In questo primo Maggio 2013, festa del lavoro in Italia e in quasi tutto il mondo, il neonato governo di Enrico Letta si apre a modifiche della “odiatissima” riforma Fornero. Il neoministro del “Welfare”, Enrico Giovannini, ha detto che la legge «è stata disegnata in modo molto coerente per una economia in crescita, ma può avere problemi per una economia in recessione. Bisogna capire cosa modificare, ma il mercato del lavoro ha bisogno di stabilità delle regole».
Intanto oggi Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, maggiore forza di opposizione in Parlamento, ha scritto: «Festeggiare il Primo Maggio è uno stanco rito assolutorio dei responsabili, di sindacati complici, di ‘prenditori; di appalti pubblici di Confindustria, di partiti che hanno occupato lo Stato. È la celebrazione di Caporetto e dell’otto settembre», che ha «il profumo rancido del 2 novembre dei lavoratori» Per poi aggiungere: «Capitan findus Letta promette tagli e ritagli senza alcuna copertura economica e in piazza si balla mentre la cassa integrazione sta finendo… Il Paese si regge sul nulla. Chiacchiere e inciucio».
Le “chiacchiere” del ministro Giovannini sarebbero queste parole nel suo messaggio per il Primo maggio: «Occorre urgentemente affrontare le emergenze occupazionali, di chi il lavoro lo ha perso o non lo trova. Ma soprattutto, occorre rimettere in movimento interi settori economici fiaccati dalla peggiore crisi economica della storia del nostro Paese». Per il ministro del Lavoro (ma perché Welfare?) quindi «il governo appena costituito ha individuato nel lavoro l’aspetto centrale del proprio programma». «Nel giorno della Festa del Lavoro desidero unire la mia voce a quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel suo messaggio per la ricorrenza odierna, ha sottolineato come il Primo Maggio sia non solo la festa dei lavoratori, ma anche, e più che mai, il giorno dell’impegno per il lavoro».
Enrico Letta, mentre lasciava Berlino, la sua prima tappa internazionale da premier, per dirigersi verso Parigi, ha rilanciato I piani del suo governo contro la disoccupazione: «Il lavoro è il cuore di tutto. Se noi riusciamo sul lavoro a dare dei segnali positivi ce la faremo. Se sul lavoro non ci riusciamo, sono sicuro che non ce la faremo».
È intervenuta anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha detto: «L’emergenza lavoro» fa sì che «la vittima diventi carnefice, come purtroppo è successo nei giorni scorsi davanti a Palazzo Chigi». Boldrini ribadisce che «non è accettabile l’indifferenza all’emergenza nazionale, che è il lavoro. Una situazione in cui gli adulti lo perdono, i giovani perdono la speranza di trovarlo. La disperazione si diffonde e prende troppe volte la forma della violenza». Per questo, aggiunge, «dal governo, che è nella pienezza dei propri poteri, si attendono risposte tempestive. Bisogna restituire dignità al lavoro. E di lavoro non si deve morire: è inaccettabile la frequenza degli incidenti sul lavoro e non solo in Italia», conclude, con un preciso riferimento al terribile incidente avvenuto idi recente in Bangladesh dove hanno perso la vita tanti lavoratori «che producevano abbigliamento per le griffe del mondo ricco». (e che ricorda moltissimo gli stessi drammi che avvenivano agli inizi del secolo a New York proprio con le emigrate italiane). Quindi, secondo Boldrini «questo primo maggio è la festa per la dignità che il lavoro deve ancora vedersi riconoscere».
Il Presidente del Senato Pietro Grasso, ha detto che «il governo che ieri ha ottenuto la fiducia anche in Senato dovrà affrontare il tema del lavoro con rapidità e dando risposte concrete ed efficaci». «Sono certo che lo farà – aggiunge – il Paese ne ha bisogno e non può accettare ulteriori ritardi».
I sindacati Cgil, Cisl e Uil sono scesi in piazza a Perugia per il Primo maggio, con lo slogan “Priorità lavoro”. La città e' stata scelta come simbolo del «dramma del lavoro» vissuto due mesi fa, quando due lavoratrici della Regione sono state uccise da un imprenditore, che poi si è suicidato.
«Senza lavoro il Paese muore e questo Paese non può morire», ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso. «O si risolve il problema di dare lavoro o il Paese affonderà» sostiene il leader della Uil, Luigi Angeletti. Al governoi si rivolge anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Il governo deve avere il coraggio di cooperare con i poteri locali e le parti sociali. L’Italia si salva se tutti la salviamo».