Martedì 10 settembre i newyorchesi registrati nel partito democratico e repubblicano sono andati ai seggi per scegliere il proprio candidato preferito nella corsa alla poltrona di sindaco di New York. Nei giorni precedenti il voto, La VOCE vi aveva presentato tutti i candidati in lizza sul fronte democratico e repubblicano. Le primarie si sono regolarmente concluse martedì sera alle 9, ma abbiamo aspettato a scrivere questo articolo perché il Board of Elections non ha ancora reso noti i risultati ufficiali. Nonostante exit poll e un primo conteggio diano un’idea piuttosto precisa dei risultati, bisognerà aspettare la settimana prossima per sapere con certezza se il candidato in testa tra i democratici, Bill de Blasio, abbia superato quel 40 per cento necessario per evitare il ballottaggio e andare direttamente alle elezioni di novembre.
Sul campo repubblicano si sa già che il vincitore è Joseph Lhota che ha ottenuto il 52.5 per cento dei voti. Ma questo è un risultato che appariva scontato già dalla presentazione dei candidati, dato che gli altri due repubblicani avevano poche (Catsimatidis) o nessuna (McDonald) possibilità di superare o avvicinarsi al candidato di punta.
Al conteggio dei voti, manca una piccola percentuale di seggi, ma sufficiente a lasciare un margine di dubbio sulla sfida democratica. Il ritardo nel conteggio è stato dovuto in parte alla scelta di non utilizzare il sistema di voto elettronico e di affidarsi invece alle vecchie apparecchiature. Una necessità motivata dal fatto che un eventuale ballottaggio avrebbe potuto creare difficoltà nella riprogrammazione dei sistemi elettronici. Inoltre la città di New York stabilisce per legge un lasso di tempo tra il voto e la pubblicazione dei risultati sufficiente a far sì che vengano recapitati tutti i voti per corrispondenza.
Le schede già conteggiate dicono che de Blasio ha ottenuto il 40% dei voti, ma con i voti per corrispondenza, 19.000 schede cartacee e 48 distretti (molti nel South Bronx) ancora da contare, resta qualche incertezza sul ballottaggio che, eventualmente, avverrebbe tra de Blasio e Bill Thompson, il secondo in classifica (seppure con un margine di differenza nelle preferenze che non lascerebbe troppe speranze per l’ex comptroller). Ormai la stampa sembra dare per scontato che a correre contro Lotha alle elezioni di novembre sarà de Blasio, ma i risultati ufficiali sono attesi non prima di lunedì. Stando ai risultati provvisori, Bill de Blasio avrebbe ottenuto poco più del 40% dei voti, Thompson il 26.2%, Christine Quinn il 15.5%, John Liu il 7% e Anthony Weiner (forse, tra tutti, quello che ha ottenuto un risultato più deludente) il 4.9%.
Complessivamente sono andati alle urne circa 660.000 democratici e quasi 60.000 elettori repubblicani. Un dato interessante è che Weiner, il meno votato della cinquina di punta democratica, ha ottenuto più voti del candidato repubblicano vincitore, con 31.874 voti contro 29.807. E sarà anche che la partecipazione alle primarie è tradizionalmente più sentita in area democratica, ma da questi numeri sembra chiaro che, dopo un ventennio repubblicano, l’anima democratica di New York stia riguadagnando il terreno perduto.
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