PRIMA PAGINA
– I Militari israeliani in crescente dissidio con Netanyahu. Dibattuta la leva. Frattura sul prossimo passo per stabilizzare Gaza dopo la guerra. Una crescente divisione fra i comandanti militari e il governo civile sulla guerra a Gaza è venuta allo scoperto questa settimana suscitando domande su come Israele si debba comportare nella prossima fase della guerra. Il dibattito è sul problema del reclutamento in cui gli Ebrei Ortodossi sono esenti dall’obbligo del servizio e ancor più sulla mancanza di un piano su come gestire Gaza dopo la fine della guerra. Con grande foto di due donne fra edifici in macerie e questa didascalia: Palestinesi ieri fra le macerie di Khan Younis. Negli ultimi otto mesi, si stima che 100.000 residenti abbiano lasciato Gaza.
– Il giudice di Trump respinge la richiesta di mettersi da parte. Preoccupazione in tribunale sull’esperienza
della Cannon. Subito dopo che la giudice Aleen Cannon era stata scelta per presiedere al processo dei documenti ufficiali spariti e poi ritrovati nella casa di Trump in Florida, due colleghi molto più esperti di lei le avevano consigliato di rinunciare. Non solo per la poca esperienza, ma anche per il fatto di essere stata nominata giudice da Trump, creando quindi qualche sospetto di possibile favoritismo. Ma la risposta della Cannon è stata molto ferma e del tutto negativa.
– Quando scappare da Gaza significa comprarsi una via d’uscita. Uscire attraverso l’Egitto spesso assistiti da fondi di volontari. L’unica strada per scappare dagli orrori della guerra fra Israele e Hamas è quella di passare attraverso l’Egitto. Ma è una strada complicata e cara, che coinvolge il pagamento di migliaia di dollari a una compagnia egiziana che tiene la lista dei nomi dei Palestinesi che sono autorizzati ad uscire. Molti Palestinesi cercano di raccogliere i fondi attraverso enti di volontariato, come il GoFundMe, popolarissimo negli Stati Uniti per raccogliere denaro per qualsiasi motivo. Basta mettere un annuncio su un giornale spiegando le ragioni del bisogno e attendere.
– In un’aggressiva ondata di calore, i cervelli reagiscono con uguale ostilità. La capacità di comprendere ne è danneggiata. Da un esperimento fatto nel 2016 all’Università di Boston è risultato chiaro che anche per i giovani studenti la cognizione viene diminuita dal caldo. “Molti di noi pensano che siamo immuni al caldo – ha detto un professore -. Volevo capire se è proprio vero”. Ed effettivamente, nei giorni di grande calore, con temperature anche notturne intorno ai 26 gradi centigradi, i risultati degli esami degli studenti erano di molto inferiori al normale.
– A casa nelle onde. Titolo della grande fotografia di un braccio di mare con molta gente seduta nell’acqua su sedie di legno, con questa didascalia: In Indonesia, alla gente piace star seduta, ma senza trascurare l’acqua.
PAGINE INTERNE
– Gli agricoltori non pronti per il caldo. La maggior parte delle strategie per aiutare la gente contro il caldo, si dirigono alle aree cittadine, trascurando la vulnerabile popolazione rurale.
– Viaggio di Putin in Vietnam. Il Presidente Russo sta cercando di migliorare la sua posizione internazionale in un momento di crescente isolamento.
– “Incubo” per gli Ebrei francesi. Lo stupro di una giovane ebrea ha acceso una già violenta campagna elettorale.
– Rimandando il verde. L’industria finanziaria riconosce i rischi del cambiamento climatico, ma ne rimanda i rimedi.
– I Dirigenti parlano a Parigi. I capi delle industrie riuniti a Parigi vedono minacce dalla crescente destra contraria all’immigrazione e dai piani di spesa delle coalizioni di sinistra.