OGGI SUL NEW YORK TIMES
PRIMA PAGINA
– La lotta sull’aborto sarà nelle mani dei giudici statali. I tribunali sotto pressione. Ancor fresca della sentenza della Suprema Corte la lotta per l’aborto adesso si sposta verso enti che ne diventeranno la prima linea: le Supreme Corti Statali. In molti Stati, la sentenza lascia una delle questioni più esplosive del Paese alla competenza di tribunali che fino a poco tempo fa avevano operato sotto la guida della politica nazionale. La crescente pressione sull’argomento riflette lo sforzo del partito repubblicano di nominare giudici conservatori nelle corti statali. L’ente repubblicano Judicial Fairness Iniziative ha speso 21 milioni dal 2014 ad oggi per far eleggere giudici conservatori nelle corti statali.
– La sentenza suscita allarme sul fato dell’I.V.F. (In Vitro Fertilization). Preoccupazioni sul controllo degli embrioni congelati. Innumerevoli pazienti sterili e i loro dottori sono allarmati che il fato di quegli embrioni non dipenda più da una loro decisione. Se gli stati proibiscono l’aborto cominciando dal concepimento, senza distinguere se la fertilizzazione sia avvenuta nel ventre o in laboratorio, le implicazioni per le normali procedure nel trattamento dell’infertilità possono essere straordinarie.
– Voci di calma nel fragore della guerra. Grande fotografia di un soldato ucraino sorretto da altri due soldati con questa didascalia: medici dell’esercito ucraino stazionati dietro la linea del fronte trattano soldati i cui nervi non reggono più ai costanti cannoneggiamenti.
– Il criminale aveva lasciato alla polizia numerosi allarmi. Domande su possibili mancanze nelle leggi sulle armi dopo l’attacco alla parata. L’uomo accusato di aver ammazzato 7 persone e ferito altre dozzine alla parata del 4 di luglio era già stato indagato altre volte dalla polizia per possesso di coltelli e minacce di “ammazzare tutti”. Ciò non gli ha impedito di comprare armi legalmente, fra cui un potente fucile usato poi nella strage, e dimostra che le nuove leggi sul controllo dell’acquisto di armi hanno delle gravi lacune.
– Scappando da casa, forse per sempre, nella regione di Donbas. Almeno metà dei 6 milioni di Ucraini che abitavano nelle due città che formano la provincia di Donbas sono evacuati. Le fughe in treni sovraffollati e strade ingorgate hanno lasciato i due eserciti a combattere in campi e strade abbandonati e il governo ucraino col problema di milioni di cittadini senza una stabile dimora.
– La diagnosi porta poca chiarezza a quelli che piangono la perdita della stella del football. Demaryius Thomas è morto il 23 dicembre, pochi mesi dopo essersi ritirato dal campionato di football, in cui la sua bravura, carisma e umiltà l’avevano reso un favorito di compagni e tifosi. Negli ultimi mesi della sua vita soffriva di perdita di memoria, paranoie e isolamento, chiari sintomi di encefalopatia, malattia causata dai troppi colpi in testa. I dottori che hanno emesso la diagnosi dicono però che la sua vita e la sua morte sono state anche complicate dalle conseguenze di un incidente d’auto.
– L’indagine in Georgia porta alla citazione in giudizio di 7 alleati di Trump. 7 consiglieri e alleati di Trump, fra cui l’avvocato Giuliani, sono stati citati in giudizio dal Tribunale della Georgia che si occupa delle interferenze elettorali praticate da Trump e dai suoi alleati subito dopo il rilascio dei risultati elettorali.
PAGINE INTERNE
– Gli Stati si dividono il costo del tunnel. New York e New Jersey si divideranno il costo di 14 miliardi per la prima fase del tunnel progettato sotto il fiume Hudson.
– Rapporto alimenta la rabbia dei Palestinesi. Critici dicono che le analisi della pallottola che ha ucciso la giornalista Shireen Abu Akleh dimostrano che gli Stati Uniti non sono imparziali.
– Proibite le esportazioni dalla Cina. Gli Stati Uniti stanno applicando le lezioni imparate in Russia per limitare i progressi cinesi nelle armi e tecnologia.
– Mondrian da ballo. Il curatore della mostra di Mondrian in Olanda suggerisce che un po’ di ballo può
aiutare ad apprezzare i suoi quadri anche di più.