader del Pd… Ma chi sono costoro? Da dove vengono? Che titoli hanno? Andando a naso, nessuno. Altri due tizi, altri due italiani che “sfruttano la situazione”, altri due ‘italioti’ ben istruiti, forse, da mamme, zie, zii nella sarabanda dell’accaparramento simile per concetto, natura all’accaparramento in voga, ahimè, nell’Italia che si dibatteva nella morsa della Seconda Guerra Mondiale. Altri due esemplari della fauna nostrana, per nulla diversa dal suo antagonista. Dall’antagonista invadente, mistificatore, chiassoso. Irriverente.
Si sciolga il Pd! Il Pd “artefice” di sfolgoranti successi berlusconiani. Mai nella nostra Storia, come nella Storia di altri popoli, s’era assistito a tanto: uno schieramento politico che all’avversario porge la vittoria sul piatto d’argento. Questa ‘sinistra’ abbia almeno il pudore di non farsi più chiamare ‘sinistra’. Si renda conto della propria pochezza, deleteria, nociva ai supremi interessi del popolo. Mostri un po’ di pudore. Macchè: in “questa” Italia nessuno più sa che cosa è il pudore. E’ un concetto ‘sconosciuto’ o, sennò, “deamicisiano”. E’ l’elemento del “cretino”, del “perdente”. Del tizio che NON assicura voti! Del Grande Elettore mancato…
Si continua così, a destra come a sinistra: riunioni-fiume, “verifiche”, “pause di riflessione”. Tutto questo sotto la scorta di palate di quattrini, privilegi, agevolazioni. Liquidazioni di entità mostruose per uno o due soli anni di lavoro. E’ lo sconcio che tiene prigioniero il popolo italiano. Il quale popolo italiano, avvinghiato da una duplice morsa come questa, ci gode. Il popolo “bischero” (scusate l’espressione!) che ogni giorno si svena per giocare d’azzardo nelle tabaccherie ben felici d’attirare, sì, tanti “ebeti”, come si dice dalle mie parti.
Questa è la fine che ha fatto l’Italia di Beccaria, Mazzini, Pareto. L’Italia i cui figli, un tempo, seppero schierarsi con ‘disumano’ coraggio su opposte barricate. Figli disinteressati! Gli uni e gli altri. Certo: gli uni e gli altri.
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