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September 22, 2013
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La politica italiana nel Nuovo Mondo? “Una sfida bellissima!”

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Lucina Di Meco, responsabile del Circolo PD New York

Lucina Di Meco, responsabile del Circolo PD New York

Time: 9 mins read

 

Lucina Di Meco è nata a Sanremo,  36 anni fa. Sposata con Martin, ha un bambino di due anni e mezzo. Dopo la laurea a Torino in Scienze Internazionali e Diplomatiche, ha conseguito un Master in Economia dello Sviluppo dalla University of East Anglia (GB) e un Diploma in Studi di Genere dalla Facultad Latino Americana de Estudios Economicos y Sociales (FLACSO) in Messico. Ha lasciato l’Italia undici anni fa e da allora vive, come le piace chiamarlo, “nel Nuovo Mondo”. Dopo aver trascorso quattro anni in Messico, “un Paese che amo profondamente”, vive a New York dal 2007.

Lucina si occupa di diritti delle donne lavorando nella cooperazione allo sviluppo, prima come staff per le Nazioni Unite e varie ONG internazionali e da circa due anni come consulente per fondazioni, ONG e programmi governativi americani.

Questa estate siamo andati a conoscere Lucina perché ci incuriosiva l’italiana a New York che fa politica all’estero per l’Italia. Da pochi mesi era stata eletta coordinatrice del Circolo del PD così siamo andati a trovarla mentre conduceva una delle riunioni del circolo, nel West Village, e abbiamo visto questa giovane donna mettere tanta energia ed esperienza al servizio del maggior partito della sinistra italiana. Siccome il PD da qui ci appare sempre più diviso in fazioni e da tempo in Italia soffre di un’immagine logorata dagli anni trascorsi anche al governo senza aver soddisfatto le generazioni più dinamiche e moderne, ecco che volevamo capire perché Lucina volesse “insistere” a far politica con tanto entusiasmo dentro lo steccato dei partiti tradizionali.  Sapevamo che tramite lei, avremmo forse capito meglio chi sono questi italiani che, vivendo e lavorando lontano dal proprio paese, sentono il bisogno di impegnarsi nella sua politica.

La nostra intervista con Lucina la pubblichiamo proprio alla vigilia di un importante incontro che il circolo PD di New York avrà con un “peso massimo” del partito, in visita in questi giorni in città: l’ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema.

Lucina, ma perchè un’italiana che vive a New York, con tanti interessi e impegni anche famigliari, ecco, perchè decide di impegnarsi in politica?

“Perché impegnarmi in politica? Perché la politica è una cosa bellissima. Lo dico davvero. Per carità, non è una cosa semplice e comporta delusioni e molti errori, ma parliamoci chiaro: la politica non è per chi ama i numeri primi e i test a risposta unica. La politica è per chi abbraccia le sfide e le complessità della vita, mettendo in conto la possibilità di delusioni e sbagli, per provare davvero a cambiare le cose. E di cose da cambiare, in Italia, ce ne sono tante. Cose viste da chi vive fuori, come me, forse in modo ancora più pieno e doloroso. Personalmente, non credo che stare a guardare e criticare da fuori sia sufficiente. Per questo, ho deciso di candidarmi a segretaria del Circolo mesi fa, cercando di diventare attivamente parte della soluzione (e non del problema) del Partito Democratico. Quando l’ho fatto, ho chiesto a molti di provare insieme a me a costruire un Circolo PD New York che fosse una think tank, un punto di riferimento culturale per nuova e vecchia immigrazione e uno spazio di dibattito democratico. Un modello, insomma, di quello che crediamo debba essere la buona politica e, soprattutto, uno spazio, virtuale e reale, in cui sentirci a casa. Moltissimi hanno accolto la mia richiesta e hanno regalato al Circolo tempo, dedicazione, una sede per le nostre riunioni, fondi per costruire la nostra pagina web e molto, molto altro. Giuseppe Donadio da Seattle, per esempio, pur non potendo partecipare presenzialmente alle nostre riunioni, ci ha aiutato a creare il nostro blog e il logo per la maglietta del Circolo e altri gadget, nonché materiali di diffusione con un design moderno e personalizzato, mettendo a disposizione la sua professionalità e donando ore del suo tempo. E qui vorrei avere l’occasione di menzionare anche l'ex Segretario Enrico Zanon, controller della Geox, che ha lasciato la Segreteria del Circolo PD NY a maggio semplicemente per dare opportunità ad altri di ricoprire questo ruolo. La presidentessa Elena Luongo, professoressa di italiano al Saint John's College, che ha uno stretto contatto con la vecchia immigrazione a New York. E anche Francesco Nigris, piccolo imprenditore che vive per lo più in volo tra New York e Milano. Cabarettista mancato, Francesco è un uomo onesto fino al midollo, assolutamente non

Lucina riunione Circolo PD

Lucina Di Meco con i partecipanti ad una recente riunione del Circolo PD New York

diplomatico e un grande amico. Grazie all’aiuto loro e di tanti altri, i risultati ci sono stati. Abbiamo più che raddoppiato il numero di ‘amici’ Facebook, elaborato proposte di politiche su temi importanti, quali il rimborso elettorale e le pari opportunità e avvicinato al partito tanti che da anni non ne volevano sentir parlare. Lunedi ci incontreremo con Massimo D’Alema e avremo l’opportunità di discutere con lui di ciò che ci sta più a cuore. Un giornalista locale ha definito il Circolo ‘l’unico partito italiano che funziona’. Ci vediamo, sotto il sole o sotto la pioggia, per discutere appassionatamente di come migliorare l’Italia, regalando il nostro tempo, le nostre energie e la nostra passione a un progetto comune. Poi dimmi che la politica non è una cosa meravigliosa”.

Perchè proprio il PD? Come ti è capitato, quando hai cominciato a frequentare il circolo PD per la prima volta? Come sei stata eletta? Chi ti ha candidato? Ti candideresti per il Parlamento?

“Non avrei mai fatto attivismo in nessun altro partito.  Il Partito Democratico è, a mio avviso, l’unico portavoce credibile di una visione di Italia giusta, moderna e piena di opportunità. L’unica alternativa credibile al malgoverno della destra e alla bacchetta magica dei populisti che promettono finti futuri o impossibili ritorni al passato. L’unica opposizione sistematica a una visione personalistica e ultraliberista di Paese.  Un Partito che è stato l’unico, nel suo programma, a includere chiaramente e fortemente le politiche per le donne. Fare attivismo politico e farlo nel PD per me sono sempre stati una sola cosa. Mi sono avvicinata al Circolo PD New York nel 2008 e sono stata eletta Segretaria nel Maggio 2013 durante una riunione del Circolo”.

Cosa non ti piace dell'organizzazione del PD che ti fa arrabbiare e vorresti cambiare subito e cosa invece pensi non debba cambiare affatto?

Riunione Circolo PD New York

Altra immagine di una riunione del Circolo PD New York

“Credo che il grande limite del Partito Democratico sia la sua limitata capacità di comunicare un messaggio chiaro e nello stesso tempo una visione convincente e appassionante di futuro all’elettorato. Il suo grande vantaggio, invece, sta nella ricchezza intellettuale, umana e culturale della ‘gente di Sinistra’, a partire proprio dagli attivisti nei circoli. La nostra è una gente che crede profondamente nel valore del dibattito plurale come base della democrazia. Una gente che è disposta, senza nessuna promessa e senza nessuno stipendio, a passare ore dibattendo appassionatamente di politica e giustizia. Una gente, insomma, molto speciale”.

Chi sono in genere questi italiani a New York che si avvicinano al Circolo del PD? Hai qualcuno in mente in particolare che dovrebbe farlo ma ancora non lo fa?

“Fanno parte del Circolo giovani ricercatori che trovano qui le opportunità di finanziamento che non riescono a trovare in Italia, accademici, professionisti della finanza, ma anche immigrati venuti qui da piccoli nel dopoguerra con una forte identità comunista. Il Circolo PD di New York che sto guidando è un luogo aperto a tutti coloro che amano l’Italia e vogliono capire meglio cosa sta succedendo nella politica e nella società, per provare a cambiare le cose. Un centro culturale dal quale partano eventi, ma anche discussioni approfondite e materiali da condividere con il PD romano ma soprattutto con gli italiani che vivono a New York, siano essi di nuova o vecchia immigrazione. Un luogo aperto al dibattito con esponenti di altri gruppi politici. Mi piacerebbe che si avvicinassero a noi più giovani disillusi dalla politica italiana e da alcune scelte della dirigenza del PD. Vorrei che le loro critiche le portassero dentro il PD e non fuori, per diventare insieme a noi la soluzione, non il problema del PD”.

Avete avuto discussioni se i frequentatori del Circolo debbano iscriversi, insomma farsi una vera e propria tessera di appartenenza al PD, o se invece il circolo possa essere aperto a tutti coloro che vogliono partecipare alle discussioni anche senza "iscriversi" formalmente…

“Personalmente, credo che il PD abbia speso fin troppo tempo nella discussione di regole e statuto, dando un’immagine di se’ autoreferenziale e staccata dai problemi reali del Paese. Le regole servono a garantire il fair play interno e a dimostrare trasparenza, ma non possono diventare la nostra gabbia e soprattutto non possono diventare il centro della nostra attenzione”.

Lucina Gramsci

Lucina Di Meco con l’artista svizzero Thomas Hirschhorn, creatore del Gramsci Monument

Qual è il tuo rapporto con il partito in Italia? Da chi ricevi le direttive? E si chiamano cosi, "direttive" oppure dovremmo chiamarle in qualche altro modo? Insomma quanta libertà hai nella scelta dei temi da discutere nel circolo quando vi riunite?

“I Circoli all’estero hanno pienissima libertà nella scelta delle proprie attività. Esiste un Responsabile dei Circoli del PD Estero che si chiama Eugenio Marino. Da Eugenio riceviamo informazioni sulla presenza di personalità importanti del Partito in viaggio a New York, informazioni su tesseramenti e congresso e, in un certo senso, appoggio morale. Durante primarie e elezioni, coordiniamo le attività legate a votazioni e campagna elettorale. Non direi di ricevere, insomma, direttive, ma piuttosto informazioni. Se vai sulla nostra pagina, vedrai che la maggior parte degli articoli sono di critica (sempre, credo e spero, costruttiva) nei confronti della dirigenza del Partito. Noi operiamo in piena libertà e autonomia, insomma, sia di pensiero che d’azione”.

Lunedi avrete come ospite per una riunione informale l'ex premier Massimo D'Alema. Hai chiesto a coloro che vorrebbero partecipare, che se si vuol far domande  prima devono inviarle a te che farai da moderatrice. Ma non è una forma un po' di "censura" questa, o diciamo meglio di "filtraggio" delle domande? Insomma sarai tu ad avere l'ultima parola su quale domanda si possa fare e quale no all'ospite D'Alema o saranno valide tutte quelle che ti arrivano?

“Nelle riunioni di Circolo come negli eventi, a me piace il dibattito plurale ma organizzato. Non è mia intenzione censurare: tutte le domande proposte sono state accettate e anzi verranno rivolte a D’Alema da coloro che le hanno proposte.  E’ mia intenzione, piuttosto, dar la possibilità a più persone di fare domande, senza lasciare che il dibattito sia monopolizzato, come spesso accade, da chi fa la voce più grossa o fa una domanda dietro l’altra. Voglio anche fare in modo di garantire un buon livello di dibattito, che affronti temi importanti come la crisi in Siria, la politica estera europea e il ruolo della Sinistra oggi, e non solo i gossip intorno al Congresso o a Renzi. Per questo, mi pare importante guidare la riunione, attraverso una serie di domande divise per temi che ci aiutino a sfruttare quest’opportunità di incontro con Massimo D’Alema”.

Nel PD ci sono tante "correnti"… Tu sei  considerata un renziana: è così? E che significa essere “renziana”? Ma D'Alema non era uno che Renzi voleva rottamare? Che succede adesso? L'ex premier ed ex ministro degli Esteri appoggia Renzi? E comunque all'interno del circolo di New York, ci sono le stesse divisioni che esistono in Italia?

“Alle scorse primarie, ho sostenuto la candidatura di Matteo Renzi, coordinando il Comitato Nord America Per Matteo. In quell’occasione, mi è sembrato che Matteo rappresentasse il candidato che ci avrebbe garantito la maggior probabilità di vincere le elezioni con un programma di sinistra che evidenziava questioni che mi stanno molto a cuore, per esempio meritocrazia e pari opportunità. Detto questo, mi piace fare politica a partire dai contenuti e non dai leader o dalle correnti e so che per la maggior parte dei nostri iscritti e simpatizzanti è lo stesso. Siamo felici d’incontrare D’Alema per poter intavolare con lui un dibattito trasparente, dove, nei limiti del possibile, ognuno potrà portare le sue domande e anche le sue critiche. La politica è fatta anche e soprattutto di questo”.

Il vostro rapporto con i grillini? Nel Tristate ci sono dei gruppi Cinquestelle attivi…  Avete mai cercato un dialogo con il loro movimento? Tentato delle prove tecniche di alleanze?

“A una delle nostre ultime riunioni è venuto uno dei primi attivisti del M5S nel Nord America, che è, oltretutto, mio amico personale da anni. Il confronto con lui e con chiunque si avvicini al Circolo è in un’ottica di dialogo, per capirsi e cercare di trovare insieme soluzioni ai tanti problemi del nostro Paese, a partire dalle esperienze in comune. Non facciamo prove tecniche di nessun tipo”.

Che rapporto avete con gli eletti all'estero in Parlamento per il PD?

“La deputata PD Nord America si chiama Francesca La Marca e viene da Toronto. Francesca ci mantiene informati della sua attività parlamentare e ci invita a darle feedback sui temi che ci stanno a cuore. Stiamo organizzando un incontro con lei a Ottobre, quando verrà a New York per incontrare il Circolo. Con il senatore Renato Turano non abbiamo ancora avuto il piacere di entrare in contatto da dopo le elezioni, ma sicuramente succederà presto”.

 

 

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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