Pubblichiamo di seguito l'intervento di David Thorne, ambasciatore statunitense in Italia dal 2009, in apertura del convegno “Associazionismo e Italiani nel mondo: rapporti e prospettive”, avvenuto martedì 11 Giugno a Palazzo Marini e organizzato dall'on. Angela Fucsia Nissoli. Al convegno, moderato da Gianni Lattanzio dell'associazione Dialoghi, sono intervenuti anche Mario Monti, Cecile Kyenge, John Viola, Presidente della NIAF e Richard Hodges, presidente della American University of Rome.
"In questi ultimi anni ho avuto il grande piacere e l’onore di lavorare con il Senatore Monti. E’ capitato, e capita ancora, che lui non indichi tutta la gravità della situazione nel momento in cui è stato chiamato a salvare l’Italia. Era un momento bruttissimo, difficilissimo. Quando ha ricevuto l'incarico di governo, ha dovuto compiere un lavoro difficile, e non sempre piacevole. Ma l’Italia si è ripresa finanziariamente, e voglio ora esprimere apprezzamento per il grande lavoro che è stato fatto in quel momento, una prova di grande serietà per l’Italia.
Vi devo dire anche che il rapporto che c’era tra il Presidente Obama e l’allora Presidente Monti era veramente una cosa particolare. Hanno avuto l’opportunità di discutere di cose molto serie, molte tecniche, in materia economica, e so bene – direttamente dal Presidente Obama – che a lui piaceva parlare con il Presidente Monti della complessità delle difficoltà economiche che si stavano attraversando. Questo legame tra due grandi leader ha aiutato molto in quel periodo. Ha aiutato anche molto “l’altro Mario” in Europa. Ma questo legame è stato davvero un fattore cruciale in quel momento.
Ora più che mai gli Stati Uniti e l’Italia stanno cooperando in maniera molto stretta su una serie di importanti temi strategici legati alla Difesa. Il conflitto libico ha modificato profondamente la natura di questa collaborazione. Il ruolo geostrategico dell’Italia non è mai stato così rilevante e questo influisce ovviamente anche sulle relazioni diplomatiche in Medio Oriente.
In questo momento gli Stati Uniti guardano all’Italia come il partner più affidabile in Europa, per molti motivi che non illustrerò in questo breve intervento. Ma il nuovo Segretario di Stato John Kerry, da quando è stato nominato, ha trascorso più tempo, comunque non meno tempo, in Italia rispetto a qualsiasi altro paese. Questo è dovuto in parte al profondo apprezzamento di cui parlavo prima, e in parte all’amicizia che ci lega.
Sono fiducioso sul fatto che il legame tra gli Stati Uniti e il nuovo governo italiano guidato dal Presidente del Consiglio Letta sarà anch’esso forte. Ci tengo a dire che il nostro Presidente ha avuto l’opportunità di parlare al telefono con il primo ministro più o meno una settimana fa, per circa venti minuti. Il Presidente Obama ha apprezzato questo primo contatto, questa conversazione, che ha commentato così: “Sai, lui mi piace, credo che potremo lavorare insieme”. E non sempre è così esplicito.
Ora spero che l’Italia prosegua sul cammino delle riforme avviato dal Senatore Monti, che vengano portate a termine, com’è necessario che sia in questo momento storico, molto importante per l’Italia".